Il fenomeno della dispersione idrica in Italia riguarda un terzo delle acque potabili che scorrono nelle tubature, a Latina arriviamo oltre il 70%. Una mole di acqua che e non arriva nelle nostre case per colpa di una rete idrica fatiscente. Con la crisi idrica ormai sempre più importante, la tenuta del nostro sistema di distribuzione, con gli interventi per evitare la dispersione dell’acqua, diventa fattore fondamentale per non incorrere nei razionamenti.
Lo rivela un report Istat che mette sotto la lente la distribuzione delle acque negli anni 2019 -2021.
Leggendo il report i dati principali che emergono fotografano principalmente una gestione poco efficace della nostra rete idrica. “Nel 2020 sono andati persi 41 metri cubi al giorno per km di rete nei capoluoghi di provincia/città metropolitana, il 36,2% dell’acqua immessa in rete (37,3% nel 2018)”.
Per ogni abitante vengono erogati “236 litri nelle reti di distribuzione dei capoluoghi di provincia o delle città metropolitane”.
Proprio a causa della poca efficacia della rete idrica e con l’avanzare della crisi climatica “In 11 Comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, tutti nel Mezzogiorno, sono state adottate misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua”.
Meglio invece la consapevolezza delle nuove generazioni, “il 65,9% delle persone sopra i 14 anni è attento a non sprecare acqua.
Nella classifica delle condizioni di peggior dispersione delle acque potabili il primato va a Latina, con un 71,9%. Lo studio Istat definisce questa mole di dispersione come una condizione di “massima criticità”.
Queste perdite hanno concrete ripercussioni ambientali “sociali ed economiche, soprattutto per gli episodi di scarsità idrica sempre più frequenti”.
Perdite “da attribuire a fattori fisiologici presenti in tutte le infrastrutture idriche, alla vetustà degli impianti, prevalente soprattutto in alcune aree del territorio, errori di misura dei contatori, allacci abusivi, per una quota pari al 3%”.
La situazione generale di pessime condizioni della rete idrica ha portato nel 2020 i capoluoghi di provincia del Mezzogiorno a razionare la distribuzione dell’acqua disponendone riduzioni o sospensioni in alcune ore giornaliere.
A peggiorare il quadro di dispersioni delle acque nella rete, l’utilizzo sbagliato che facciamo delle, poche, acque che arrivano al rubinetto.
In una intervista all’Agi, il geologo e divulgatore Mario Tozzi, parla di come le acque potabili, vengano anche male utilizzate. “Siamo l’unico paese europeo che con ‘acqua potabile ci lava i piazzali, gli automezzi, gli impianti produttivi, quando potrebbe essere fato con il riuso delle acque di depurazione, di riciclo”. E invece “9 miliardi di metri cubi di acqua” noi li ributtiamo a mare.
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