Riceviamo e pubblichiamo dal nostro lettore Vincenzo Giardino, giornalista iscritto all'Ordine.
Onore all’Arma dei Carabinieri
"Il Vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, originario di Somma Vesuviana (Na), 35 anni e sposato da poco più di un mese è stato ucciso barbaramente, gli sono state inferte otto coltellate di cui una al cuore. L’ennesimo contributo di sangue versato da un rappresentate delle Forze dell’Ordine che lavorava per la tutela e la sicurezza di noi Italiani. Quest’ultimo delitto di un Carabiniere è l’ennesima violenza contro la società civile, è l’ennesimo atto di arroganza di coloro che contano sull’applicazione delle leggi con pene spesso risibili.
L’Arma dei Carabinieri, in questi ultimi anni, è stata spesso oggetto di clamore mediatico da un certo tipo di stampa, per episodi circoscritti che non possono assolutamente macchiare l’onore di questo corpo di polizia con oltre due secoli di storia. Tanti sono stati i martiri che hanno immolato la loro vita nello svolgimento del proprio dovere, il Vicebrigadiere Cerciello è l’ultimo di una lunghissima lista. Troppo spesso in nome dello “stato di diritto” in Italia le condanne non rispecchiano la gravità dei delitti commessi e di questo sono a conoscenza anche i delinquenti stranieri che circolano liberamente in lungo e in largo sulla nostra Penisola. Ora non sono più le mafie a colpire in quanto hanno capito che non è conveniente per i loro affari, oggi gli assassini che si macchiano di delitti come questo hanno un altro volto e quasi sempre moventi sproporzionati all’offesa che arrecano.
E’ venuto il momento che chi è deputato alla tutela dell’ordine pubblico possa essere in condizioni adeguate per difendere se stesso oltre che i cittadini, l’uso di deterrenti che sostituiscono le armi sono uno spauracchio che non dissuade un criminale incallito che non ha nulla da perdere. Lo dimostrano le reazioni estremamente violente di questi ultimi anni che hanno avuto come protagonisti soprattutto immigratima certo non solo loro.
Questo è un lutto per l’Italia intera, oltre che per la famiglia del Vicebrigadiere Cerciello, è un lutto che non può ripetersi e la politica ha la responsabilità di attuare leggi al fine di rafforzare e tutelare chi difende lo Stato. Degno di nota, in questo tragico evento, l’atto simbolico degli uomini della Polizia di Stato che hanno spiegato le sirene delle loro auto davanti al Comando Generale dell’Arma in segno di cordoglio".
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