La carbonara, un piatto semplice e povero, sotto attacco dalle contaminazioni
Pasta, guanciale, uova, pecorino, pepe e naturalmente acqua di cottura. Niente di più se non la raccomandazione di condividerla con gli amici
Viviamo in un’epoca storica particolare, stanno crollando tutte le nostre certezze e quindi è del tutto normale che ci aggrappiamo anche alle antiche tradizioni e alle cose che da bambini ci facevano star bene, alle usanze familiari. Tra queste anche quelle gastronomiche che allora si chiamavano semplicemente pranzi o cene…
Paladini della cucina italiana…
Una sorta di comfort che viene invece attaccato da varianti, proposte dietro lauti compensi, dai celebratissimi chef di fama internazionale, divi del proscenio web e radiotelevisivo che si considerano dei veri paladini della nuova generazione, apostoli del nuovo verbo culinario. Addirittura sono riusciti a contaminare piatti semplici e poveri ma proprio per questo amatissimi come la “carbonara”.
Le origini del piatto sono ormai note a tutti perché sono state al centro di dibattiti accesissimi con rivendicazioni provenienti da ogni parte del mondo. Ma che bisogno c’è di deturparla, violentarla, distruggerla fino addirittura a considerarla nemica della “giusta alimentazione”? E perché modificarla solo per mettere in risalto le proprie capacità e conoscenze gastronomiche? Sembrerebbe una sorta di ritorno all’epoca barocca quando in assenza di nuovi contenuti si esaltavano le forme.
L’originale carbonara è semplice e buonissima
Ma l’originale rimane e resterà sempre inalterabile da chi ha bisogno di certezze e ama la tradizione. Non si tratta di “gastronazionalismo” anche se a dirla tutta, la cucina italiana è la migliore del mondo.
Quindi pasta, guanciale, uova, pecorino, pepe e naturalmente l’acqua di cottura. Niente di più se non la raccomandazione di non cucinarla per poi mangiarla da soli ma di condividerla con i propri amici che non siano chef stellati pronti a criticare ogni passaggio della preparazione e del modo di impiattare ma che abbiano la vostra stessa voglia, quella di gustare un primo piatto da custodire così come è stato creato, nulla di più.
(Manlio Milana)