Le denunce di disservizi, disfunzioni amministrative e gravi illegittimità da parte del sindacato si susseguono da anni ma nulla sembra essere cambiato. Nel frattempo si pensa di farlo traslocare a Pietralata, in un nuovo distretto della salute con il “Sandro Pertini”. I giudizi dei pazienti esaltano la professionalità del personale e denigrano trattamenti, tempi, igiene e organizzazione.
Nella classifica dei 250 migliori ospedali del mondo pubblicata da Newsweek ci sono anche 14 ospedali italiani. Il primo, in 35° posizione, è il Policlinico Agostino Gemelli di Roma, un ospedale privato anche se fa parte del Servizio Sanitario della Regione Lazio.
È l’unico ospedale italiano tra i primi 50 al mondo. Ed è il quarto anno di fila che il Policlinico Gemelli si colloca al vertice dell’eccellenza in Italia, consolidando anche la sua posizione di assoluto rilievo nella classifica, salendo al 35° posto dal 38° dell’anno scorso.
Ai primi tre posti si classificano due ospedali americani e uno canadese, tutti privati e costosissimi: la Mayo Clinic – Rochester (Usa), la Cleveland Clinic (Usa) e il Toronto General – University Health Network (Canada). Chiaro che se le paghi le cure mediche possono risultare le migliori, il servizio, i macchinari, le competenze dei medici e degli infermieri saranno al massimo, come in un hotel 5 stelle. Ma la salute dei cittadini non è un bene che lo stato deve difendere e proteggere? Non è un diritto di cui debbono godere tutti, anche coloro che non hanno i mezzi per pagare? Non dovremmo difendere, come una importante conquista di civiltà, la possibilità di essere curati gratuitamente pagando oltretutto noi delle imposte di tutto rispetto allo Stato?
Mentre elogiamo l’efficienza delle strutture private dobbiamo tuttavia osservare come queste rappresentino un’ offerta legittima, ma di fatto in contrapposizione al principio che la salute dei cittadini non può essere un business. Il principio ispiratore altrimenti, invece della salute del paziente, rischia di diventare la massimizzazione dei profitti, come qualsiasi altra azienda commerciale. Se l’ospedale serve per fare affari, allora le terapie potrebbero essere complesse, costose e niente affatto veloci, i farmaci non a basso costo, i pazienti selezionati in base a chi può pagare di più e meglio. La funzione dell’ospedale pubblico è esattamente opposta, ma deve pur vivere la concorrenza del privato, per assicurarsi i medici migliori, i macchinari più avanzati e i servizi assistenziali d’avanguardia, e per farlo dovrà adeguare gli stipendi e i costi a quelli della concorrenza. Questo richiede sempre più risorse e contributi dallo Stato.
Tra le strutture italiane classificate come migliori, nella classifica di Newsweek, non compare, alcun ospedale delle regioni del sud Italia.
Tra gli altri italiani, oltre al Gemelli, al 52° posto il Grande ospedale metropolitano Niguarda di Milano. Al 57° l’Irccss Ospedale San Raffaele-Gruppo San Donato; Al 65° l’Istituto clinico Humanitas di Rozzano. Si posiziona al 66° il Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna.; Al 103° l’azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, al 117° l’Ospedale policlinico San Matteo di Pavia. Segue 118° l’Azienda ospedaliera di Padova. L’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e 137°.
Il Presidio ospedaliero Molinette – Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino al 165°. Al numero 187 l’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze. Al 202 gli Spedali Civili di Brescia. L’Azienda ospedaliera-universitaria Sant’Andrea di Roma è al posto 211 infine al 215° l’Irccs Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Per stilare la classifica dei 250 migliori ospedali del pianeta, quest’anno sono stati inclusi nell’analisi ben 2.400 ospedali di 30 Paesi.
Non figura in questo elenco nemmeno il Policlinico Umberto I di Roma, il più grande ospedale della Capitale, che ospita le facoltà di medicina e farmacia dell’Università degli Studi La Sapienza. È anche il più grande d’Europa per area occupata e il terzo italiano per capienza con 1200 posti letto.
Il nosocomio è amministrato dall’Azienda Ospedaliero -Universitaria Policlinico Umberto I. La sua costruzione si deve al docente universitario Guido Baccelli che, dopo la proclamazione del Regno d’Italia, volle dare seguito all’idea di dotare Roma di un grande ospedale e di un luogo per la formazione dei medici di domani. Così il 19 gennaio 1888 venne posta la prima pietra alla presenza dell’allora Re d’Italia Umberto I di Savoia. Tuttavia la costruzione vide la luce solo nel 1902 e venne inaugurato l’anno seguente.
Particolare curioso: durante i lavori fu rinvenuto un sarcofago decorato con la testa di Medusa, simbolo successivamente adottato come logo dell’ospedale; tale sarcofago è stato poi estratto e trasportato presso i Musei Vaticani. L’Umberto I sorge su 160mila mq, di cui 40mila coperti. Il nosocomio include 48 edifici in un perimetro di due chilometri quadrati e dal 2016 ha inglobato l’Ospedale odontoiatrico George Eastman su disposizione della Regione Lazio.
Adesso però l’ospedale cambierà sede. Come, direte voi? Un tale complesso mastodontico viene spostato? Entro il 2028 troverà sede in un’area non lontana, solo 4 km verso la periferia: a Pietralata.
Con circa 1000 posti letto, mentre 300 resteranno nella vecchia struttura, gran parte della quale sarà destinata ad aule per l’Università. Un progetto ambizioso illustrato dal Governatore Rocca al Tempio di Adriano il 20 febbraio scorso:
“Entro 4 anni possiamo realizzare il nuovo Umberto I, con un investimento di 500 milioni di euro. Non ci sarà la conferenza dei servizi, quindi i tempi si accorciano, perché non c’è la questione urbanistica, il terreno è già destinato all’area sanitaria e la volumetria è conforme”.
Per il 2028 l’Ospedale dovrebbe sorgere nel quadrante nord-est della Capitale, andando a costituire un vero e proprio distretto della salute con il “Sandro Pertini“, in un’area fortemente coinvolta da sviluppi urbanistici e trasformazioni di vario genere. Non solo il nuovo stadio della Roma, ma anche il Rome Technopole che riunisce le 7 principali università con sede nel Lazio, i 4 maggiori enti pubblici di ricerca, Unindustria, Regione Lazio, Comune di Roma, le Camere di Commercio di Roma, Latina-Frosinone, Rieti-Viterbo, altri enti pubblici, oltre 20 gruppi industriali e imprese. Sorgerà qui anche la nuova sede dell’Istat di Quintiliani.
E la viabilità? Rocca rassicura: “Il problema della viabilità è dell’accessibilità non ci sarebbe se fosse quella l’area. Il problema dello stadio non si pone. Stiamo definendo gli ultimi dettagli“. Staremo a vedere.
Dovendo affrontare la questione del funzionamento dell’ospedale romano, per non ripetere la solita litania che ormai tutti conoscono delle strutture sovraffollate e dei tempi dilatati per gli esami e le cure, nell’evidente tentativo di sviare i pazienti verso il servizio privato a pagamento, vorrei basarmi sui commenti diretti dei pazienti che hanno usufruito del servizio dell’Ospedale Umberto I. Giudizi che sono riportati sul sito QSalute.it e si riferiscono all’anno 2023:
Marzia A. Medicina 2: Paziente non autosufficiente in attesa di trasferimento in RSA, trattata senza umanità né cura. Ad ogni nostra domanda, nessuna risposta e sempre trattati con sufficienza.
Non si sono accorti che aveva piaghe da decubito, e che la sacca delle urine era perennemente piena tanto da fare sporcare il letto.
Pessima esperienza.
Fabio P. Ambulatorio Oculistico: Per uno che è letteralmente cresciuto con il mito dell’oculistica presso l’Umberto I, con 10 anni di trattamento impeccabile per strabismo, è particolarmente triste dover ammettere che la situazione appare davvero triste: a parte le attese per gli appuntamenti (ma questo è su tutti i giornali), quello che non va è la letterale mancanza di presa in carico: ogni appuntamento uno o più medici differenti – che ripete gli stessi esami in maniera abbastanza meccanica – con sempre nuove richieste di approfondimenti (talvolta raccomandati presso strutture private…). Il tutto condito con una discreta scortesia certamente dovuta alla mole di lavoro, ma che non sembra giusto scaricare sui pazienti. Dell’ambiente meglio non dire. Poi l’invio ad un ambulatorio specialistico interno (centro glaucoma) che prende appuntamenti a 6 mesi, cioè un anno e mezzo dopo l’avvio delle indagini cliniche: grazie al cielo sembra che la mia patologia non sia così accentuata, altrimenti avrei fatto a tempo a diventare non vedente.
Simone T. PS e Chirurgia toracica: Drenaggio pleurico effettuato con la massima professionalità. Sarebbe l’ospedale numero UNO di Roma, ma gran parte del personale è arrogante E NON EMPATICO. Dovrebbero creare ambienti sereni per i pazienti malati ed i parenti apprensivi, mentre si mostrano incoerenti ed altezzosi. Empatia, educazione ed gentilezza sono molto carenti.
Mariano C. Eccellenza sanitaria – chirurgia del politrauma: Mi chiamo Mariano, ho 58 anni e sono un fisico di mestiere ricercatore.
Il 2 agosto 2023 ho avuto un grave incidente a seguito del quale sono stato ricoverato presso il Pronto Soccorso di Palestrina. Poiché in tale struttura non erano in grado neppure di diagnosticare la gravità del trauma toracico addominale occorsomi, su mia sollecitazione la Responsabile ha disposto il trasferimento presso il Policlinico Umberto I in Roma, con mio grande sollevo.
L’intervento chirurgico eseguito dal Dr. S. è perfettamente riuscito e sono rimasto in rianimazione x 24 ore. Il giorno dopo sono stato assegnato al reparto di Chirurgia d’Urgenza.
S. ha continuato a seguirmi dopo la dimissione, praticandomi le medicazioni del caso più volte alla settimana, sottoponendomi a RX torace per accertare la funzionalità polmonare, e dispensandomi consigli fondamentali per una ripresa pronta e duratura... La sanità non è una voce contabile, ma civiltà di una nazione e diritto di ogni cittadino, nonché strumento per assicurare ad ognuno una esistenza il più possibile appagante lunga e serena. GRAZIE 4 EVER LUIGI!
Marta. Visita dentistica. Patologia trattata: Gengivite e altro: Lo scorso mese sono venuta al Policlinico Umberto 1 per una visita dentistica con il dottor Aristide, ma non sono riuscita a capire nulla della mia situazione… Ritornerò, ma ho avvertito poca attenzione verso i casi clinici più problematici.
Vanda. Radiologia – diagnostica senologica: Sono stata sottoposta ad una mammografia unilaterale di controllo a sei mesi (controllo presenza di calcificazioni).
Devo complimentarmi con il centro di Senologia e soprattutto con il sig. Davide per l’umanità, la gentilezza e la competenza che ha usato nei miei confronti.
Inoltre, caso rarissimo, sono stati rispettati tutti gli orari.
Sono davvero stupita favorevolmente da questo reparto!
Daniele. Attesa ingiustificabile in Radiologia Umberto I. Biopsia ossea: Dalle 9.30 di oggi che abbiamo lasciato l’accettazione, sono ora le 13.30 ed ancora dobbiamo aspettare. Uno schifo assurdo – e ci dicono ogni mezz’ora che verremo chiamati. A chi posso rivolgermi per denunciare!?
Valeria. Servizi igienici scandalosi. Patologia: Disturbi del sonno e invecchiamento: Oggi, portando mio padre ad una visita specialistica, ha avuto la necessità di usare i servizi igienici. Ci siamo trovati un bagno per uomini chiuso e in quello per donne il wc pieno di escrementi di feci anche sul bordo della tazza.
Già la scorsa volta avevo avuto un’esperienza simile recandomi in bagno, con pipì per terra e carta igienica sparsa ovunque, senza sapone né salviette per asciugarsi le mani. Ma questa volta è stato un incubo. Inoltre chiamando una operatrice sanitaria, mi ha risposto che loro non sono tenuti a controllare i servizi e che era colpa dei senza fissa dimora che entrano nei bagni e lasciano di tutto. La sensazione che si prova entrando in questo ospedale, che ha ottimi medici peraltro, è di degrado e abbandono, nonchè totale indifferenza per i malati. Per pagare la visita infatti ho dovuto lasciare mio padre novantaduenne da solo per parecchio tempo in un reparto per recarmi in un altro plesso.
Se vogliamo salvare il nostro Servizio Sanitario Nazionale non basterà la buona volontà e la professionalità degli operatori sanitari, quando c’è. Abbiamo visto che purtroppo non sempre c’è.
Se si darà vita ad un distretto salute a Pietralata occorrerà approfittare dell’occasione per rendere efficiente la struttura e l’organizzazione del lavoro. Chiaro che alla base di tutto c’è la intenzione politica di favorire il SSN e non de finanziarlo a vantaggio dei privati.
Il resto è una conseguenza di questo impegno. Suggerisco comunque a chi di dovere, che venga presa in considerazione la realizzazione di uno sportello “Assistenza al cittadino” che possa raccogliere proteste e reclami e che dia un seguito immediato agli interventi dell’autorità nei confronti dei reparti che non si dovessero conformare al criterio di efficienza, di utilità e anche di umanità richiesti.
Non un iter burocratico che affoghi nel mare magnum delle carte, ma un’Authority che intervenga immediatamente a verificare cosa si è inceppato e perché e trovare una soluzione. Funziona così spesso anche all’estero e funziona davvero, nel senso che il reclamo dà seguito a verifiche, multe e anche a cambiamenti nella gestione e nelle carriere.
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