La classifica del clima nelle città: come si posiziona la nostra Capitale?
Se il bel tempo fosse l’unico criterio per scegliere dove vivere, le città del Mezzogiorno d’Italia dovrebbero essere le preferite da chi vuole stare meglio
La classifica del Sole24ore sulle città capoluogo italiane dove si vive meglio penalizza in parte Roma ma ancora più Milano 86esima e Belluno, ultima.
Si vive dove si trova lavoro, dove si trova l’amore, dove si è nati, dove si sta bene. Queste sono le regole base per scegliere dove abitare. Da qualche anno, anzi da parecchio ormai, gli Italiani non sono più tanto restii a cambiare luogo in cui vivere. Una volta difficilmente si lasciava il paese natio, se non per necessità di lavoro, magari tornandoci spesso e sognando di trascorrervi il tempo della pensione.
Ma non è più sempre così. Un po’ la necessità di migliorare il proprio status, un po’ la voglia di conoscere il più possibile il mondo in cui viviamo e anche la facilità con cui si può viaggiare, hanno fatto si che in molti, i più giovani soprattutto, decidano di scegliere dove vivere per motivi diversi.
L’Italia non attira più gli stranieri per venirci a vivere e comincia ad attirare sempre meno anche gli Italiani
L’Italia non è più una meta che attira tanto gli stranieri, per quanto riguarda viverci, è una meta turistica molto ricercata ma viverci comporta troppi problemi e solo chi ha ampie possibilità di denaro e introiti cospicui esteri decide di venire a vivere in Italia, pagando le tasse nel proprio Paese però. Di contro anche molti giovani italiani e pensionati, invece, cercano fuori dei nostri confini le occasioni per farsi una vita o per trascorrere al meglio la terza età. Uno dei parametri per scegliere dove vivere resta il bel tempo.
Dove piove di meno, dove ci sono più giornate di sole, poco ventose e poca nebbia. Il Sole 24ore ha redatto una classifica dei dati forniti da 3bmeteo, per il decennio 2013-20123. Questi dati vengono utilizzati nell’indagine “Qualità della vita” che il quotidiano finanziario realizza ogni anno e che ci fornisce uno spaccato delle 107 città capoluogo italiane dove si vive meglio dal punto di vista climatico.
Le condizioni che fanno di Bari la città col migliore clima di tutte
Otto ore e mezza di sole al giorno, nove giorni di precipitazioni estreme all’anno, settantaquattro giorni di pioggia su 365, solo 158 giornate l’anno fuori dal comfort climatico (ovvero con un’umidità relativa superiore al 70% o inferiore al 30 per cento) e una brezza estiva a 7,2 nodi medi giornalieri, è Bari la città con il miglior clima in Italia.
Se il bel tempo fosse l’unico criterio valido per scegliere dove andare a vivere, le città del Mezzogiorno d’Italia dovrebbero essere le più selezionate da chi vuole stare meglio. Logico che non basta. Ci vogliono altri incentivi che purtroppo in Italia mancano: le possibilità di trovare occupazione, il rispetto altrui, la meritocrazia, la mancanza di criminalità organizzata, buoni servizi e infrastrutture e facilità di comunicazione.
I tempi di percorrenza dei treni nel Sud sono ottocenteschi, quando si andava in carrozza. La Puglia invece avrebbe tutte ottime chances dal punto di vista climatico, se consideriamo che la provincia della triade Barletta-Andria-Trani occupa la terza posizione e Brindisi l’ottava. Invece di buttare denaro nel Ponte sullo stretto, che non vedrà mai la luce, ci sarebbe da migliorare le strade e le ferrovie, le scuole, gli ospedali e si darebbe lavoro a ben più che 120mila persone, migliorando la qualità della vita di tutto il Mezzogiorno.
Il Sud è ovviamente avvantaggiato, almeno in questo, rispetto alle altre zone d’Italia
Il Sud è ovviamente avvantaggiato, dal punto di vista delle giornate di sole e di bel tempo, Catania 4ª, Pescara 5ª, Chieti 7ª, Agrigento 9ª, Cagliari 10ª.
Tra le città con il clima migliore – non con le migliori condizioni ambientali – spiccano le zone costiere, così come alcune città in quota (ad esempio Aosta ed Enna) capaci di offrire maggiore comfort grazie alla circolazione dell’aria, rispetto alle aree interne: qui aumentano le ore di sole, l’indice di calore resta medio-basso, mitigato dalla brezza estiva, e sono pochi gli eventi estremi. Le città della presunta “Padania” offrono altre cose ma non un buon clima e nemmeno un’aria respirabile.
Da qui la simpatica richiesta di Ornella Vanoni a Che tempo che fa, sul Can.9, affinché Salvini lasciasse stare il Ponte sullo stretto, che non lo vuole nessuno, neanche i calabresi e i siciliani, e si proponesse di buttare giù il monte Turchino, di 672 metri, che divide le valli del Gorsexio e Ceresolo, dalla Valle Stura e impedisce allo smog che avvolge la Pianura Padana e Milano di defluire verso il mare. L’aria a Milano è irrespirabile e ne va della salute dei milanesi e incide sulla lor qualità della vita, che infatti per la classifica del Sole24ore mette il capoluogo lombardo all’86° posto.
Belluno e Pianura padana sono nel fondo della classifica
Viene subito da dire: cari amici del nord, guadagnerete meglio, ma fate una vita! Si trovano infatti in fondo alla classifica le città della pianura padana e del nord Italia. Ancora una volta Belluno è ultima nell’indice di soleggiamento (appena 6,7 ore di sole in al giorno, contro una media nazionale di 7,8) e per giornate fredde (23,6 in media ogni anno con temperatura massima percepita minore di 3° C).
Penultima per l’umidità relativa elevata, che prende in considerazione i giorni troppo secchi d’estate e quelli troppo umidi d’inverno, in tutto 255 nel capoluogo veneto. Ha 118 giornate piovose all’anno con almeno 2 millimetri di precipitazioni cumulate, superata solo da Lecco dove la media del decennio tocca i 122 giorni.
Le città del Lazio sono tutte parecchio dopo Roma, che comunque ha una vivibilità elevata dal punto di vista climatico
Le città laziali si posizionano tutte dopo Roma (25 ª), con Viterbo al 49°posto, Latina 38°, Frosinone 69° e Rieti piuttosto indietro, all’83° posto. Negli ultimi dieci posti della classifica si incontrano diversi centri della pianura padana, che si posizionano lungo l’asse del Po: Alessandria (106ª), Pavia (105ª), Cremona (104ª), Piacenza (102ª), Lodi (101ª), Asti (100ª) e Ferrara ( 99ª). In particolare, Rovigo in Veneto risulta il territorio con più giornate di nebbia, oltre 57 all’anno. Verbania è ultima con una maggiore frequenza di precipitazioni estreme, in tutto 90 giorni tra il 2013 e il 2023 con più di 40 millimetri di pioggia cumulata in almeno una fascia esaoraria. Ad essere penalizzate per lo stesso indicatore – penultima e terzultima – sono Varese e Como, dove le “bombe d’acqua” sono state rispettivamente 76 e 74 nel decennio.
I record positivi e negativi delle troppe ondate di calore, del troppo vento, del soleggiamento o dei giorni troppo secchi o troppo umidi
Si registrano infine dei record in male o nel bene per diverse città. A Siracusa, l’estate 2023 ha avuto un’ondata di caldo eccezionale che ha toccato il massimo storico dei 47° C, ed ha anche il più elevato indice di calore: 111 giornate l’anno con temperatura percepita superiore a 35 gradi.
Terni si distingue per la maggiore frequenza media annua di ondate di calore, in tutto 29 sforamenti oltre i 30° per tre giorni consecutivi, all’opposto rispetto ai record positivi delle province liguri di Savona (2 ondate) e Genova (3 ondate).
Sondrio è il territorio meno ventoso, con solo otto giorni nel decennio caratterizzati da raffiche di vento e una brezza estiva quasi assente. Agrigento è prima nel soleggiamento con 9,1 ore di sole in media al giorno. Catania, infine, conta il minor numero di giorni l’anno troppo secchi o troppo umidi, appena 111.