La Lega Pesca chiede il riconoscimento di calamità naturale!
Notizie come questa meriterebbero una pagina in cronaca, se non dello spettacolo.
Già, perché pare che nelle azzurre acque della Liguria si nasconda una pericolosa e affamata gang di tonni in cerca di prede che nemmeno la mente del miglior Spielberg d'annata avrebbe potuto partorire, sceneggiare.
Secondo i pescatori, infatti, i tonni di quelle zone “sono di taglia importante e arrivano a pesare 150 kg e, aggiungono, sono di indole pigra”, quindi non cacciano aspettando di “attaccare le reti piene di acciughe, sfondandole per cibarsi del contenuto”. Neanche quando si usano le lampare, la classica pesca notturna, si è al sicuro, insistono, perché “i predatori si piazzano sotto le luci e approfittano del facile banchetto”.
Come trama non c'è male, anche se non proprio originale. I giapponesi, ad esempio, hanno già “fatto” di questi film cambiando il protagonista che, nel loro caso era ed è la balena, per giustificare un oceano vuoto come il frigorifero di casa al rientro dalle vacanze di ferragosto.
Buona, però, la storia delle lampare. Suggestiva e piena di suspence. Immaginare tante future scatolette all'olio di semi che si appostano per tendere agguati è, perlomeno, da nomination.
A questo punto, dopo il leviatano, servirebbe un protagonista umano, meglio se di sesso femminile, tanto per dare un po' di colore, ma che sia in grado di reggere il tono incalzante del lungometraggio. Insomma, poche battute ma d'effetto! Già, sembra facile. La Jolie è impegnata e, a parte la Kidman, già sul set di un altro film, non ci viene in mente altro. “Belen?” Ma basta!
Ecco, questi sono i dilemmi che rallentano le riprese e aumentano i costi di produzione.
E se fosse un nome italiano? Potrebbe essere un'idea…E allora ecco il cameo della Responsabile Servizi Lega Coop Lega Pesca Liguria, Barbara Esposito che, subito, al primo ciak, fa centro! Ecco uno stralcio delle sue battute previste: “Ritengo che ci siano gli estremi per l'accoglimento della domanda di calamità naturale perché i tonni distruggono le reti e mangiano il pesce. Ormai (scena tramonto rosseggiante alle spalle) il Mar Ligure è di proprietà dei tonni…”.
Chiara, d'impatto e, sul finale tragica e travolgente al tempo stesso. Perfetta!
Magari avrebbe potuto aggiungere che da decenni i pescatori (qualcuno no, per carità) e non solo in quelle acque pericolosissime, “arano” i fondali distruggendo qualsiasi forma di vita e tirano su di tutto pur di rifornire pescherie e ristoranti costretti a servire spiedini formato mignon e fritture in scala 1 a 25 dove la zanchetta e la sogliola, sempre che le trovino, sembrano embrioni. Oppure che, per tornare ad un mare quasi decente, servirebbero anni di fermo pesca e non poche settimane di tanto in tanto, perché se i fagiani o le lepri non ci sono più e li ho fatti fuori tutti, non posso fare il cacciatore per sempre facendo finta che ci siano ancora. Poi, per finire, avrebbe potuto aggiungere che è ora passata di ripensare la pesca anche nei nostri mari e che i controlli, i benedetti controlli, sul pescato dovrebbero cominciare in mare con il pesce ancora vivo, o quasi. Insomma, da aggiungere ce n'è ma sarebbe un altro film, diverso, meglio la “Gang”. E, allora, meglio continuare sulla falsa riga di questo ma senza aggiungere altro, magari lo farà nel prossimo film della serie che è già una saga. E' già previsto anche il titolo: “La gang dei Tonni 2.. The Revenge!”.
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