La “girasolina” Manuela si racconta…
Alla ricerca del sole…nonostante tutto!
L'amica che ci terrà compagnia oggi è Manuela, una dolcissima girasolina che nonostante lasci intravedere una malinconia è sempre sorridente e ottimista. Alla lontana tristezza che si vede in fondo ai suoi occhi dà voce quando ci dice, seppure con il sorriso sulle labbra, che questa esperienza le ha cambiato la vita, che per tanti aspetti niente è più come prima. Anche se per certi versi quando tutto si supera si è più forti, più disposti a vivere nel presente, assaporando tutto ciò che la vita può offrirci, da una parte c'è il ricordo, la malinconia per quello che la vita ci ha tolto, che sia anche routine, ma comunque certezza, stabilità, benedetta normalità.
Poi si ricomincia ed è quello che Manuela ha fatto senza mai perdere le speranze, negli occhi si è accesa una potente luce quando ha detto "ero certa della vittoria”. L'intruso nella sua vita è arrivato tre anni fa, è stato scoperto con una ecografia richiesta da lei stessa perché aveva sentito qualcosa nel seno e pensare che nei controlli effettuati tre mesi prima era tutto negativo. Da quando Lara, sua figlia, le ha spiegato che si trattava di un tumore, ha avuto la sensazione di entrare in una grande campana di vetro che la circondava completamente, lei sentiva le parole di Lara, ma le arrivavano come un racconto, come se il soggetto in questione fosse qualcun altro.
Si è affidata completamente a lei invertendo i ruoli, la malattia così improvvisa l'ha resa vulnerabile e aveva bisogno di essere guidata in quest'avventura e sapeva che sarebbe stata in buone mani, lei si limitava solo ad obbedire ciecamente. Essere seguita, indirizzata, ci dice, è stata una grande fortuna che tutte le donne colpite da questo uragano dovrebbero avere, è importantissimo sentirsi protette. Non ha potuto appoggiarsi a suo marito perché la paura lo ha bloccato, forse ancora più di lei, anche lui è entrato nella campana di vetro ma non riesce ad uscirne, forse perché quando questo male colpisce la donna che si ama da una vita è difficile crederci ancora.
“Mia figlia insieme agli altri medici organizzava, prendeva contatti, io ho capito soltanto che era da fare tutto subito, ma non sapevo cosa, mi sono affidata completamente a lei. Pochi giorni dopo avevo subito una mastectomia bilaterale e l'immediata ricostruzione che in quel momento mi ha aiutato molto a non sentirmi mutilata anche se comunque ho la sensazione che non faccia parte di me. Pensavo di aver concluso la battaglia ma quando sono andata dall'oncologo, convinta che mi prescrivesse una terapia orale, sentendo la parola 'chemioterapia' si è rotta la campana di vetro in mille pezzi. Nonostante il mio rifiuto iniziale verso qualcosa che mi spaventava, dopo pochi minuti l'oncologo mi ha tranquillizzata ed io timidamente gli ho chiesto se avrei perso i capelli, in fondo ogni donna ci tiene tanto.
L'incontro con l'oncologo è finito con un sorriso, anche senza campana di vetro, mi sentivo serena e quel sorriso non mi ha lasciata mai, mi ha accompagnato in tutto il percorso, è stato la mia forza. Durante il periodo di chemioterapia mi sono esteticamente curata più del solito. Ho avuto dei turbanti meravigliosi tanto che entrando nel mio ufficio un cliente ha creduto fosse soltanto una mia stravaganza!!! Mi ha aiutato molto continuare a prendermi cura di me, la mia immagine era di una persona sana ed io così mi sentivo, in cura, ma sana”.
Ci racconta che proprio nel periodo della chemioterapia Manuela è stata invitata a sfilare con le donne del girasole, esperienza entusiasmante, “belle nonostante tutto”. Da quel giorno è entrata a far parte dell'associazione dove ha incontrato persone meravigliose, finalmente si è sentita libera di parlare della sua esperienza, del suo dolore, poteva liberarsi ed essere se stessa “In associazione ho trovato degli specchi, guardando le altre donne vedo me stessa, siamo molto unite, per me l'associazione è come una famiglia”.
Maria Luisa Piacentini
Foto Pantaphoto Bruno Pantaloni