La “Lobby dei taxi” paga il mutuo per la licenza
“Noi tassisti ci svegliamo all’alba e lavoriamo anche di notte in qualsiasi condizione. Chi fa attività di lobby, quella vera, è al caldo a vivere nell’agio”
La lobby è un gruppo organizzato di persone o di aziende che cerca di influenzare con varie modalità le istituzioni facendo pressione dall’esterno, per favorire particolari interessi. Questo, facendo leva su punti di forza. Come il prestigio di cui il gruppo gode oppure su elementi di sostanza come il denaro. Da tempo esistono vere e proprie ditte specializzate nell’attività di lobbying, ingaggiate per promuovere interessi attraverso metodi molto discutibili, come ad esempio Uberfiles e Qatargate dimostrano.
Un termine, lobby, che viene pure abusato e utilizzato in maniera impropria, quando arriva a coinvolgere lavoratori che vorrebbero solamente veder rispettati i propri diritti.
Abbiamo sentito l’opinione dei rappresentanti sindacali dei tassisti, Raffaele Salina segretario FAST CONFSAL TAXI, Ivo Speziali delegato regionale Lazio per URITAXI e Cesare Ragni di SUL TAXI.
Ivo Speziali (URITAXI). Perché quella dei tassisti viene definita una lobby?
A mio parere questo modus operandi è figlio di una comunicazione mediatica di parte, influenzata a monte proprio dalle autentiche lobby delle multinazionali che detengono i mezzi economici e di potere atti ad indirizzare le politiche a proprio piacimento. I tassisti sono lavoratori autonomi che contano solo sulla disponibilità dei propri mezzi e sulla sola e unica legittima azione sindacale tutelata dalla nostra Costituzione. Come altre categorie, siamo semplicemente dei padri di famiglia che cercano di svolgere il proprio lavoro, per avere una vita dignitosa.
Di certo non siamo in grado di poterci permettere pubblicità altisonanti e Hollywoodiane, né tantomeno di svolgere pressioni alle più alte Istituzioni attraverso aziende specializzate. I casi che avete citato, Uberfiles e Qatargate, dimostrano dove sono i reali colpevoli che utilizzano mezzi illeciti per i loro sordidi obiettivi, perciò non capiamo perché ci si ostini ad accostarci a realtà molto distanti da noi.
Raffaele Salina (FAST CONFSAL TAXI) secondo lei allora quale sono le motivazioni di questo parallelo, tassisti uguale lobby?
Il vero motivo lo conosciamo: i grandi capitali hanno interesse a destrutturare il settore e lucrare sulle nostre vite lavorative. Questo sta avvenendo quotidianamente tramite un’opera certosina di diffamazione nei nostri confronti, come certificato dallo scandalo Uberfiles. Quindi diciamo basta e crediamo sia il tempo di riconoscere che siamo unicamente lavoratori che chiedono legalità e trasparenza per un settore vessato dalla concorrenza sleale.
Ricordiamo che il TAXI è servizio pubblico, ma non grava con alcun costo sulla collettività. Anzi, è forse uno dei pochi esempi di servizio pubblico a costo zero, visto che ci gestiamo in prevalenza come liberi professionisti. Paghiamo la benzina come ogni cittadino comune, cosi come l’assicurazione del nostro mezzo, senza sconti. Non abbiamo agevolazioni per l’acquisto di vetture nuove, se non sporadicamente, e molti sono titolari di partita IVA con i relativi costi. Eppure continuiamo 365 giorni l’anno a fornire un servizio fondamentale per la comunità e per l’utenza fragile, senza tutele. In mezzo a rischi continui di rapine e aggressioni.
Cesare Ragni (SUL TAXI). Quindi le vostre rimostranze hanno altri motivi?
Ci svegliamo all’alba e lavoriamo di notte in qualsiasi condizione. Sicuramente chi fa attività di lobbying, quella vera, sarà al caldo a vivere nell’agio. Allora scusateci se dobbiamo difenderci da tutto questo cercando di tutelare il nostro futuro e le nostre famiglie. Ricordiamo ai più, che era stata approvata una precisa regolamentazione del settore nel 2019 che non ha mai preso vita per la mancanza di decreti attuativi rimasti nel cassetto.
Da anni quindi assistiamo a una vera e propria giungla urbana, dove due servizi ben distinti e complementari come Taxi e Ncc si sono sovrapposti. Per la soddisfazione di molti che vivono nell’illegalità costante, consentendo a grosse aziende di infiltrarsi nel settore. Questo gioco, se proseguirà, alla lunga peserà anche sull’utenza che non avrà più la certezza delle tariffe, sotto le mentite spoglie della modernità. Dopo tutto questo, avranno ancora il coraggio di chiamarci lobby?