Dopo ‘’Bach in Jazz’’, ‘’Suoni dall’orizzonte’’ e ‘’Battisti e Jazzisti’’ è la volta di ‘’Nova Res’’ una sfida fra la Musica classica e la Musica Jazz a confronto per un duello d’amore. L’idea chiave del progetto è quella di proporre una musica più vicina al pubblico, anche se non per questo più semplice. Ecco la nuova proposta del Maestro Andrea Sartini,musicista e compositore, laureato presso il Conservatorio "S.Cecilia" di Roma in Pianoforte, Composizione Sperimentale, Jazz e Didattica, specializzato all'Accademia de ‘’La Scala’’ (Milano), vincitore di numerosi concorsi, riconosciuto concertista a livello internazionale per la musica classica, opera, jazz e musica leggera.
La musica in mille declinazioni. Denominatore comune: il desiderio di regalare un ascolto appagante. Questo è ’’NOVA RES’’, il nuovo cd del Maestro Andrea Sartini, musicista e compositore, che torna al pianoforte per raccontarci lo stupore e l’incanto della sua musica. Come l’arcobaleno, anche la musica ha sette colorazioni, sette note, sette vibrazioni che intonano il divino; ma ‘’Nova Res’’ le intreccia in un percorso meta narrativo che ci svela la parte mistica dell’arte, ma anche il lato più emotivo dell’uomo . Abbiamo incontrato il Maestro Sartini al Grand Hotel St Regis di Roma dove ci accoglie durante una pausa dei suoi concerti serali.
1) CI PARLI DEL SUO CD NOVA RES… QUAL E' L'IDEA GUIDA, L'ISPIRAZIONE CHE L'HA CONDOTTA A QUESTA SUA NUOVA PROPOSTA MUSICALE?
Con Nova Res ho voluto concretizzare il percorso che ho intrapreso nella ricerca di uno stile personale. La mia formazione classica, successivamente ha abbracciato il jazz. A partire da quel momento, ho sempre oscillato tra un genere e l'altro, studiando come esprimere una contaminazione tra i due stili. Il passo successivo è stato creare un genere che si potesse collocare a metà strada, un genere nuovo.
2) LA MUSICA PER LEI E' PIU' UN FERMARSI O UN AFFERMARSI?
Senz'altro un fermarsi. Ascoltare significa fare attenzione a tanti piccoli particolari, cogliere sfumature nascoste, ripercorrere il pensiero compositivo dell'autore. Tutto questo è possibile solo dedicando totale attenzione alla musica. L'affermazione personale è un'altra cosa, una necessità legata all’ego che non mi piace assecondare, se non nel suo aspetto creativo di condividere con gli altri la mia visione del mondo.
3) QUALI PORTE APRE LA MUSICA, A QUALI MISTERI CI SCHIUDE?
La musica è un campo così vasto , un infinito che esplori nel percorso della conoscenza. In realtà non rappresenta un solo un singolo aspetto della cultura, è una filosofia di vita: abbraccia tutte le discipline umane: fisica, acustica, estetica, arte, storia. Chi studia musica impara la disciplina. Gli studi scientifici dimostrano come sviluppi l'intelligenza. Credo che non basti un’esistenza per raggiungere i mille vasti orizzonti su cui si affaccia la musica.
4) L'ITALIA E' CHIUSA IN UNA CRISI ARTISTICA E CULTURALE ASFITTICA. IN CHE MODO LA MUSICA PUO' INFRANGERE QUESTE BARRIERE CHE LA VOGLIONO RINCHIUDERE?
Non ci possiamo illudere. La musica e l'arte non possono sopravvivere in modo autonomo. Il governo dovrebbe tutelare gli artisti in una sorta di mecenatismo moderno, permettendo di andare oltre il piatto prodotto commerciale che esce fuori dalla politica del libero mercato. Purtroppo questa è un’ utopia, poiché se questo si realizzasse, prevarrebbe il clientelismo tipico del nostro Paese.
5) COSA VUOL DIRE COMPORRE MUSICA NELL'ERA DI INTERNET?
La tecnologia è solo un mezzo per poter vivere meglio, se si trasforma nell'oggetto della nostra vita diventiamo persone aride. Io sono un appassionato di tecnologia, tuttavia preferisco ancora scrivere a matita su fogli pentagrammati. Soltanto in un secondo momento trascrivo e rielaboro al computer, il che indubbiamente consente cose che in passato erano impensabili, ma raffredda l’emozione. Per questo il momento della creazione va tutelato e protetto come fosse un neonato da accudire con amore, pazienza e calore.
6) LE NUOVE TECNOLOGIE AIUTANO LA MUSICA, INIBENDO LE LOGICHE DEL PROFITTO DELLE CASE DISCOGRAFICHE?
Mi accade spesso una cosa poco piacevole: quando propongo dei concerti, mi chiedono spesso di sostituire i musicisti con parti elaborate al computer. Questo perché ormai siamo abituati ad ascoltare musica da apparecchiature elettroniche, tutto è digitalizzato, di conseguenza non si conosce e non si apprezza l'aspetto acustico della musica, in poche parole non si apprezza la vera musica. Se a tutto questo aggiungiamo l'unico interesse delle case discografiche, il semplice guadagno, appare chiaro come ci stiamo allontanando sempre più dall'idea pura di arte. Un pericolo da scongiurare rimanendo ancorati a parti insostituibili: gli aspetti artistici umani.
7) LEI, CHE OLTRE AD ESSERE UN MUSICISTA E COMPOSITORE, E' UN INSEGNANTE, COSA PUO' DIRCI DELLA CULTURA MUSICALE DEI GIOVANI DI OGGI?
Come insegnante ho costantemente riscontro di quanto i ragazzi (come i propri genitori) abbiano un'idea distorta di cosa sia la musica. Innanzitutto non conoscono tutta la musica che oggi viene prodotta, considerando tale solo ciò che passa attraverso i mass media. Come già detto, non hanno idea della reale fruizione musicale, essendo abituati all'esclusivo ascolto tramite apparecchiature elettroniche. Ma soprattutto non hanno i mezzi per comprendere l'ascolto, poiché non ascoltano con attenzione e concentrazione. La loro attenzione si rivolge quasi esclusivamente alle parole di una canzone, ovvero a qualcosa che arricchisce la musica ma che, se vogliamo, rientra nel campo della poesia. Tuttavia è possibile educare i giovani al cambiamento.
8) C'E' UN FUTURO PER I SUOI ALLIEVI CHE ALLA MUSICA VOGLIONO CONSACRARSI?
Il futuro è ciò che noi creiamo. Un giovane musicista dovrebbe pensare di fare musica non per il proprio successo, bensì per la propria felicità. Se ciò accade, allora un futuro ci sarà.
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