Opinioni

La pandemia non finirà con i vaccini, dicono gli esperti. Ci aspetta un futuro di pericolo e controllo sociale

La terza ondata si sta esaurendo ma resta il pericolo di un invasivo e capillare controllo sociale “A fini terapeutici”. Si susseguono speranze e promesse di riaperture parziali.

La terza ondata e le riaperture parziali

Sembra che la terza ondata di pandemia da Sars-Cov2 si stia esaurendo, secondo l’andamento delle curve rappresentative studiate dai tecnici e interpretate dai responsabili dell’Iss e del Cts.

Iniziata a fine gennaio-inizio febbraio e progredita velocemente, ha raggiunto il picco nella terza decade di marzo. Ad oggi, gli esperti ci dicono che sono diminuiti contagi e decessi, ma permane una forte pressione sulle strutture sanitarie, anche nelle terapie intensive.

Anche l’indice di contagio Rt è sceso sotto l’unità quasi dappertutto; però, per precauzione, il governo è orientato a mantenere ancora il lockdown e l’attuale colorazione rosso/arancione almeno fino alla fine di aprile.

Se fra una settimana si manterrà ancora il trend discendente delle curve e saranno vaccinati più anziani sopra i 75 anni; se, in base alla verifica dei dati, una regione potrà passare alla zona gialla, allora saranno possibili parziali e graduali riaperture di attività aperte al pubblico. Prima i ristoranti all’ora di pranzo, poi le sale per spettacoli e i musei, quindi i bar e le palestre, ma soltanto con allenamenti individuali.

Come si vede, riaperture veramente esigue. Intanto, molte di quelle attività hanno chiuso per sempre, schiacciate dai debiti e dalla mancanza di ristori o sostegni, che dir si voglia.

La questione dei vaccini

Ma le ipotesi senza le quali la riapertura è impossibile non si verificheranno facilmente, a causa della mancanza di vaccini dovuta ai gravi errori commessi dall’Europa con le multinazionali di Big Pharma. Soltanto adesso, dopo le molte critiche ricevute, la Commissione UE si è decisa a querelare le suddette per inadempienza contrattuale.

In seguito a questi avvenimenti sono aumentate le forniture di vaccino che riceviamo da diversi soggetti (Pfizer, AstraZeneca e Jhonson); nonostante ciò, la quantità necessaria per vaccinare il 70% del paese non sarà disponibile prima dell’estate.

Allora, quando raggiungeremo l’immunità di gregge, che ci farebbe uscire definitivamente dallo stato di emergenza? In autunno, o alla fine dell’anno?

Se mai ne usciremo. Già diversi virologi ed epidemiologi hanno dichiarato che probabilmente non si otterrà l’immunità di massa con i vaccini; inoltre, ci sono ancora incertezze sull’efficacia e sulla durata della protezione data da essi. La stessa OMS, per bocca del suo criticato presidente Ghebreyesus, ha dichiarato che dopo questa epidemia ce ne potranno essere altre, forse anche più gravi.

Da un’intervista alla dottoressa Ilaria Capua

L’intervista della Dr.ssa Ilaria Capua al Corriere della Sera. Esperimenti GoF e pericoli della manipolazione genetica dei virus.

Vale perciò la pena di prendere in considerazione l’intervista rilasciata al Corriere della Sera lo scorso 5 aprile dalla virologa Ilaria Capua.

Che non è soltanto interessante, ma addirittura inquietante.

Inizia con la frase: “La scienza non può più nascondersi dietro un filo d’erba”, che introduce il discorso sulle manipolazioni dei virus con le tecniche degli esperimenti GoF , Gain of Functions (guadagno, o incremento, di funzioni), eseguiti in laboratori avanzati da più di tre decenni.

La manipolazione consiste nella sostituzione di alcuni geni di un virus, in modo da renderlo più patogeno o più trasmissibile; il prodotto ottenuto viene studiato in un ambiente controllato, allo scopo di cercare antidoti più efficaci. Va anche ricordato che mutazioni simili avvengono spontaneamente nelle cellule cancerogene; perciò gli esperimenti GoF sono importanti anche per l’oncologia, oltre che per gli studi della virologia.

Fin dall’inizio, ci furono voci critiche di questa sperimentazione, poiché potenzialmente pericolosa; alcuni scienziati osservarono che “anche il miglior laboratorio può commettere errori, ovvero qualcosa può sfuggire al controllo”.

Infatti, ricorda la Dr.ssa Capua, quando si riuscì a modificare il virus H5N1 dell’influenza aviaria, rendendolo molto più contagioso, dopo aspri confronti si decise che non fosse opportuno pubblicare la ricetta della manipolazione. Sarebbe stato pericoloso, poiché facile da riprodurre da parte di tutti, anche dai malintenzionati. Così il governo americano emanò una legge di moratoria per questo tipo di ricerca.

Era il 2012; una decina di anni più tardi, quella legge fu bypassata da nuove normative.

Indagini sull’origine della pandemia. Rapporto tra Cina e OMS

All’inizio di questa spiegazione tecnica e storica, la Dr.ssa Capua affermava che c’è “una verità implicita nel fatto che l’OMS abbia inviato, dopo un anno, una missione a Wuhan per indagare sull’origine del virus Sars-Cov2”. Avallando così pesantemente il sospetto della sua origine niente affatto naturale.

E infatti, ricordiamo che l’anno scorso la Cina si era sempre opposta ad una tale missione; aveva fornito soltanto alcuni campioni prelevati dal mercato umido di Wuhan, dopo che questo era stato sanificato. Oggi, dopo che il gruppo misto, costituito da scienziati dell’OMS più esperti cinesi, ha concluso che probabilmente (ma non c’è un grado di certezza) l’infezione sia partita dal mercato, le autorità cinesi hanno invitato a cercare l’origine della pandemia in altri Paesi.

Nel seguito dell’intervista la Capua sottolinea il pericolo di finanziamenti internazionali della metodologia GoF: nei prossimi anni vi sarebbe una proliferazione in tutti i continenti di laboratori in grado di creare virus potenzialmente pandemici, la cui sola esistenza costituirebbe un rischio gravissimo per l’umanità.

Il distanziamento sociale come regime di controllo sociale

I possibili pericoli per il prossimo futuro. Il distanziamento sociale come regime di controllo.

La Dottoressa aggiunge poi che, per schiacciare definitivamente la curva del Sars-Cov2, ma anche per difenderci da un futuro evento pandemico, abbiamo bisogno di vaccini più agili, cioè più facilmente somministrabili. L’ideale sarebbe produrre vaccini stabili a temperatura ambiente, in forma di cerotto, spray o chip, adatti all’uso individuale e in quantità tali da poter essere spediti in tutto il mondo.

Ma per raggiungere un simile obiettivo si deve non soltanto investire sulla ricerca, ma riformarla;

e infine dice: “in futuro, vogliamo investire sul potenziamento dei virus o dei vaccini?”

La conclusione dell’intervista sembra, più che un auspicio, una raccomandazione piuttosto allarmata rivolta ai governi ed agli scienziati di tutto il mondo.

GoF, tecniche di manipolazione dei virus e controllo sociale

Inoltre, rivelandoci la pericolosità delle tecniche GoF, ci conferma ciò che potevamo sospettare, cioè che esistono in diversi paesi laboratori di manipolazione genetica.

D’altronde, sapevamo già che all’uso storico di armi chimiche e batteriologiche si erano aggiunte poi quelle biologiche. In questo campo (come in altri), la ricerca è segreta e diretta dai governi, o meglio alle dipendenze dei ministeri della difesa dei Paesi, spesso dei servizi segreti.

Con la tecnologia raffinata di oggi si cercano armi addirittura selettive nei confronti di popoli o particolari etnie.

Conosciamo l’uso sciagurato che è stato fatto di queste armi, prima nelle due guerre mondiali, poi nelle guerre localizzate in Indocina ed in Medio Oriente.

La storia ci insegna che non solo le potenze fanatiche e dittatoriali, ma anche i regimi cosiddetti democratici hanno usato armi di distruzione di massa; ed hanno continuato a farlo anche nel recente passato, ma spesso noi lo ignoriamo per disattenzione o egoismo.

Questo è uno dei grossi pericoli paventati dalla Capua nella sua perorazione finale.

L’altro è la convinzione che in un futuro molto prossimo accadrà una nuova pandemia, per la quale abbiamo perciò il dovere di prepararci. Predizione fatta già da altri esperti, come già detto, e da esponenti politici; per noi dal ministro Speranza, per esempio.

Pertanto, se c’è un ciclo lungo di pandemie, è giustificato mantenere uno stato continuo di emergenza e distanziamento sociale, che diventa un vero e proprio regime di controllo degli individui .

Regime non imposto, ma fatto accettare alla maggioranza tramite il valore assoluto della tecnica, eretta come moderno totem a salvaguardia della salute di tutti.

Cosa che stride fortemente, come artigli su una corazza metallica, con tutti i fatti e le opinioni che abbiamo narrato.

Stefano Marafini

Nasce nel 1950 ad Artena, dove vive tuttora. Ha studiato Fisica all’Università La Sapienza di Roma. Dopo un’esperienza lavorativa, si è laureato in Fisica nel 1984. Ha insegnato in alcuni istituti tecnici e licei scientifici della provincia di Roma.

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