La pietra è pietra, la goccia è acqua, e le molestie invece?
Le molestie degli uomini alle colleghe di lavoro o alle sconosciute sono sempre più un’arma controproducente e superata di seduzione
Le molestie degli uomini alle colleghe di lavoro o alle sconosciute sono sempre più un’arma controproducente e superata di seduzione. Se non lo capiranno ci penserà il Codice Penale.
La pietra è pietra, la goccia è acqua, e le molestie invece?
Le molestie verbali o sessuali, sono un aspetto molto retrogrado della nostra società. Non voglio parlare delle violenze, quelle sono un reato che non ha bisogno di approfondimenti, è sufficientemente chiaro che lo sia, si tratta solo di appurarne i contorni e i danni fisici e morali e di conseguenza emettere un giudizio.
Nel caso delle moleste verbali i confini sono più labili ed è interessante parlarne perché riguardano una diversa interpretazione di valutazione tra uomo e donna, che andrà del tutto superata, che piaccia o meno.
Le molestie sono apprezzamenti, baci, palpeggiamenti non consensuali
I famosi video in cui Andrea Giambruno, ex fidanzato della Meloni, faceva delle avances a una collega, si toccava le parti basse nello studio, davanti a terze persone, con le quali pure dialogava, esprimendo ad alta voce apprezzamenti sulla giornalista presente, ha fatto discutere.
Lasciamo da parte la vicenda privata della coppia, che non è di nostro interesse. Ci va di indagare sugli atteggiamenti comportamentali di un uomo nei confronti di una collega di lavoro. La cronaca è ricca di episodi del genere.
Per esempio il 10 di settembre di quest’anno, in Spagna, Luis Rubiales, presidente della Federcalcio spagnola, si è dimesso dal suo incarico a seguito di una polemica scaturita da un bacio dato senza consenso alla calciatrice Jennifer Hermoso, durante la premiazione per la vittoria della Spagna nel mondiale di calcio femminile, del 20 agosto.
A Saronno (Varese), il 13 settembre, un gruppo di tunisini ha molestato una egiziana, palpeggiandola insistentemente mentre passeggiava in centro. Sono intervenuti dei suoi parenti e alcuni italiani di passaggio e ne è nato un tafferuglio poi sedato dai Carabinieri.
Anastasia Kusmina, una delle istruttrici di danza di Ballando con le stelle, ha denunciato di essere stata molestata da un dipendente delle Poste mentre spediva un pacco, il 21 settembre a Roma.
Giovanna Fumarola, giornalista che il 20 settembre si trovava sulla linea 5 della Metropolitana milanese ha denunciato di aver subito molestie “ovunque” dai tifosi inglesi del Newcastle che si recavano allo stadio.
Infine Barbara Palombelli, moglie dell’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli, ha dichiarato a Verissimo, su Canale 5, il 18 settembre, di aver subito molestie lungo tutta la sua carriera ma di non averle mai denunciate per paura del “prezzo altissimo” che si deve pagare.
Le donne spesso vengono da un vissuto lunghissimo di molestie
Alla base della molestia c’è sempre la non consensualità da parte del ricevente o della ricevente. Ovviamente le vittime di molestie sono al 99,9% donne, ma c’è anche qualche caso contrario che non prenderemo in esame, perché non crediamo che l’uomo possa sentirsi vittima, tranne in un caso, quando è dipendente della persona che lo molesta, sia esso anche una donna.
Quella del rapporto di lavoro è un dato fondamentale nel valutare la molestia. «Ho pensato che la collega di Giambruno» ha dichiarato domenica sera a Che Tempo che Fa la giornalista Concita De Gregorio, «dovesse avere un contratto a tempo indeterminato, per la pacatezza con la quale ha risposto in maniera ferma alle avances del suo collega». Chi sa che non perderà il proprio posto di lavoro non ha problemi a dire no, anche quando l’uomo fa apprezzamenti dietro lo schermo dello scherzo.
Quello che per lui è un gioco, per lei può non esserlo. Per un uomo è complicato da comprendere ma il vissuto di una donna, di una ragazza, è costellato di molestie. Molestie anche pesanti ricevute in famiglia da parenti, dagli stessi familiari più vicini, da compagni di scuola, docenti, amici di famiglia, sconosciuti. È quello che dice la Palombelli.
Una donna riceve continuamente molestie di vario
Una donna riceve continuamente molestie di vario tipo e livello di sgradevolezza, molte, la maggior parte, se le tengono per sé. La ragione è chiara. Non subire altra violenza. Quella di non essere creduta. Quella di essere considerata non la vittima ma la provocatrice della molestia. Com’eri vestita? Come ti sei comportata? Cos’hai detto per farlo parlare così? A molti possono sembrare questioni secondarie ma se ti senti preda e debole, la cosa va riconsiderata. Un essere fragile adotta sistemi di fuga e di difesa diversi da chi non si sente tale. Va messo in conto. Donne, bambini e anche anziani ma vale anche per prigionieri, rapiti, feriti, sono persone che pur nella loro dignità, devono sopperire con il silenzio a una mancanza di forza di fronte ad atteggiamenti prepotenti, arroganti, violenti.
L’uomo non comprende il peso dei suoi complimenti
L’altro aspetto che vorrei venisse considerato è quello dell’uomo che molesta e che non sa, non si rende conto di farlo. Nel comportamento maschile, più negli anni passati, ma resiste ancora oggi, viene naturale fare complimenti a una ragazza.
Si pensa che sia la maniera più facile per approcciarla. L’uomo sa, o pensa di sapere, che alla donna il complimento fa piacere. Però qui interviene l’ignoranza e il livello culturale di ciascuno. Per certi uomini il complimento è fischiare, gridare frasi al limite dell’osceno, addirittura toccare o palpeggiare, per altri è esprimere un complimento sull’abito, su un dettaglio del trucco, su un particolare fisico o meno.
C’è complimento e complimento. Uno ti può indisporre, la ragazza si sente minacciata, in virtù, ripeto, del suo vissuto, mentre nell’altro caso avverte che nel complimento non c’è nessun doppio senso, che si ferma lì l’apprezzamento per un lavoro fatto, per un abito ben portato, per due bellissimi occhi. Se si va oltre. Se l’apprezzamento si accompagna ad una mano sul collo, ad un tentativo di bacio sulla guancia, la cosa assume un’altra dimensione. L’uomo dirà: «Ma che ho fatto di male?» Lo sa benissimo ma sa anche che nel suo pensiero c’era ben altro desiderio, in fondo s’è contenuto, perché viene redarguito?
Per il Codice Penale è un reato affine a quelli contro la persona
Per la legge il reato di molestie, nonostante presenti delle affinità con i reati che appartengono alla categoria dei reati contro la persona, è in realtà posto a tutela della tranquillità pubblica ed in particolare dell’ordine pubblico.
Tale reato presenta molteplici elementi in comune con altri reati contro la persona come lo stalking o le minacce ma se ne discosta per alcune importanti caratteristiche e anche per gravità.
Che cosa intende il Codice Penale per molestie?
«L’art 660 dispone che chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, oppure col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 516. Per petulanza si intende ogni condotta compiuta con arroganza, sfacciataggine e indiscrezione, mentre il biasimevole motivo, viene identificato con ogni altro movente riprovevole. La condotta può manifestarsi in qualsiasi luogo, pubblico o privato, ed anche per mezzo del telefono, e consiste nel molestare terze persone, interferendo nella vita privata altrui».
Nonostante i progressi la società è piena di stereotipi sulle donne
Qualche hanno fa, nel 2020, Save the Children ha pubblicato una inchiesta per valutare se il comportamento degli adolescenti fosse cambiato rispetto alle ragazze. Ipsos aveva preso un campione di ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni, italiani proprio per valutare se vi fossero ancora presenti quegli stereotipi che costituiscono il terreno sul quale prolifera il comportamento maschilista, che vede nella donna una preda, una proprietà, un essere inferiore.
Il dato che emerge da quella ricerca che il 70% delle ragazze dichiara di aver subito molestie nei luoghi pubblici e apprezzamenti sessuali. Al 64% di loro è capitato di sentirsi a disagio per commenti o avance da parte di un adulto di riferimento. Ancora poche quelle che denunciano le molestie, sia per paura della reazione (29%) che per vergogna (21%).
Nella rete si vedono immagini, video, pubblicità, film, serie tv e programmi in cui il 39% dei ragazzi e delle ragazze in Italia sono esposti online a contenuti che giustificano la violenza contro le donne, con una forbice che si allarga dal 31% dei maschi al 48% delle femmine. Tra le ragazze il 41% ha visto postare dai propri contatti social contenuti che l’hanno fatta sentire offesa e/o umiliata come donna, e di queste un 10% si è sentita maggiormente esposta durante il lockdown.
Per contrastare i pregiudizi c’è ancora molto da fare. Al punto che il 15% degli adolescenti (il 21% tra i maschi e il 9% tra le ragazze) pensa che le vittime di violenza sessuale possano contribuire a provocarla con il loro modo di vestire e/o di comportarsi.
In Italia il 31% delle donne ha subito una qualche forma di violenza
In una ricerca pubblicata nel 2014 l’Istat sosteneva che in Italia il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale. Il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).
Come ho detto non voglio indagare qui sulla violenza fisica e sessuale, anche se va detto, che questo tipo di violenza è la conseguenza possibile di quella verbale. Non che chiunque faccia una avance a una ragazza sia un violentatore potenziale, ma l’idea che sostiene questo tipo di violenza, è lo stesso.
Le molestie sul lavoro e per strada
Ci sono dei comportamenti che le donne odiano. Che avvengono per ragioni connesse al sesso e aventi lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una lavoratrice o di un lavoratore. Di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo.
Sono i comportamenti più vigliacchi, perché perpetrati da una condizione di potere, da un datore di lavoro, da un dirigente, verso un’impiegata, magari non ancora assunta o con un contratto a tempo determinato.
Il diniego della donna le può costare l’occupazione e la carriera. Denunciare il molestatore è sempre un rischio, quello di non essere creduta. Diverso è il cosiddetto catcalling ovvero le molestie verbali nei confronti delle donne. Apprezzamenti sul fisico, battute sul vestiario, un colpo di clacson o fischi veri e propri.
L’Accademia della Crusca lo definisce: «molestia sessuale, prevalentemente verbale, che avviene per strada». Ma può accadere anche in ufficio, in fabbrica o a scuola. Difficile qui denunciare il molestatore anche se in qualche caso è successo.
Molestie per strada in diretta tv, differenze tra Italia e Spagna
La giornalista Greta Beccaglia di Tele Toscana, durante una diretta dallo Stadio dell’Empoli il 20 dicembre del 2022, subì una toccata di sedere da un tifoso. Il quale venne identificato dalla Polizia come Andrea Serrani, 45 anni, di Ancona e denunciato. Ma anche il conduttore del programma, Giorgio Micheletti venne sospeso dalla Direzione della Tv. Aveva incitato la collega ad andare avanti, che non era successo niente di grave.
Diverso l’esito di un caso simile accaduto a Madrid il 12 settembre. La giornalista di Canale Cuatro, Isa Balado, stava raccontando i dettagli di una rapina, quando un uomo le si è avvicinato toccandole il sedere, mentre la donna lo spingeva via. Qui al contrario dell’Italia è stato il collega da studio a intervenire: «Scusa se ti interrompo, Isa, ma ti ha appena toccato il sedere?». La donna, visibilmente a disagio, ha risposto di sì, al che il collega ha replicato: «Non riesco a capire, puoi mettermi davanti questo stupido, per favore?».
L’esito della vicenda è che la Polizia spagnola ha fermato il molestatore mostrando le immagini dell’arresto.
Imparare il rispetto non può che fare bene agli uomini
Può risultare incomprensibile alle donne ma per certi uomini toccare il sedere sarebbe un complimento. Vaglielo a spiegare che non è così. Per fortuna oggi è sempre più complicato per gli uomini fare “complimenti “alle colleghe di lavoro.
Rischiamo una multa o una sospensione che può anche diventare licenziamento. Ancora non hanno ben compreso la differenza tra complimento e molestia e, credo, chi ha più di 18-20 anni difficilmente lo capirà. Quindi bene ci sia una legge che può insegnare loro la differenza sostanziale. Il segreto per poterlo capire in fretta sta nella risposta della collega di lavoro. Se è consenziente a ricevere complimenti, quelli che siano, o se non lo è.
La discriminante potrebbe essere tutta qui, ma attenzione. Quello che può piacere una volta non è detto che piaccia sempre. Quindi bene farebbero gli uomini ad astenersi comunque dal fare certi complimenti, fuori del proprio rapporto d’amore, con l’amante o la fidanzata o la moglie. Meglio astenersi con le sconosciute e con le colleghe. Forse così potrebbero anche imparare un comportamento più adeguato ai tempi, nella divisione dei compiti familiari e domestici.
Non sentirsi più i padroni di casa (e delle vite dei familiari) ma i compagni (temporanei) di vita.