Continuano ad emergere particolari scioccanti dalle intercettazioni che riguardano la banda di Artena. In carcere, Marco e Gabriele Bianchi e Mario Pincarelli stanno vivendo un vero e proprio inferno, tra minacce, botte e tentativi di suicidio. Non sarebbe però soltanto l’odio a circondarli: i due fratelli riceverebbero, inspiegabilmente, lettere d’amore da alcune ammiratrici, tanto che la fidanzata di Gabriele ne sarebbe addirittura gelosa.
Parole di lode e riscatto provengono anche dalla mamma dei Bianchi; si tratta delle parole che la donna continua a pronunciare per difendere i figli a spada tratta. Elementi che destano preoccupazione, ma anche sdegno nell’opinione pubblica: i due fratelli, come è risaputo, sono infatti accusati con prove quasi schiaccianti di aver pestato e ucciso brutalmente Willy Monteiro Duarte.
La signora, madre di Marco e Gabriele Bianchi, come emerge dalle intercettazioni rese note dalla Repubblica, non soltanto sarebbe furiosa con la fidanzata del figlio Marco, che avrebbe lasciato nel momento del bisogno. La donna ce l’ha con tutte le persone che, da quella sera, con la famiglia Bianchi, non avrebbero voluto avere più nulla a che fare. Dopo aver ammesso i problemi economici che la famiglia starebbe attraversando, a Gabriele ha quindi fatto una promessa, per vendicarsi di tutte le persone che hanno voltato le spalle, a lei e alla famiglia
“Quando sarà tutto finito, quante persone mi levo dananzi (davanti)… quante!” Ha detto, lei, la donna che non si fida “più di niciuno (nessuno)” e conclude: “Una volta dimostrato tutta quella fanga che ci hanno messo in cima e che hanno visto l’innocenza di te e di tuo fratello saremmo soltanto noi famiglia a casa mia”, certa dell’innocenza dei figli, accusati di aver pestato a sangue Willy Monteiro Duarte, quella notte del 6 settembre 2020.
Si tratta di notizie che, sommate a quelle che hanno raccontato quanto avvenuto quella tragica notte, non stanno destando solo sgomento nelle persone. I cuori di molti si stanno lasciando andare a commenti carichi di odio e di disprezzo. Ma è lecito ridurci ad augurare noi stessi la morte a qualcuno, pur di “vendicare” un ragazzo innocente?
L’odio come l’amore nei confronti degli imputati, così come la sete di vendetta, necessitano di essere sospesi: è e sarà il Tribunale a giudicarli, perché la violenza non fa che generarne altra a sua volta, rischiando di creare una spirale dell’odio dalla quale sarà poi difficile uscire. In fondo, siamo davvero convinti che la vendetta sia quanto Willy avrebbe veramente voluto? Probabilmente no.
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