La provocazione: il sindaco Ignazio Marino come Capitan Schettino
Se rimettessimo in asse anche Marino e scortato dai rimorchiatori, lo riaccompagnassimo a Genova per essere smantellato?
La notte scorsa l'ultimo blitz dell'artista Iginio de Luca. All’origine di questo nuovo lavoro c’è l’inchino di Schettino, rituale azzardato scaduto in goffa spavalderia, che da segno devozionale e di rispetto, decade a simbolo dell’errore e della tragedia collettiva, trainando con sé anche il più recente inchino della Madonna alla casa del mafioso di turno. L’artista provocatoriamente richiama il gesto, un tempo carico di nobiltà, e ne mostra l’accezione negativa di cui oggi si carica, includendovi la precaria situazione del Campidoglio.
L’immagine è frontale, il Marco Aurelio a prua che traina il palazzo del Campidoglio al rimorchio, riscaldata dal tramonto romano decadente e passionale. Tutti e due pericolosamente inclinati, di 80° circa, la stessa inclinazione della Costa Concordia che per 922 giorni è stata accasciata su un fianco nell’isola del Giglio. La scrita in basso è ad innescare un corto circuito geografco e il gemellaggio catastrofco di due realtà, quella capitolina e quella toscana.
All’origine di tutto, dicevamo, c’è l’inchino di Schettino, rituale azzardato scaduto in goffa spavalderia. L’inclinazione si allaga di contenuti, diventa metafora di una devastazione morale e fisica che stanno vivendo Roma e i romani.
Responsabile di questo inchino fallato è Ignazio Marino, sindaco disinvolto fintamente ecologico e per niente alternativo, che passa in bicicletta, sorride e sorvola sulle cose e sulle persone. Roma si inchina grazie alla sua maldestra e superfciale gestone. Si inchina nella mancanza di politche culturali, nella sporcizia, nell’abbrutimento civile, nella festa dell’Unità al posto della casa jazz, nella mancanza di attenzione al MACRO e a tutta l’arte contemporanea, nel mancato rispetto delle regole e nell’assenza di servizi adeguati ad una capitale mondiale. Roma si inchina e scivola in basso, affondando.
Resta un’ipotesi da prendere in seria considerazione: e se rimettessimo in asse anche Marino e, cordialmente scortato da oto rimorchiatori, lo riaccompagnassimo a Genova (sua città natale) per essere defnitvamente smantellato?
I LUOGHI DELL'AFFISSIONE. Piazzale Aldo Moro, Ministero della Marina, MACRO di piazza Giustiniani, piazza del Campidoglio, Auditorium, MAXXI via faminia, Ministero di Grazia e Giustzia, San Camillo piazzale Dunant, Tribunale di Roma, Caserme di viale Giulio Cesare, MAAM via Prenestina, Casa della Memoria in via Tiburtna. Al termine del blitz l’immagine di dimensioni ridotte verrà posta in piazza del Campidoglio, come souvenir simbolico a testmonianza dell’azione.
*Dal comunicato dell'autore Iginio De Luca