La Rai con amore, dal ritrovamento del corpo di Aldo Moro a oggi
Fui assunto nel 1971 al Tg1 come impiegato di redazione e l’adattamento fu molto duro perché allora c’erano solo donne
Ho pensato di raccontarvi una storia, parte della mia storia, ricordando, a chi avrà la cortesia di leggermi, alcuni tra i fatti e i personaggi più importanti che hanno segnato la mia vita professionale nella più grande Azienda Culturale Italiana, la RAI nei suoi anni d’oro dagli anni ’70 fino agli anni 2000. E per raccontarlo meglio ho provato la formula di autointervistarmi così da rendere più semplice la vostra lettura.
Caro Filippo, per prima cosa come sei entrato in Rai, anche tu raccomandato?
No, mi dispiace contraddirti, anche se erano i tempi delle raccomandazioni entrai in Rai dopo aver fatto decine di domande e fui assunto con il collocamento obbligatorio essendo orfano di un grande Invalido di Guerra dovendo sostenere addirittura un esame, avevo 25 anni.
E dover ti collocarono?
Fui assunto nel 1971 al Tg1 come impiegato di redazione e l’adattamento fu molto duro perché i giornalisti di quel tempo erano abituati ad avere solo collaboratrici donne e l’arrivo degli uomini non fu da loro ben visto. Mi fa piacere ricordare alcuni dei più grandi giornalisti do quell’epoca: Lello Bersani, Tito Stagno, Ennio Mastrostefano, Franco Colombo, Nuccio Fava, Piergiorgio Branzi, Emilio Fede e Paolo Frajese. Pensa che con quest’ultimo andavamo, di nascosto, la mattina alle 7 a Radio Elle, a quei tempi una delle prime radio private, a fare una rassegna stampa per racimolare qualche altro soldo perché gli stipendi erano molto bassi.
Caro Filippo, gli anni ’70 furono gli anni del terrorismo ed in particolare del rapimento di Aldo Moro, che ricordi hai?
In quel tremendo periodo, io e i miei colleghi eravamo presenti, a turno, giorno e notte perché da un momento all’altro si aspettavano novità circa il rapimento. Il Direttore del Tg1 di allora, Emilio Rossi, a sua volta gambizzato dalle brigate rosse, quando , il 9 maggio del ’78, arrivò la notizia del ritrovamento del corpo di Aldo Moro in Via Caetani perse del tempo prezioso contattando la Segreteria DC suo riferimento e la piccola Tv privata GBR, fortemente legata al PSI di Craxi, arrivò velocemente sul posto prima che la Polizia facesse chiudere i Varchi di accesso e di conseguenza tutto il Mondo vide quelle riprese che purtroppo il TG1 perse.
Tra i tanti personaggi conosciuti, chi ricordi con piacere?
Di personaggi famosi ne ho conosciuti tanti, ma pochi mi sono rimasti impressi. Ricordo che conoscendo un po’ l’inglese fui mandato a ricevere, eravamo a via Teulada, Wernerher Von Braun che era un grande scienziato ed ingegnere tedesco naturalizzato americano considerato come la figura più importante nello sviluppo missilistico prima in Germania e poi negli Stati Uniti. Tanto per darvi un’idea, fu l’inventore dei missili V2. Lo intrattenni per qualche minuti facendomi fare anche un autografo con dedica. Altro incontro fu con Monica Vitti, la ricordo bellissima, stiamo parlando degli anni ’70, e molto gentile. Mi disse, mentre andavamo negli studi per la registrazione: “vorrei parlare con il Regista per chiedergli di inquadrarmi dal mio lato destro”. Naturalmente fu accontentata. Non posso poi dimenticare l’incontro con Mike Bongiorno negli anni ’90. Ero alla Fiera del libro a Torino, e come responsabile dell’organizzazione di Rai Eri dovevo accogliere e intrattenere il grande Mike spiegandogli quello che sarebbe avvenuto. Faceva caldo, Mike era un po’ nervoso e brontolava, il suo assistente mi fece capire con uno sguardo di lasciarlo stare perché si sarebbe calmato da solo, e così fu tanto che entrammo in confidenza e mi raccontò molti particolari della sua vita.
Ma qualcuno di questi personaggi ti è diventato amico?
L’amicizia con gente dello spettacolo è molto rara e difficile, con uno soltanto, che avevo conosciuto perché ospite di un nostro Speciale, sono diventato grande amico sia con lui che con la sua famiglia: Lando Buzzanca, grande attore ma soprattutto grande persona.
Per quanto tempo sei rimasto al Tg1? E raccontaci di quell’episodio che avrebbe potuto cambiare la tua vita professionale.
Al Tg1 rimasi fino agli inizi degli anni ’90, fino a quando una grande delusione , che ora vi racconterò, fece si che dopo qualche tempo chiesi di andar via. Ero stato assegnato alla redazione Economico Sindacale come impiegato di redazione, il capo redattore Franco Colombo, accortosi della mia voglia di diventare giornalista, ogni tanto mi faceva scrivere delle brevi notizie e quando, dopo essere andato a Parigi come Corrispondente tornò al Tg1 come Direttore, ricordandosi delle mie qualità giornalistiche, dopo poche settimane dal suo ritorno, parlò con l’allora capo della segreteria di redazione Sandro Baldoni per farmi diventare giornalista, era nei suoi poteri. Era quasi tutto predisposto quando la bomba della P2 coinvolse lo stesso Dott.Colombo che fu costretto ad abbandonare la Direzione del TG1 e così con lui sfumò per me la possibilità di diventare giornalista. Comprendi quindi la mia grande delusione.
Dopo il Tg1 dove ti mandarono?
Andai all’Ufficio Stampa Rai dove restai per circa tre anni occupandomi di un evento in giro per l’Italia che si chiamava ” La Rai per il Cinema” che consisteva nel portare nelle cittadine dove noi c’erano più sale cinematografiche, tre Films co-prodotti dalla Rai che venivano proiettati nelle piazze con relativi dibattiti. Conclusi poi la mia vita professionale a Rai Eri la casa Editrice della Rai dove conobbi altri personaggi come la Clerici, Timperi, Vissani, Pupo, Peppino di Capri e tanti altri.
Ed ora caro Filippo ?
Adesso mi diverto a Teleradiopiù 90.7 con il mio amico Francesco Vergovich nel suo programma “Roma ore 10 “intervistando il martedì e il sabato mattina personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura.
Grazie a te Filippo e a tutti voi che avete avuto la cortesia di leggere questi ricordi.