Roma, la rapina a Cinecittà: forse le arti marziali hanno salvato il titolare
Il bar rapinato ieri sera a Cinecittà è il caso eclatante di una città dove le rapine sono all’ordine del giorno. Ritorna anche la questione della “Legittima Difesa”.
Si parla di sicurezza oggi nella Capitale, dopo la rapina di ieri sera, martedì 5 novembre, in zona Cinecittà est, avvenuta intorno alle 19:00.
Il titolare del bar è ancora in gravi condizioni, ricoverato al Policlinico Umberto I.
L’uomo deceduto è uno dei due rapinatori, Ennio Proietti, mentre l’altro, Enrico Antonelli, è ferito. Entrambi sono italiani.
La dinamica della rapina
Secondo le prime ricostruzioni i due criminali sarebbero entrati nel bar tabacchi gestito da un commerciante cinese, che però avrebbe strappato dalle mani di uno dei due banditi la pistola, puntandola contro l’altro malvivente, probabilmente sparando i colpi che l’hanno ucciso. I due nel frattempo avevano lasciato il loro scooter acceso fuori dal locale, per poter fuggire appena dopo il “colpo”. Invece i colpi sono stati di arma da fuoco, diversamente dal loro piano.
Le arti marziali
Zhou Chaokang di 56 anni, si è ribellato contro i rapinatori. Nel bar c’erano con lui anche la moglie, una delle figlie, diversi clienti e per fortuna anche un poliziotto.
Una delle figlie commenta che forse lo spirito di rivalsa del padre su quello che stava subendo è partito per via delle arti marziali che ha praticato da giovane, da cui avrebbe appreso anche il sangue freddo e la concentrazione nei momenti di panico. Forse per questo gli è andata bene.
Roma, capitale delle rapine
Ci si interroga adesso sulla sicurezza a Roma, sulla frequenza di rapine e omicidi nella Capitale. Ricordiamo che Roma ha il triste primato di città italiana con più reati nel sistema della droga e legati al giro dello spaccio di stupefacenti. La città di Roma è la seconda per rapine, più di Palermo, Catania e Bari. Si riaccende oggi il dibattito sulla “Legittima Difesa”.
A Roma, per stare tranquilli, occorre essere cintura nera?
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