La ripartenza e l’aiuto a famiglie, bebè e colf. Ma ai single pensa nessuno?
La ripartenza: esistono milioni di divorziati e di single, persone senza un rapporto stabile e nessuna di queste figure è considerata da Governo
La ripartenza. Nelle ultime settimane, a mano a mano che, oltre alle terribili vicende sanitarie si cominciava a studiare il modo per effettuare la “Ripartenza”, per definire le categorie sociali da soccorrere in termini economici e sociali. Attenzioni volte, innanzi tutto alle imprese costrette alla chiusura forzata, ai milioni di licenziati “soccorsi” dalla Cassa Integrazione (mai ricevuta) ai milioni di precari privati del loro “lavoro a giornata”, aiutati con ben 600 euro al mese grazie alla grande efficienza dell’I.N.P.S. nel mettere in pratica le direttive del governo (il “Salva Italia, il”Cura Italia”? Non ricordo più).
In seguito:” buono bebè, sussidio alle colf e alle badanti, buono vacanze etc…”
Tutto ciò ha una logica: Il Governo Italiano, con queste e altre numerose iniziative cartacee, ha definito l’immagine e la struttura dell’Italia. Economia, Finanza, Lavoro e Famiglia (con annessi e connessi) per inciso, la Costituzione dichiara, all’Articolo 2, che l’Italia si fonda sulla Famiglia formata da un uomo ed una donna che si uniscono per generare figli.
Io sono un consumatore, finanzio nel mio piccolo, molte imprese, lavoro per lo stato e pago ogni tassa che mi richiede. Sembrerebbe tutto normale, sembrerebbe… Oggi, scopro l’importanza della parola: Famiglia.
Io non ho né moglie, né figli, non mi sono mai sposato, non ho famiglia. Forse non posso essere “Famiglia”. Scopro, cercando un po’, che esistono milioni di divorziati/e , di semplici “single”, di persone che non hanno un rapporto stabile per scelta o per sfortuna. Nessuna di queste situazioni esiste nelle carte del Governo o, forse, nel pensiero di chi scrive e promulga leggi. Cosa significa in Italia, oggi, il termine “Famiglia”? E io chi sono?
Alberto Cava