Cronaca

La scuola nel Lazio riapre il 15 settembre: mancano 9 mila insegnanti

Venerdì 15 settembre è la data prevista dal calendario regionale per la riapertura delle scuole a Roma e nel Lazio. Anche quest’anno però mancano all’appello 9 mila insegnanti, dei quali 6 mila solo a Roma.

Un popolo che ogni giorno frequenta le aule scolastiche

Sono più di 8 milioni le persone che ogni giorno frequentano la scuola. Entrano la mattina verso le 8 ed escono poco dopo pranzo o nel primo pomeriggio. Un percorso che dura, tra asilo e università, quasi 20 anni, attraverso il quale quasi tutti passiamo e che è anche il più formativo, accanto alla famiglia, per le nostre vite.  Nella scuola si apprende, ci si forma, si capisce cosa fare nella vita, si fanno amicizie, spesso ci si innamora. C’è anche chi non ne esce per continuare a insegnare.  

Sono quasi un milione i lavoratori della scuola, tra docenti e personale amministrativo, tecnico o ausiliario, a cui si affiancano educatori, psicologici e tutte le altre figure professionali necessarie al percorso. Mentre 7 milioni e 300 mila sono gli studenti, secondo le stime di Flc-Cgil. Di questi, circa 800 mila non hanno cittadinanza italiana. Una vergogna! Sono il 10,3 per cento del totale, secondo i dati forniti dal Ministero dell’Istruzione che si riferiscono all’anno 2020/21.

Ragazzi originari di quasi 200 Paesi del mondo, soprattutto europei, ma anche africani e asiatici. Il 66,7 per cento è nato in Italia, la maggior parte vive nelle regioni del Nord. Avrebbero tutto il diritto di diventare, se lo volessero, cittadini italiani, come i loro compagni, per essere stimolati a restare qui e lavorare e migliorare le sorti di questo Paese, invece di essere a mala pena sopportati dal sistema.

Per capire la situazione vediamola anche dal lato del supplente

Mario, educatore in un istituto professionale a Thiene (Vicenza), abita a Salerno ma ogni anno si sposta al Nord per i mesi in cui c’è la scuola. È uno dei 225 mila precari grazie ai quali funziona il sistema dell’istruzione in Italia. “Ogni anno, di solito verso novembre, scopro se sarò chiamato a insegnare. Succede che il giorno prima per il giorno dopo vengo a sapere di dovermi trasferire a quasi 800 chilometri da casa. Il primo anno sono stato chiamato in una scuola elementare per una supplenza, avevo contratti che si rinnovavano ogni mese, sulla base del certificato medico che la docente che stavo sostituendo inviava alla scuola. Un’ansia continua. Ciò ha reso molto difficile per me anche cercare un appartamento, visto che i proprietari chiedevano un periodo di permanenza minimo che non potevo garantire”.

Facevo il bidello e ora insegno ma guadagno anche di meno di prima

Luca è un ex collaboratore scolastico: “Ho 27 anni, sono laureato in Linguistica. Mi sono trasferito a Desenzano del Garda da Pescara, per lavorare. Ma per mesi non ho percepito lo stipendio con regolarità. Succede spesso a chi ha contratti brevi, a causa di una inefficiente comunicazione tra il ministero dell’Economia e quello dell’Istruzione che si ripete ogni anno”.

Da febbraio Luca lavora come docente di sostegno nella stessa scuola dove faceva il bidello, grazie alla messa a disposizione, cioè una candidatura informale, spontanea, che gli insegnanti possono inviare direttamente all’istituto: “Il mio stipendio è ancora più basso di quello che avevo prima, perché faccio meno ore, ma almeno mi occupo di ciò per cui ho studiato. Condivido l’appartamento con altri colleghi perché vivere fuori casa con retribuzioni così basse è complicato”.

Questa è la vita del precario. Cosa devono aspettarsi queste persone? Come devono pianificare la propria vita se non progettando una fuga all’estero?  Se non vogliamo che nel prossimo futuro non ci siano più insegnanti nella nostra scuola, al di là dei concorsi, dei meriti e delle graduatorie, bisogna pensare a remunerazioni più consistenti e a dare loro una prospettiva di stabilità, senza la quale tutto il castello formativo e di lavoro di questo paese andrà a rotoli.

Carlo Raspollini

Autore e regista televisivo, responsabile marketing, consulente gastronomo e dello spettacolo, viaggiatore.

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