La scuola sta per cominciare, ma se non si è vaccinati non si entra in classe
Il decreto dell’ex ministro della Salute Lorenzin ha innalzato il numero di vaccinazioni obbligatorie, nell’infanzia e nell’adolescenza, nel nostro Paese da 4 a 10
Conto alla rovescia per la prima campanella che riporterà in classe 600mila, tra bambini e ragazzi, ma solo se la copertura vaccinale è assicurata. Il 10 luglio scorso, infatti, sono scaduti tutti i termini per mettersi in regola con la legge firmata dall'ex ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, approvata nel 2017, che prevede dieci vaccini obbligatori per gli alunni da 0 a 16 anni. Un decreto che ha innalzato il numero di vaccinazioni obbligatorie, nell'infanzia e nell'adolescenza, nel nostro Paese da quattro a dieci.
L'obiettivo è quello di contrastare il progressivo calo delle vaccinazioni, sia obbligatorie che raccomandate, in atto dal 2013 in poi e che ha determinato di fatto una copertura vaccinale media in Italia al di sotto del 95%. Una 'soglia', oltre il quale non bisogna scendere tanto che è raccomandata dall'Organizzazione mondiale della sanità per garantire la cosiddetta 'immunità di gregge'.
Un limite oltre il quale non bisogna scendere per proteggere, cioè, indirettamente anche coloro che, per motivi di salute, non possono essere vaccinati. "Inoltre in tal modo si permetterà il conseguimento degli obiettivi prioritari del Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-2019, di cui all'intesa sancita dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano in data 19 gennaio 2017, ed il rispetto degli obblighi assunti a livello europeo ed internazionale", si legge dal portale del ministero della Salute.
10 I VACCINI OBBLIGATORI – Secondo la legge normativa in vigore, restano obbligatori i vaccini: anti-poliomelitica; anti-difterica; anti-tetanica; anti-epatite B; anti-pertosse; anti Haemophilusinfluenzae tipo B; anti-morbillo; anti-rosolia; anti-parotite; anti-varicella. Di conseguenza, i bambini fino a 6 anni che non hanno effettuato le 10 vaccinazioni non potranno entrare a scuola.
I NUMERI RELATIVI AL 2018 – Nella maggior parte delle Regioni la copertura a 24 mesi contro la polio (usata come indicatore per le vaccinazioni contenute nell'esavalente) supera la soglia minima raccomandata dall'Organizzazione mondiale della sanità, pari al 95%, e la Valle d'Aosta e P.A. Trento sono prossime all'obiettivo, restano, tuttavia, quattro Regioni: Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia e Veneto con una copertura sottosoglia e la P.A. Bolzano con una copertura (83,33) ancora ben lontana dal target.
Continua a destare preoccupazione il mancato raggiungimento dell'obiettivo del 95% per la vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia, in tutte le fasce d'età considerate, nonostante il trend in aumento registrato. È quanto risulta dai, dati 2018 elaborati dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute.
I dati – si legge ancora dal portale del ministero – saranno confrontati con quelli raccolti tramite l'Anagrafe nazionale vaccini per rilevare eventuali disallineamenti, non appena sarà stata completata l'acquisizione dei dati di tutte le Regioni, incluse le P.A. di Trento e Bolzano, al momento in ritardo con la trasmissione dei dati.
L'ANAGRAFE VACCINALE: I VANTAGGI PER LE FAMIGLIE – Per assicurare la piena attuazione su tutto il territorio nazionale, il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha firmato il decreto di riparto dei fondi per la raccolta dei dati da inserire nell'Anagrafe nazionale vaccini mediante le anagrafi vaccinali regionali.
Le famiglie, grazie a questo strumento attivo da aprile 2019, sono state alleggerite nell'iter grazie al funzionamento atto a garantire la corretta valutazione delle coperture vaccinali, a monitorare l'attuazione dei programmi vaccinali in atto su tutto il territorio nazionale e coerentemente a quanto previsto dal Piano nazionale prevenzione vaccinale.
A regime, l'Anagrafe nazionale, in questo caso, conterrà la registrazione di tutte le vaccinazioni, che saranno effettuate, anche nella popolazione adulta e anziana e conterrà anche i dati che verranno inseriti relativi alle coorti del 2000. I genitori, per il primo anno, non hanno dovuto presentare alle scuole i certificati di avvenuta vaccinazione entro il 10 luglio, grazie alla comunicazione telematica tra Asl e istituti.
Il ministero della Salute ha spiegato che le situazioni irregolari sono già state comunicate dalle Aziende sanitarie alle istituzioni scolastiche che provvederanno a richiedere i documenti eventualmente mancanti ai genitori.
COME FUNZIONA L'ACCERTAMENTO DELLA SITUAZIONE VACCINALE – Entro il 10 marzo 2019 i dirigenti delle istituzioni del sistema nazionale di istruzione e i responsabili dei servizi educativi per l'infanzia, delle scuole private non paritarie e dei centri di formazione professionale hanno inviato alle Aziende sanitarie locali (Asl) territorialmente competenti l'elenco degli iscritti all'anno scolastico-calendario annuale 2019/2020.
Le Asl avvalendosi dei dati contenuti nelle anagrafi regionali informatizzate, hanno restituito gli elenchi, completandoli con le seguenti diciture (allegato A, circolare 27 febbraio 2018 del ministero dell'Istruzione, dell'universita' e della ricerca e del ministero della Salute, sentito il Garante per la protezione dei dati personali): "Non in regola con gli obblighi vaccinali"; 'Non ricade nelle condizioni di esonero, omissione o differimento"; "Non ha presentato formale richiesta di vaccinazione".
Dall'analisi dei numeri dei vaccinati nell'anno 2018 che pare si replicheranno – secondo le fonti dell'Associazione nazionale presidi, presieduta da Antonello Giannelli – non più di 1.000 giovani sono sprovvisti ad oggi della copertura vaccinale prevista dalla legge. Un numero molto piccolo rispetto al totale che restituisce sicuramente l'immagine di un Paese più civile.
Per informazioni più dettagliate sul tema scuola e vaccini è possibile visitare il portale del ministero della Salute. (Mco/ Dire)