L’estate 2024 sul litorale di Roma e del Lazio sarà ricordata come una delle più difficili degli ultimi decenni, caratterizzata da un crollo delle presenze turistiche e da una serie di sfide strutturali che hanno messo a dura prova le località balneari della regione. Dai lidi storici di Ostia fino alle spiagge di Sabaudia, il panorama si è rivelato desolante, con un calo di presenze che ha toccato punte del 40%, e in alcune zone, come il litorale pontino, addirittura del 30%. La crisi del settore è evidente, e gli operatori turistici lanciano l’allarme: la stagione estiva 2024 potrebbe rappresentare un punto di svolta cruciale per il futuro del turismo balneare della Capitale.
La situazione più drammatica si è verificata a Ostia, dove il crollo delle presenze ha riportato alla memoria i difficili anni ’80, quando la località balneare subì due gravi fenomeni: l’afflusso massiccio di famiglie trasferite dalle borgate romane e la distruzione di gran parte del lungomare centrale a causa dell’erosione costiera. Oggi, il quadro è altrettanto critico. Le spiagge sono deserte, molti stabilimenti sono rimasti chiusi, e il degrado avanza inesorabile. A peggiorare la situazione, le concessioni turistiche sono state revocate dal Campidoglio per diversi stabilimenti storici, come il celebre Kursaal, simbolo del litorale romano, che ha chiuso i battenti lasciando il suo iconico trampolino abbandonato.
La perdita di circa 60 metri di spiaggia e dieci file di ombrelloni a causa delle mareggiate ha ulteriormente aggravato la situazione. Secondo Massimo Muzzarelli, presidente di Federbalneari e titolare dello Sporting Beach, la stagione è stata un disastro. “Non ricordo annate peggiori,” dichiara in una intervista al Corriere della Sera, aggiungendo che le presenze sono calate di almeno il 40%, ma il bilancio finale potrebbe essere ancora più negativo, con un calo del 50%. Le strutture sono state dimezzate, con circa 500 cabine distrutte e un’offerta al pubblico drasticamente ridotta. “La confusione di inizio stagione, tra spiagge aperte o chiuse e bandi sospesi, ha fatto scappare i turisti,” spiega Muzzarelli, evidenziando come Ostia sembri una città spenta anche di notte, con eventi e attrazioni limitate.
Franco Petrini, dalla Sib-Confcommercio e gestore degli stabilimenti Pinetina e Nuova Pineta, sempre al Corriere della Sera, è ancora più duro nel suo giudizio. “La gestione indegna di questa città ci sta portando verso il baratro,” afferma, sottolineando l’assurdità di una città di mare deserta, lontana da qualsiasi standard turistico accettabile. La stagione ha visto un aumento dei controlli, che pur necessari, hanno avuto un impatto negativo sulla percezione dei turisti.
La crisi non ha risparmiato neppure Sabaudia, altra storica località balneare del Lazio. Qui, il calo di presenze si è attestato intorno al 30%, un dato preoccupante che evidenzia come l’intero litorale pontino stia attraversando una fase di difficoltà. Le cause sono molteplici: dall’erosione costiera, che ha ridotto drasticamente la superficie delle spiagge, alla mancanza di investimenti infrastrutturali, fino alla percezione di una minore sicurezza e pulizia rispetto al passato. Anche in questo caso, molti stabilimenti hanno dovuto ridurre l’offerta, con meno ombrelloni e servizi limitati.
Il dibattito sulla crisi del litorale romano vede posizioni contrastanti. Da un lato, gli operatori turistici denunciano una gestione disastrosa da parte delle amministrazioni locali, incapaci di affrontare con decisione i problemi strutturali e burocratici che affliggono la costa. Dall’altro, il presidente del X Municipio, Mario Falconi, sostiene che il calo di presenze sia esagerato dagli operatori balneari, scottati dalle decisioni del Comune. Falconi, promotore del passaggio di competenze delle spiagge dall’ex circoscrizione al Campidoglio, ammette le difficoltà ma invita a considerare la situazione come un periodo di transizione necessario per portare Ostia fuori da decenni di illegalità e degrado.
“La stagione è partita a rilento, ma questo era prevedibile,” afferma Falconi. “Siamo in una fase di passaggio complicata ma necessaria. Sono ottimista che questo periodo di transizione porterà a un cambiamento positivo per Ostia e il suo litorale.” Tuttavia, la promessa di un futuro migliore sembra ancora lontana, e gli abitanti e i turisti di Ostia attendono con ansia interventi concreti.
La stagione estiva 2024 ha messo in luce tutte le fragilità del litorale romano e laziale, ma ha anche aperto la strada a una riflessione più ampia sul futuro di queste località balneari. Le gare pubbliche per l’assegnazione delle concessioni previste per il prossimo anno rappresentano un’opportunità cruciale per ridisegnare l’offerta turistica del litorale, puntando su una maggiore sostenibilità, una gestione più trasparente e un miglioramento delle infrastrutture.
Il litorale romano ha un potenziale enorme, ma per sfruttarlo appieno sarà necessario un cambio di rotta deciso da parte delle amministrazioni e degli operatori del settore. Solo così Ostia e le altre località balneari del Lazio potranno tornare ad essere le mete ambite di un tempo, capaci di attrarre turisti da tutto il mondo e di offrire un’esperienza all’altezza delle aspettative.
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