Cronaca

La verità sul caso di Mariastella Giorlandino

Niente maghi, rossi di bilancio, sequestri di ville e nemici occulti. La storia di Mariastella Giorlandino e i motivi alla base della sua fuga, da una realtà che le stava sempre più stretta, sono molto più semplici da spiegare rispetto alle cose dette e scritte in questi giorni.

NESSUN BUCO DI BILANCIO.  Le parole del fratello Claudio, rilasciate a Il Messaggero – “Hanno bilanci terribili, guai finanziari, per non parlare della Villa sull’Appia Antica sequestrata dall’Ente Parco” – non trovano alcun riscontro nella realtà economico-giuridica del gruppo facente capo alla Giorlandino. La Villa non è sottoposta a nessun sequestro e i conti dei nove centri diagnostici di Artemisia Lab sono in ordine.

IL MARCHIO ASSEGNATO A MARIASTELLA DAL TRIBUNALE. Per non parlare poi del marchio Artemisia. Nessuna forzatura o appropriazione indebita da parte dell’imprenditrice. Quel marchio le è stato riconosciuto a seguito di quattro giudizi, in sede cautelare, intentati dal fratello ma vinti dalla stessa imprenditrice. L’ultimo dei quali terminato meno di un anno fa. E così se il fratello Claudio è costretto ad utilizzare un marchio diverso, quello di Altamedica, ed eventualmente a versare il 5% del fatturato nelle casse della sorella (in caso di utilizzo del marchio Artemisia), deve farlo non per un atto di magnanimità nei confronti della Giorlandino bensì in ottemperanza a dei provvedimenti del Tribunale Civile di Roma.

NIENTE MAGHI, STREGONI O NEMICI OCCULTI. Non ci sono poi maghi, stregoni o fatture magiche dietro la scomparsa di Mariastella Giorlandino. Così come non ci sono nemici occulti. L’imprenditrice si sentiva perseguitata per i continui controlli nei suoi nove centri diagnostici. Verifiche che si erano intensificate negli ultimi due mesi. “Non si può più lavorare così” ripeteva a tutti, dipendenti e non. Controlli “suggeriti” da anonime segnalazioni. Ma Lady Sanità, come è stata ribattezzata, non ha mai avuto dubbi su chi fosse il reale mittente.

UNO SPORTELLO PER LE VITTIME DI STALKING. Recentemente Mariastella Giorlandino aveva aperto uno sportello per le vittime di Stalking, bullismo e mobbing. Leggendo sul sito le motivazioni e gli obiettivi perseguiti dallo sportello, si comprende come l’imprenditrice, nel sostenere gli altri, cercava anche di aiutare sé stessa: “Ha lo scopo di restituire alla persona molestata l’autostima, la dignità e la libertà personale persa, progettando insieme un percorso di uscita dalla situazione di violenza e dando loro un aiuto concreto grazie alla rete di rapporti con i rappresentanti delle istituzioni che operano sul territorio”. Proprio quelle istituzioni che l’avevano lasciata sempre più sola negli ultimi tempi fino a spingerla al disperato gesto di una fuga, fortunatamente solo momentanea.

INDAGINI IN CORSO. Proprio a seguito della sua scomparsa, il marito Carlo De Martino aveva sporto denuncia in Procura. Le indagini, coordinate dal PM Mario Dovinola, già titolare del fascicolo avviato dopo le denunce presentate dalla donna per stalking e le verifiche su Artemisia Lab, sono mirate ad accertare se dietro la fuga dell’imprenditrice si celino profili che abbiano una rilevanza penale.

Ma, in attesa dell’esito delle indagini, il disperato gesto forse ha già ottenuto un primo concreto risultato: Mariastella Giorlandino (forse) non è più sola, in una battaglia che la stava logorando ormai da tempo.

Redazione

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