Cronaca

La vespa orientale ha invaso Roma

Un imenottero molto aggressivo e fastidioso. Ha scoperto che negli anfratti delle case e dei garage, nelle scuole e nelle soffitte si può nidificare in santa pace e le montagne di immondizia sono una offerta di cibo a buon mercato. Siamo noi che occupando sempre più le aree selvagge spingiamo gli animali in città e poi ce ne lamentiamo.

La vespa orientale ha invaso Roma

Un imenottero con delle bande gialle sull’addome molto riconoscibili sono le sue caratteristiche visibili. È lunga tra i 3 e i 5 cm. Potreste trovare il nido nell’incavo delle tapparelle, in un mobile in terrazza, in un garage, com’è accaduto già.

Non è un insetto facile da contrastare, come la vespa comune o l’ape, non perde il pungiglione, è aggressiva e rimane in vita dopo che ha punto la vittima. L’Istituito superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale sostiene che si tratta di un insetto simile, come immagine, al calabrone europeo, ma molto più doloroso quando punge.

Se si è punti porre subito ghiaccio sulla ferita e creme specifiche

In caso di puntura, è opportuno lavare subito la zona colpita con acqua fredda e mantenere localmente qualcosa di freddo per tenere a bada dolore e infiammazione. In caso di dolore intenso, si può applicare una crema a base di corticosteroidi o assumere un antidolorifico per via orale come il paracetamolo, sempre sotto attento consiglio medico.

La reazione allergica grave è caratterizzata da una serie di sintomi:

Eruzione cutanea orticarioide con l’insorgenza di ponfi. Gonfiore di occhi, labbra, viso. Difficoltà nella deglutizione o difficoltà respiratoria con respiro affannoso, tosse ripetuta, sensazione di soffocamento e senso di morte imminente. Riduzione della pressione arteriosa. Accelerazione del battito del cuore.

Potrebbe dare adito a reazioni anafilattiche gravi in pazienti allergici

Come evidenzia l’Ospedale Bambino Gesù « La puntura di Vespa Orientalis può essere dolorosa per l’uomo in quanto si associa al rilascio di veleno da parte dell’insetto. La risposta dell’uomo alla puntura della vespa dipende dalla sensibilità individuale e varia da persona a persone e, con questa, il grado di pericolosità».

La puntura della vespa può determinare una reazione anafilattica potenzialmente grave in pazienti allergici e predisposti. La quantità di veleno prodotta dalla Vespa Orientalis è molto simile a quella degli altri imenotteri pungenti e non si tratta di un imenottero più pericoloso rispetto ad altri già presenti alle nostre latitudini.

Il nido, in genere, viene creato all’interno di cavità naturali o artificiali: attenzione quindi alle soffitte e alle intercapedini, in particolare in edifici che per lunghi periodi non sono stati frequentati. Attenzione particolare, quindi, alle scuole che sono rimaste a lungo chiuse. Ai garage, alle cantine, alle soffitte se hanno un’apertura sull’esterno.

Avvistati vari nidi nella Capitale ma anche in altre città del Centro Nord

Da qualche settimana si susseguono gli avvistamenti in varie zone d’Italia, Roma compresa. È una specie nativa, a dispetto del suo nome, quindi non date colpa ai soliti cinesi per questo exploit. Piuttosto pare che proliferi dove c’è sporcizia accumulata da tempo e per Roma questo è un fenomeno purtroppo abbastanza consuetudinario.

Storicamente vive al Sud del paese ma il gran caldo l’avrà fatta emigrare al Centro e al Nord. Uno dei pericoli maggiori di questo insetto è la sua aggressività verso le api. Sono le sue vittime predilette. 

Se avvistate un nido di queste vespe dovete chiamare Andrea Lunerti, l’etologo che a Roma fa tanti interventi di ogni tipo contro selvatici introdottisi negli appartamenti o nei giardini oppure chiamare i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile o le aziende della disinfestazione.

Comunque non fate da soli.

Non è più pericolosa degli altri imenotteri ma è più fastidioso sopportare il dolore della puntura. Dice Andrea Lunerti: “Ricevo ogni giorno tante chiamate, da tutta Roma ed anche da comuni della provincia, come Ardea. Monteverde però resta la zona dove si concentra maggiormente. Soltanto nella giornata di lunedì 21 agosto lì abbiamo effettuato la messa in sicurezza di quattro appartamenti”.  Le segnalazioni sono anche aumentate rispetto all’anno scorso.

I selvatici hanno scoperto che in città vivono meglio che nei boschi

Prosegue Andrea Lunerti. “Quest’anno le segnalazioni sono aumentate e ritengo che la diffusione di questi insetti sia dovuta, da parte loro, alla scoperta di quanto sia facile alimentarsi in città. E’ legata quindi alla presenza di rifiuti, quindi la prima cosa da fare per contrastarne la diffusione, è limitare l’accesso a questa fonte di cibo”.

Sono arrivate in città com’è accaduto per volpi, gabbiani, cinghiali, orsi ed altri selvatici ed hanno trovato un habitat ideale. Noi forniamo loro riparo e cibo a volontà. Topi e piccioni in primis ma ora anche altre specie sfruttano l’uomo per vivere.

E non si trovano solo a Monteverde.  “Nelle ultime settimane in via Portuense abbiamo fatto ripetuti interventi in una serie di abitazioni ed anche all’interno dello stesso Palazzo” ha spiegato Giada che collabora con Lunerti nella rimozione dei nidi. Un’altra signora che abita alla Magliana, come già lo scorso anno ha dovuto chiedere un intervento per liberare la casa dalle vespe orientalis. Avevano un nido dentro il mobiletto dove si trova il contatore del gas. Poca roba ma sempre meglio evitare. A Boccea in via Cardinal San Felice Lunerti ha trovato un nido di 400 esemplari, con 200 cellette pronte a ospitare le regine per le prossime famiglie.

I quartieri di Roma in cui sono state segnalate le vespe orientalis

Dalla statistica le aree predilette sono ben chiare, oltre a Monteverde e Boccea, Corviale, il Lungotevere Portuense e i quartieri del Centro ma anche l’Eur all’interno del Luna Park, forse perché da tempo abbandonato e quindi particolarmente tranquillo.

Il picco di diffusione degli insetti per Lunerti non è ancora stato raggiunto. Però a metà ottobre dovrebbe esserci un calo, dovuto al termine del loro ciclo vitale.

In ogni modo, quando si rientra in casa dopo le vacanze o dopo un viaggio, conviene controllare le tapparelle e le terrazze, se si notano vespe in movimento allora è il caso di indagare. Seguire i voli e vedere se c’è un nido da qualche parte e poi chiamare chi di dovere.

Quali insetti possono farci male con le punture più dolorose per noi

L’indice è stato messo a punto grazie alle ricerche di Justin Orvel Schmidt , entomologo presso il centro per le ricerche sulle api “Carl Hayden” di Tuscson in Arizona.

Schmidt, che ha ammesso di essere stato punto una quantità innumerevole di volte dagli imenotteri, ha pubblicato nel 1983 un elenco per sistematizzare le proprietà emolitiche dei veleni iniettati dagli imenotteri.

Una scala di valori da 0 a 4++ come voto di intensità di dolore e danno per vespe, api, formiche e ragni. Il massimo della scala lo raggiungono le vespe del genere Pepsis. Ci sono punture di valore 0 che sono completamente inefficaci contro gli esseri umani, in quanto non sono in grado nemmeno di bucare la pelle.

Ma altre, fino al valore 2 per il dolore tipico di una puntura di ape o vespa, o addirittura di valore massimo di 4 per le punture più dolorose. Un elenco degli insetti più pericolosi per noi vede le vespe e i ragni nei primi posti, come la vespa boia, il ragno violino, il ragno dei cunicoli, la formica proiettile, le pulci e l’ape assassina.

Le vespe come altri insetti sono indispensabili per gli ecosistemi

Sicuramente ci saranno i soliti ingenui detrattori delle vespe orientalis come delle zanzare tigre, che chiederanno misure drastiche per liberare la Terra e l’umanità da questi problemi. Un po’ come ragionano sui migranti, pure se sono esseri umani, ma non per loro, così fanno per gli insetti e altri tipi di problemi. Distruzione totale, oppure chiudere tutte le specie pericolose in un laboratorio se proprio non le volete eliminare.

Gli insetti però, come altre forme di vita, non esclusa quella umana, sono indispensabili per gli ecosistemi. La loro pericolosità deriva solo dal modo in cui ci relazioniamo con loro. Quindi zanzare, pulci, pidocchi, piattole, formiche, ragni e vespe sono tutte specie per le quali non siamo stati autorizzati alla loro distruzione, pena conseguenze nefaste per la nostra stessa sopravvivenza sul pianeta.

Anche se pensiamo di dominare il mondo e lo spazio e ormai ci sentiamo in grado di combattere perfino la vecchiaia e forse la morte, non possiamo ancora chiamarci Dio e decidere la vita e lo sterminio degli altri esseri viventi. Già ci stiamo uccidendo abbastanza tra di noi e come prova di stupidità è più che sufficiente.

Carlo Raspollini

Autore e regista televisivo, responsabile marketing, consulente gastronomo e dello spettacolo, viaggiatore.

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