Brutti tempi corrono. Solo qualche decennio fa, quando le comunità erano meno stordite dall’ansia di prestazione e badavano al sodo riconoscendo il bene e il male e i valori che contano, una cosa del genere non sarebbe durata. Nefandezze ne sono sempre successe, anche allora, ma la storia che accade a Labico, a mezz’ora dalla Capitale contiene una serie di oscenità che la rendono insopportabile.
Una donna, 40enne, che vive sola con la mamma anziana in una zona centrale del comune casilino e che viveva una vita personale e professionale serena e impegnata, ha la sventura, 5 anni fa, di vedere arrivare nell’appartamento al piano di sopra, nella palazzina a 2 piani dove vive, il suo futuro aguzzino. Un 35enne, nuovo compagno della donna che già occupa l’appartamento, dimostra subito una immotivata e continua aggressività e violenza nei confronti suoi e di sua madre. Urla, turpiloquio, violenze verbali e fisiche.
Tra le denunce contro di lui ce n’è anche una per aggressione con un’ accetta che ha 70 cm di lama. Naturalmente non basta mai per la nostra giustizia a fermare un pericolo pubblico come quello. Quello ha anche un cane di grande taglia che utilizza come un’arma e quando può lo scaglia addosso a mamma e figlia.
“Questa a stasera non ci vuole arrivare”, ha confidato una volta lui alla compagna. E sono 5 anni che va avanti così. Lei, la donna stalkerizzata, che non si sente al sicuro nemmeno a casa perché lui, lo stalker, la osserva con la torcia elettrica fin dentro la camera da letto e la insulta, ogni giorno. Quando lei deve uscire di casa aspetta che sia uscito lui e poi di fretta esce.
I vicini di casa? Fanno finta di non vedere, come succede spesso. Naturalmente hanno paura, sanno che hanno tutto da rimetterci mettendosi in mezzo, interessandosi alla vicenda. Nessuno li tutelerebbe. E il Comune? Fanno finta di non sapere. Devono pensare al bilancio, è più importante. I Carabinieri? Rispondono alle chiamate di soccorso, “Ma sempre a noi ci chiami?”.
Ogni volta che accade un femminicidio molti si chiedono come sia possibile che nessuno abbia fatto nulla per impedirlo. Ecco come è possibile, basta comportarsi come in questo caso e capiamo come sia possibile che succeda un femminicidio. Fare finta di non vedere, fare finta di non sapere, fare finta di essere tutori dell’ordine.
Una comunità che ha un valore non rimarrebbe con le mani in mano. Sentirebbe di avere addosso la responsabilità della serenità delle sue donne e dei suoi uomini. Un invasato come lo stalker di Labico, che arriva in paese da chissà dove, in mancanza delle istituzioni, sarebbe affrontato dagli uomini del paese.
Ogni comune ce li ha gli uomini di valore. Quelli che si danno da fare, con slancio solidale e volontaristico ogni volta che c’è da dare una mano. Si muovono in gruppo. E in gruppo dovrebbero presentarsi di fronte allo stalker. Chiarirgli come ci si comporta. Suggerirgli in alternativa di trovarsi un altro posto dove andare a vivere. Perché in questo momento è la signora stalkerizzata con la mamma che vorrebbero andare via. Hanno paura e hanno messo in vendita la casa.
Il Comune di Labico, dopo la pubblicazione dell’articolo, ci fa sapere di non essersi disinteressato al caso della signora che sta subendo lo stalking da 5 anni. Precisano: “La donna in questione, dai rappresentati istituzionali che ha contattato per le vie informali, è stata indirizzata verso le idonee strutture locali e territoriali da cui, a quanto sappiamo, è stata più volte ricevuta”.
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