Cronaca

Labico, dopo un anno e mezzo ancora troppi dubbi sulla morte di Valerio Frijia

A distanza di 19 mesi dalla tragica notte del 13 gennaio 2018 sono molte le persone, gli amici e, soprattutto, i familiari che non si danno pace e che vogliono che si faccia luce su una delle tragedie più grandi che hanno sconvolto la cittadina di Labico (RM). In quella drammatica notte il giovane Valerio Frijia, di soli 15 anni, è morto travolto da un treno in corsa in direzione sud. Una morte atroce che a distanza di un anno e mezzo ha lasciato, ancora, troppi dubbi e perplessità. Per cercare di fare chiarezza, con la speranza di smuovere le coscienze, nei giorni scorsi c’è stata una sorta di mobilitazione generale: è stato affisso uno striscione su via Casilina nei giorni di festa per gli eventi dell’Estate Labicana, ed è stata creata una pagina social su Facebook dal nome “Verità e giustizia per Valerio”.

Nella pagina social vengono postate, con annessi particolari, i momenti dell’uscita di casa, della scomparsa, della diffusione della tragica notizia e del ritrovamento dei resti del corpo e del cranio sui binari. Centinaia i commenti degli utenti che chiedono che si faccia luce su questa vicenda che ha lasciato un vuoto nella comunità. Il padre, Alessandro, nei giorni scorsi è tornato ospite nella trasmissione Rai “Chi l’ha visto” e ha ripetuto l’appello “chi sa parli. È impossibile che nessuno dei ragazzi che erano presenti quella non sappia cosi sia successo e come sia potuto cadere sui binari”.

Ma non tutti gli utenti social e i cittadini, per la stragrande maggioranza residenti a Labico, ha manifestato vicinanza alla famiglia, ne sono mancate le polemiche per lo striscione apparso su via Casilina. Duro lo sfogo di papà Alessandro pubblicato sul gruppo Facebook “Noi per Labico”.

Di seguito il post di Alessandro Frijia. “In merito alle polemiche che sono scaturite negli ultimi giorni a seguito dell’apposizione dello striscione in onore di mio figlio Valerio, tengo a precisare questo: il gruppo <<Noi per Labico>>, evidentemente mosso da un sincero sentimento di solidarietà nei confronti della nostra famiglia la quale, finora, si è trovata pressoché da sola nell’affrontare questa difficilissima, imprevista e imprevedibile situazione, si è offerto di darci una mano. Noi abbiamo acconsentito all’affissione dello striscione nella Piazza del Mercato di Labico; ritengo che un minimo segnale di ricordo per un ragazzo che non era molto conosciuto nel paese ma la cui morte è stata comunque tragica sia perché prematura sia per le circostanze in cui è avvenuta, e, a oggi, ancora avvolta da una spessa coltre di mistero e omertà, sia più che dovuto. Peraltro si sta parlando di un ragazzo conosciuto da tutti i suoi amici come generoso, sempre disponibile e cordiale.

La morte di Valerio non la ritengo assolutamente meno grave ed importante di quella di Giulio Regeni per il quale, invece, ho notato che già mesi or sono l’attuale amministrazione comunale si era già mossa apponendo uno striscione sulla loggia del Palazzo Giuliani. La morte di Giulio Regeni è stata trattata ampiamente da tutti i media nazionali, tv e giornali ne hanno parlato in tutta la nazione ed anche all’estero in ogni parte del mondo, Ministri, Ambasciatori, Presidente della Camera ed addirittura i vari Presidenti del Consiglio che si sono alternati finora si sono adoperati per ottenere chiarezza sulla vicenda.

Tutto ciò non è stato fatto minimamente per mio figlio Valerio; forse la vita di un ragazzo di 15 anni, peraltro promettente, vale meno di quella di altre? O forse perché di Valerio sono stati trovati soltanto frammenti sui binari e abbiamo dovuto poi aspettare più di un mese per conoscere la sua identità? Nel frattempo nessun cenno se non un trafiletto con 2 striminzite righe pubblicato dall’attuale amministrazione comunale, qualche stretta di mano, qualche pacca sulla spalla, sguardi languidi ed incuriositi di mattina alla stazione e nulla più.

Nel momento in cui questo coraggioso gruppo di persone che io ringrazio pubblicamente si è offerto di dare il suo aiuto, senza peraltro chiedere nulla in cambio, ne soldi, ne favori, ne scambi di tipo elettorale o di alcun tipo, tra l’altro le elezioni comunali sono ancora lontane, favori che io non sarei mai in grado di dare loro non disponendo di una cerchia di amici o parenti ne ampia ne influente, si è alzato il putiferio. Io mi chiedo: perchè tutto questo? Dove sta scritto che noi dobbiamo essere condannati a vita a non veder riconosciuto un nostro sacrosanto diritto, ovvero quello di sapere come diavolo abbiamo perso nostro figlio, perchè non c’è più un pezzo fondamentale della nostra famiglia? O per caso questo aiuto che ci è stato, onestamente, offerto, ha irritato qualcuno che forse, fin dall’inizio, ha tentato in tutti i modi di mettere un bel coperchio su questa storia? Chi e che cosa si vuole coprire, qual è l’argomento <<scandaloso>> che dà tanto fastidio? Il consumo e lo spaccio dello stupefacente che si faceva e si continua a fare nelle piazze e nei vicoli e vicoletti del paese e che sta alla base, ne sono sicuro, della vicenda di Valerio?

Valerio era stato fino ad allora un ragazzo molto riservato, si era affacciato alla vita soltanto da poco e da poco aveva iniziato a frequentare i giovani del paese; conosciamo più o meno tutti e non dobbiamo nasconderlo qual è la situazione dei nostri giovani, non parlo solo del paese di Labico ma in generale: mancanza di certezze, crisi di ideali e di spazi di aggregazione sociale vengono spesso compensati dallo stare assieme facendo uso di stupefacenti e in alcuni casi non solo, per combattere la noia più che altro. Questo non è un mistero all’interno del paese, perchè continuare a negarlo? Io mi chiedo soltanto perchè gli organi istituzionali preposti, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni, nonostante li abbiamo instradati sulle indagini da effettuare spesso sostituendoci a nostre spese e nostro rischio personale noi a loro, fino ad oggi e sono trascorsi lunghi 17 mesi, non si siano ancora mossi di una virgola chiamando ad interrogatorio serio ed accurato coloro i quali, quella sera, erano in contatto con Valerio erano stati per tutto il precedente pomeriggio. E’ necessario avere un’intelligenza particolarmente sviluppata per capire questo e per farlo? I nomi si sanno benissimo, li hanno tutti perchè glieli abbiamo dati noi più di una volta; io personalmente, sostituendomi a coloro i quali sono pagati dall’amministrazione pubblica per farlo, ho controllato i messaggi social di Valerio ed ho constatato che il pomeriggio precedente la sua morte a Valerio era stata venduta una discreta quantità di stupefacente; non è questo, per caso, un reato penale? Poi risulta che per tutto il giorno c’era stato un intenso traffico di sms e messaggi social tra Valerio e questi personaggi, Valerio è stato continuamente contattato per tutto il giorno, poi ad un certo punto si è chiuso nella sua camera senza voler più vedere ne rispondere a nessuno e non ne è più uscito se non a tarda ora e di nascosto, senza farvi più ritorno.

E quei due che sono venuti a cercarlo quasi alle 11 di sera? Cosa cercavano da Valerio? Cosa si aspetta ad interrogarli? dott. Giuseppe Patrone, giudice del tribunale di Velletri, cosa aspetta, che adesso arrivi il santo Natale o l’estate prossima per poter dire che è in ferie?? Cosa si aspetta per fare un’accurata ispezione delle celle telefoniche che risulta essere stata iniziata ma stranamente non portata a compimento, al fine di poter controllare con chi stava quella notte Valerio? Cosa aspettate, che i coinvolti cambino per l’ennesima volta il proprio numero di cellulare o l’intero apparecchio come è già avvenuto? Se non vi sbrigate a fare tutto questo, è inutile che poi diciate a vostra discolpa, come alibi, che non ci sono gli indizi per poter indagare. E’ una scusa. Ed inoltre mi rivolgo anche a chi gestisce la manutenzione dei parchi e, nella fattispecie, dell’area retrostante il parco dei <<Cerchi>>, ovvero l’area in prossimità della quale sono stati ritrovati i resti del corpo e dell’apparecchio telefonico di Valerio: ma che senso ha continuare a rasare il prato nella parte frontale dell’area e continuare a far crescere la selva e la vegetazione nella parte posteriore, ovvero quella dove è molto probabile se non certo che Valerio sia, diciamo, precipitato? Che senso ha cambiare semplicemente nome al parco per poterlo rilanciare, tutto ciò non è ridicolo? <<Parco degli Aromi>>, ma quali??

Tutto questo mi sembra come voler <<nascondere la polvere sotto il tappeto>>. In quell’area che nel periodo in cui è accaduto il fatto, ovvero Gennaio 2018, era perfettamente accessibile, sia noi che la stessa polizia ferroviaria incaricata delle indagini, ha rinvenuto la recinzione completamente divelta e tale da permettere una caduta da uno strapiombo direttamente sulla massicciata ferroviaria; infatti proprio da quel punto in poi noi abbiamo ritrovato i resti di Valerio nonchè il pacchetto di sigarette marca Camel, all’interno del quale egli aveva inserito i 4 spinelli postando poi un messaggio ai suoi amici su Whatsapp: <<la mia serata è appena iniziata…>>. E’ lampante che quei spinelli avrebbero dovuto essere fumati in compagnia dei suoi amici, magari proprio quelli che lo avevano cercato insistentemente nel corso di tutto il pomeriggio fino a tarda sera ……

Alla luce di tutto ciò, non continuiamo a prenderci per i fondelli, gettiamo una volta per tutte la maschera e non prendiamocela a male con chi vuole, semplicemente, senza finalità di alcun genere, aiutarci a fare chiarezza. Non dividiamoci ulteriormente all’interno del paese in fazioni, tra <<Guelfi>> e <<Ghibellini>>, <<Labicani>> e <<Non Labicani>>, perché tutto ciò sarebbe ridicolo ed è proprio quello che non avrebbe mai voluto Valerio il quale era l’amico di tutti e si trovava bene con tutti, come del resto, nonostante quanto successo, anche noi. Cerchiamo invece di stanare e di isolare chi si ostina spudoratamente a voler occultare la vicenda, a non volerla ricordare con il fine di seppellirla insieme a Valerio. Valerio non merita questo, non merita un ricordo del genere perchè ciò significherebbe essere una macchia indelebile per la parte sana di Labico, che è la stragrande maggioranza. Noi dobbiamo estirpare ed isolare la parte malata di Labico, quella che sta rovinando il paese e che magari un giorno potrebbe fare altre vittime ingenue, proprio come Valerio. Magari chi è coinvolto con la vicenda di Valerio non è nemmeno un <<Labicano>> o peggio, come è realmente successo per alcuni, è andato a vivere in un altro posto e si sta godendo la scena in cui noi ci scanniamo l’uno con l’altro…..

Infine a chi dà fastidio quello striscione in piazza messo <<in onore>> di Valerio, dico soltanto questo: ringrazio ancora una volta e pubblicamente coloro i quali lo hanno fatto e sono pronto a toglierlo, se vi dà così tanto fastidio. Ma, in tal caso, costoro avrebbero comunque dimostrato quanto è sporca la loro coscienza”.

*Foto dal profilo Facebook di Alessandro Frijia

Manuel Mancini

Giornalista, editore e direttore editoriale della rivista "Notizie del Cuore"; promotore di iniziative legate alla cultura, le tradizioni e lo sport, tra cui rassegne letterarie, festival giornalistici e incontri con personalità autorevoli. Scrive di cronaca e attualità.

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