Sabato pomeriggio a Ladispoli (Roma), in conseguenza alla decisione del sindaco della città, Alessandro Grando, di titolare una piazza a Giorgio Almirante, si svolgerà una manifestazione contro. Promotori saranno il Comitato per il No a Piazza Almirante di Ladispoli e la locale sezione dell'Anpi. Un episodio analogo capitò a Roma, lo scorso anno, quando l'Assemblea capitolina era sul punto di deliberare via Almirante, con il sindaco Virginia Raggi, che, inconsapevole, si vide rivolgere in diretta tv la domanda sulla strada che Roma era in procinto di dedicare allo storico segretario del MSI. Ci furono le urla e i pianti di chi si riteneva offeso, umiliato da una decisione del genere. L'iniziativa, di cui la Raggi non sapeva nulla, non era naturalmente della maggioranza capitolina, ma su proposta del gruppo di Fratelli d'Italia era stata appoggiata anche da molti consiglieri del M5S. Finì con una mozione che da quel momento vieta l’intitolazione di strade a esponenti del fascismo o a persone che abbiano espresso idee antisemite e razziali.
Appunto, al di là del fatto che nel periodo del ventennio, Giorgio Almirante è stato fascista e che nel tempo della Repubblica Sociale, lo stesso era giornalista repubblichino, non ci sono certezze che sia uno dei firmatari del Manifesto della Razza, del quale si conosce la firma dei 10 scienziati redattori e pure su alcuni di loro non esiste certezza. Almirante smentì di averlo mai firmato e sempre pubblicamente prese le distanze dai contenuti razziali espressi dal Manifesto e negli anni in cui fu fondatore e segretario del Movimento Sociale Italiano mai promosse o sostenne idee razziste o antisemite. Altro punto è il fatto che esistono già via e piazze titolate ad Almirante, in Italia, nel Lazio e anche in alcuni comuni intorno a Roma e quindi quella di Ladispoli non può essere un'iniziativa temeraria. L'invito alla responsabilità per una pacificazione va a tutti e a tutte le forze politiche e sociali. Un invito a vincere anche le proprie resistenze a favore della pace. No alla violenza, no alla discriminazione, no alla negazione dei diritti che devono farci tutti uguali sul piano delle leggi. Ma anche no a negare a chi in maniera democratica, ha condotto la sua carriera politica e umana, secondo le leggi, nelle Istituzioni della Repubblica Italiana del Dopoguerra, ad essere trattato come un qualunque cittadino.
Le misure principali contenute nell'ordinanza firmata dal Sindaco Gualtieri
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