“Non siete una coppia tradizionale, il proprietario non vuole affittarvi la casa”. È con questa strana motivazione che una coppia di ragazzi, dopo aver consegnato la documentazione, inoltrato la proposta economica, depositato la cauzione e aver aspettato la tanto desiderata firma del contratto d’affitto, si è vista negare la casa dei propri sogni dall’agente immobiliare.
Qual è stata la colpa dei due giovani? Non essere una “coppia tradizionale”, ovvero essere gay. Eppure Marco e Giorgio stanno insieme dal 2011, sono due bravi ragazzi, si vogliono bene, sono una coppia affiatata, stabile e pensavano davvero che quella casa di Camalavicina (frazione di Castelnuovo), sulla sponda veronese del Benaco, potesse essere il loro nido d’amore. Eppure niente da fare: sogni svaniti e tanto tempo perso.
I due ragazzi, però, dopo il comprensibile stupore iniziale, si sono arrabbiati. Quindi, come riportato da Brescia Today, si sono recati in agenzia per ritirare l’offerta e cercare di approfondire la questione; ma la spiegazione della loro agente non ha affatto contribuito a rasserenarli: “L’agente immobiliare era piuttosto imbarazzata, ma non ha fatto giri di parole, ribadendo quanto comunicato al telefono e adducendo poi una serie di giustificazioni veramente assurde. Prima ha detto che il proprietario cercava una coppia diversa dalla nostra, della quale facesse parte anche una donna che potesse prendersi cura della casa e fare le pulizie. Insomma, noi non andavamo bene, perché non rientravamo nei canoni tradizionali. Noi continuavamo a insistere, e in un secondo momento ci ha spiegato che il problema era la nostra situazione lavorativa: nessuno dei due ha un contratto a tempo indeterminato. Entrambi lavoriamo: io ho una partita Iva, il mio compagno è dipendente di una cooperativa, paghiamo le tasse e siamo persone oneste. Comunque fino ad allora non era mai stata menzionata la nostra situazione lavorativa. Apprezziamo la schiettezza dell’agente immobiliare, ma ci siamo sentiti umiliati. Se ci avesse detto che siamo due poveracci, ci avrebbe ferito di meno. Non abbiamo nemmeno avuto modo di farci conoscere: il proprietario non ha mai voluto incontrarci, nelle sue valutazioni si è basato solo su degli stereotipi. Per rifiuti di questo tipo, basati su pregiudizi e tabù, qualcuno ci ha pure rimesso la vita” ha raccontato Marco.
Fortunatamente, nonostante quest’altra brutta pagina di ignoranza, discriminazione e omofobia, Marco e Giorgio hanno finalmente trovato la casa dei loro sogni e… Sono felici.
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