Secondo quanto riporta TGCOM 24, l’Aifa ha dichiarato che la vaccinazione anti-Covid è indicata sia in gravidanza sia in allattamento e non sussistono particolari problemi di sicurezza per questa categoria di popolazione. L’Agenzia italiana del farmaco, inoltre, precisa che le donne incinte debbano vaccinarsi alla luce dei rischi legati all’insorgenza del Covid-19 per la madre o per il feto.
Stando agli esperti, le pazienti in gravidanza affette da Covid sintomatico potrebbero essere maggiormente a rischio di malattia grave rispetto alle pazienti che non sono in stato interessante, soprattutto in presenza di comorbità. Non solo rischia il feto, è stato precisato, ma l’infezione comporterebbe un rischio per la donna in gravidanza. L’infezione è infatti associata a un maggior rischio trombotico e può aumentare ulteriormente lo stato di ipercoagulazione che si manifesta durante la gravidanza. Quindi le donne incinte risulterebbero a maggior rischio di sviluppare la trombosi venosa profonda, embolia polmonare e ictus in seguito al contagio da Covid-19.
Di seguito viene inserito il report ufficiale sui dati riguardanti le reazioni al vaccino fino alla fine di dicembre 2021.
Al 26 dicembre 2021 sono state inserite complessivamente nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza 117.920 segnalazioni di sospetto evento avverso successivo alla vaccinazione anti-Covid. Su un totale di 108.530.987 iniezioni, il tasso di segnalazione si attesta su 109 segnalazioni ogni centomila somministrazioni, indipendentemente dal vaccino e dalla dose. L’83,7% (98.717) delle segnalazioni inserite è riferita a eventi non gravi e il 16,2% (19.055) a eventi avversi gravi.
Secondo quanto ha riportato il “Rapporto annuale sulla sicurezza vaccini anti-Covid”, l’allergologa e immunologa dell’azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona Giovanna Zanoni ha reso noto che sono state registrate 1.342 reazioni allergiche per i vaccini Covid, soprattutto nel sesso femminile: si tratta di eventi rari e non gravi e per gli adolescenti la frequenza scende a un caso su un milione.
L’esperta ha evidenziato 124 casi sospetti e 82 certi, con un tasso a uno su un milione, e valori più elevati per i vaccini a vettore virale e con un tasso più elevato dopo la prima dose. Unico caso fatale in un uomo con malattia autoimmune, ma la malattia autoimmune non è un indicatore per non effettuare la vaccinazione.
Il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, Nicola Magrini, nel presentare i dati ha spiegato che i grandi studi registrati hanno sancito un’efficacia del 94-95% dei vaccini anti-Covid e l’efficacia reale stimata nei diversi Paesi lo ha confermato. Questo è un dato che deve sorprendere positivamente perché sono conferme importanti che non sempre giungono per farmaci e vaccini. C’è inoltre un dato di lunga durata dell’immunità di memoria che a oggi si sa andare oltre l’anno.
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