Lanuvio, strage nella Rsa Villa dei Diamanti. Il racconto a fumetti
Nel frattempo, a pochi giorni dal terribile evento nella Rsa a Lanuvio, migliorano le condizioni dei sette sopravvissuti
Cinque anziane morte e sette trasportati d’urgenza in ospedale. Il tutto per colpa di una fuga di monossido di carbonio.
Lanuvio (Roma), 16 Gennaio. Nella casa di riposo Villa dei Diamanti, un guasto dovuto, molto probabilmente, alla poca manutenzione della struttura, ha portato alla fuoriuscita di una quantità di monossido di carbonio, tale da provocare la morte di cinque ospiti della Rsa. Una di loro, Maria Macci, avrebbe compiuto cento anni il mese prossimo. Le altre quattro vittime, avevano tutte un’età compresa tra i 68 e i 90 anni.
I vigili del fuoco sono intervenuti intorno alle undici del mattino
Ad avvisare dell’accaduto un dipendente, che durante la mattina si era recato sul posto di lavoro scoprendo i dieci ospiti della struttura e i due operatori privi di sensi. Le cinque donne sono molto probabilmente decedute durante la notte. Per gli altri cinque pazienti più i due dipendenti, è stato attivato immediatamente il trasporto d’emergenza al pronto soccorso.
Ora la struttura è sotto sequestro e i Carabinieri di Lanuvio hanno aperto un’indagine, mentre la procura di Velletri ha aperto un fascicolo sulla strage.
A complicare la situazione il Covid
Infatti pochi giorni prima, nove pazienti e tre operatori era risultati positivi al virus e lo stesso giorno del fatto dovevano essere trasferiti in una struttura apposita, data anche la situazione delicata dovuta alla loro età.
I vigili del fuoco e i carabinieri hanno confermato l’ipotesi dell’intossicazione da monossido di carbonio. Probabile guasto al sistema di riscaldamento.
L’Unità di Crisi Covid-19 della Regione Lazio smentisce che la struttura fosse adibita a centro Covid ma che in realtà, i pazienti infetti dovevano essere trasferiti in una struttura della Asl apposita.
Nel frattempo, a pochi giorni dal terribile evento, migliorano le condizioni dei sette sopravvissuti. Alcuni di loro ricoverati in terapia intensiva anche per via della positività al virus.
La responsabile della struttura, è tra le prime indagate insieme alla nipote. L’avvocato della proprietaria ha dichiarato che la donna è in stato di shock dopo l’accaduto.
Una struttura sanitaria come una Rsa dovrebbe però garantire il pieno rispetto di tutte le norme di sicurezza, legate soprattutto ad una buona manutenzione della struttura. Una sicurezza che molto probabilmente non c’è stata.
Già lo stesso giorno della tragedia, non sono mancate le numerose proteste dei parenti dei pazienti (deceduti e non) che hanno saputo della vicenda principalmente tramite i social e la stampa.
Il 16 Gennaio è stato un giorno teso per queste persone, ansiose di capire che fine avessero fatto i propri cari, passando tutta la giornata fuori dalla struttura circondati da giornalisti, vigili del fuoco e carabinieri, in attesa di ulteriori notizie sulla sorte dei loro affetti.
Una mancanza di rispetto che non doveva esserci, soprattutto da parte dei responsabili di cui si fidavano.
Articolo di Marta Giorgi, Disegni di Chiara Giorgi