Latina, ancora furti notturni al Goretti: presi di mira gli infermieri
Gli episodi si concentrano principalmente all’interno degli spogliatoi, utilizzati quotidianamente da medici, infermieri e personale interno
All’ospedale Santa Maria Goretti di Latina cresce la preoccupazione per i numerosi furti registrati nelle ultime settimane. Il personale sanitario lancia l’allarme: “Sono stati violati 23 armadietti nel giro di 45 giorni”. Gli episodi si concentrano principalmente all’interno degli spogliatoi, situati al piano -1 del nosocomio, utilizzati quotidianamente da medici, infermieri e personale interno alla struttura.
Stando ai racconti, i furti avvengono quasi sempre durante la notte, tra le due e le tre. “Spesso vengono avvistate persone estranee nei reparti, generalmente un uomo e una donna che si muovono in coppia”, spiegano dal Goretti. Tra gli episodi più recenti, un portafoglio è stato sottratto a un chirurgo durante il turno notturno, con il furto scoperto solo al mattino seguente. In un altro caso, a un tecnico di laboratorio sono stati rubati giacca, pantaloni, portafoglio e chiavi della macchina, mentre qualcuno è stato persino costretto a tornare a casa con le scarpe da lavoro dopo che le proprie erano sparite.
Molte segnalazioni ma poche le denunce
Nonostante le segnalazioni di armadietti violati siano state 23, le denunce ufficiali sono solo tre. “Quando gli armadietti vengono aperti ma nulla viene portato via, molti preferiscono lasciar correre”, spiegano dal personale. Tuttavia, il clima di insicurezza tra medici e infermieri è palpabile, soprattutto di notte, quando l’ospedale si svuota di visitatori e il numero di lavoratori si riduce.
La questione della sicurezza è stata segnalata all’Asl di Latina, con richieste di intervento urgenti. “Servono più controlli e un sistema di videosorveglianza adeguato, soprattutto nelle aree comuni dove avvengono i furti”, sottolineano gli operatori. Inoltre, viene denunciata l’inadeguatezza delle porte tra i reparti, spesso lasciate aperte, e degli armadietti privi di chiusure a chiave. “Non ci sentiamo tutelati né noi né i nostri beni personali” concludono, chiedendo soluzioni rapide per garantire maggiore sicurezza all’interno della struttura.