La Polizia di Stato – Questura di Latina, Divisione Anticrimine ha dato esecuzione ad un sequestro anticipato, disposto dalla Sezione Penale del Tribunale di Latina, nell’ambito delle misure di prevenzione , in pregiudizio del noto esponente della criminalità locale DI SILVIO Costantino , detto “cha cha” appartenente alla omonima famiglia di etnia rom stanziale da molti anni nel capoluogo pontino, i cui componenti, unitamente all’omologo “clan dei Ciarelli” sono stati coinvolti più volte in contesti investigativi legati all’usura, alle estorsioni e al traffico di sostanze stupefacenti. Lo scorso aprile è stata presentata all’ Autorità Giudiziaria, una proposta di applicazione di misure di prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S. nei confronti del DI SILVIO, classe ’67, residente a Latina, da sempre gravitante nel tessuto criminale della provincia pontina . Le approfondite indagine sono state mirate a dimostrare, in maniera incontrovertibile, come il DI SILVIO ha, di fatto, tratto sostentamento da attività delinquenziali manifestando, con modalità sempre più elaborate, la sua spiccata capacità non solo a compiere ma anche a organizzare, promuovere e gestire trame criminali. In particolare il DI SILVIO Costantino, nel corso degli anni è stato sottoposto per ben tre volte alla Sorveglianza Speciale di P.S (1990 – 1997 – 2009) per la sua indole criminale. Negli anni ottanta ha collezionato varie condanne per rapina, lesioni, furti, porto di armi clandestine . Più di recente è stato condannato per violazione legge stupefacenti e varie volte condannato per inottemperanza alle prescrizioni imposte dalle misure preventive a cui è stato sottoposto nel corso della sua “ carriera delinquenziale” .
Quello era il periodo in cui il DI SILVIO unitamente ad altri “pregiudicati” del capoluogo pontino, tra i quali l’amico di sempre TUMA Gianluca, a bordo di autovetture, motocicli o biciclette, spadroneggiavano per le vie della città, creando panico per la circolazione stradale e ponendo in essere comportamenti violenti nei confronti di giovani, che si riunivano, nelle ore serali, nelle vie centrali della città, minacciando chiunque e scatenando spesso risse e sparatorie con gruppi contrapposti. In quegli anni nel capoluogo pontino parlare di “Tuma e Cha Cha” significava raccontare di due ragazzi che, noncuranti delle regole, erano soliti non solo sfidare le forze dell’ordine con atteggiamenti spavaldi e arroganti, e pretendere ciò che non era dovuto con la violenza e incutendo paura di ritorsioni nelle vittime. Il suo arresto nel gennaio del 1998, unitamente ad altri 28 personaggi illustri della malavita pontina, tutti colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni ed altro (fatti commessi dal 1992 al 1995) è un’ulteriore conferma che il DI SILVIO è sempre stato una persona socialmente pericolosa e dedita a traffici illeciti dalla natura particolarmente lucrativa come lo spaccio di sostanze stupefacenti. Molte altri fatti criminali si sono succeduti nel corso del tempo tanto che nel maggio 2009 fu sottoposto nuovamente alla misura di prevenzione ma ciò nonostante il Di Silvio ha continuato ad essere noncurante delle regole, tanto che è stato segnalato anche per violazione delle prescrizioni impostegli dalla predetta misura.
Più di recente tratto in arresto, nell’ottobre 2015 nell’ambito dell’Operazione Don’t,Touch, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, per aver costituito e diretto un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti tra cui, lesioni aggravate, estorsioni, usura, traffico di stupefacenti, con la disponibilità di armi da fuoco ed in grado di condizionare le attività produttive e il commercio. Il relativo procedimento penale si è concluso nel 2016 con la condanna a 11 anni di reclusione e 3500 euro di multa per il proposto. Le approfondite indagini hanno evidenziato l’esistenza di concreti e specifici indizi dai quali si desume che DI SILVIO vive con i proventi derivanti da attività delittuose. Nella motivazione del provvedimento preventivo di ablazione dei beni i giudici hanno evidenziato l’esistenza di concreti e spefici indizi dai quali si desume che il DI SILVIO è persona abitualmente dedita a traffici delittuosi, qualificando il DI SILVIO un soggetto “altamente pericoloso”, dedito a condotte prevaricatrici che dagli anni ottanta in poi non hanno avuto nessuna battuta d’arresto.
I beni sottoposti al sequestro anticipato sono i seguenti:
Il Collegio Penale discuterà la misura il prossimo mese di novembre in Camera di Consiglio nel contraddittorio delle parti.
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