La Guardia di Finanza ha individuato e sequestrato ben 17 immobili abusivi dopo due anni di indagini, realizzati senza alcuna certificazione edilizia né secondo i requisiti previsti dalla vigente normativa. Le residenze si trovano a ridosso del Parco Regionale Riviera di Ulisse e dell’area archeologica di Minturnae, lungo la strada (privata) che ne conduce all’accesso.
Le persone indagate sono 25, tutte di origine campana, identificate per i reati ambientali e abusivismo edilizio. Queste avrebbero attuato un vero e proprio stravolgimento di un territorio soggetto a tutela paesaggistica, ubicato a meno di 200 metri dalla riva del mare.
Si è così conclusa, dopo due anni, la prima imponente operazione di salvaguardia del territorio pontino. L’azione era volta a contrastare il fenomeno dell’abusivismo edilizio e dei reati ambientali, “motori di un’economia malsana, lesiva degli imprenditori onesti”, queste le parole della Guardia di Finanza. L’operazione visto l’azione sinergica della componente aeronavale del Comando Regione Lazio e della Guardia di Finanza, sotto il coordinamento della Procura di Cassino.
Le indagini della Guardia di Finanza hanno storia lunga due anni. Hanno preso avvio nel febbraio 2019, quando la Sezione Operativa Navale di Gaeta, in collaborazione con la Compagnia di Formia e coordinate dal pm Emanuele De Franco, ha permesso di ispezionare oltre 25.000 metri quadrati del territorio costiero.
A quel punto, attraverso diverse tipologie di accertamento, è stato possibile verificare la presenza di vari reati ambientali e abusi edilizi. Tra i metodi di indagine utilizzati, i sorvoli con rilievi fotografici ripetuti nel tempo, sopralluoghi e appostamenti che verificassero lo stato di avanzamento dei lavori, l’individuazione e analisi dei messi d’opera impiegati all’interno dei cantieri aperti. A queste, si è unita la comparazione di rilievi geo-satellitari eseguiti a distanza di mesi, insieme alle consultazioni degli archivi catastali e alle analisi degli atti di acquisto e proprietà dei terreni.
Quello che ne è emerso è una vera e propria lottizzazione abusiva, situata in località Pantano Arenile. L’esito è quello di un 17 immobili adibiti a residenze di villeggiatura – distribuite in un’area di 10.000 metri quadrati – realizzate in spregio alla normativa urbanistico-edilizia. L’utilizzo degli elicotteri ha inoltre consentito alla Sezione Aerea della Guardia di Finanza di verificare come le aree destinate al “verde pubblico” fossero state invece trasformate in centri residenziali, attraverso l’opera di estirpazione della vegetazione mediterranea esistente e frazionamento in singoli lotti, nonché nella realizzazione delle strade per raggiungere le abitazioni abusive.
Le indagini hanno inoltre accertato il valore commerciale stimato degli immobili – che, nell’insieme, raggiungono una superficie di 2.200 metri quadrati – è di oltre 3 milioni di euro. A questo si aggiungono Imu e Tari che erano state completamente evase. Un rilevante danno ambientale è causato dall’inquinamento perpetrato mediante lo smaltimento illegale delle acque reflue, attraverso le condotte di scarico sul suolo e nel sottosuolo. Data la ovvia assenza di un collegamento con il servizio idrico della fognatura pubblica.
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