Latina, in attesa di processo 36enne si toglie la vita in carcere
È la vittima numero 17 nel 2024, un numero spaventoso se pensiamo che parliamo di suicidi in carcere. Questa volta è accaduto a Latina
È la vittima numero 17 nel 2024, un numero spaventoso se pensiamo che parliamo di suicidi in carcere. Questa volta è accaduto al Latina, dove un uomo di 36 anni, detenuto in attesa di processo per reati legati alla sfera degli abusi sessuali, si è impiccato nel bagno della cella.
La vittima, di origini indiane, è stata trovata nel bagno della cella dagli agenti di polizia penitenziaria che nonostante la tempestività nel cercare di salvarlo non hanno potuto evitarne la morte.
Il Garante dei detenuti: troppe persone in carcere
A intervenire sulla terribile vicenda anche il Garante dei diritti delle persone detenute del Lazio, Stefano Anastasia, che sottolinea: «L’ennesimo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno, il primo in regione, è di un uomo, non italiano, in attesa di giudizio, accusato di reati sessuali, detenuto a Latina. In queste prime e scarne informazioni ci sono già importanti elementi per una riflessione: si trattava di una persona in attesa di giudizio, accusato di un reato fortemente stigmatizzante in carcere e fuori, straniero e quindi probabilmente con minore assistenza legale e sostegno familiare, detenuto in una delle carceri più sovraffollate della regione».
Anastasia aggiunge di voler chiedere alla Asl l’immediata convocazione di un tavolo tecnico per la valutazione del caso e sottolinea l’importanza di diminuire le presenze (+155% rispetto al numero massimo pensato per la struttura) e non si incentivano le misure di sostegno e trattamento per le persone più fragili allora non ci sarà prevenzione che tenga.
Il sindacato di Polizia: poco personale e troppi detenuti è un problema per tutti
Grande sconcerto anche per il personale di polizia penitenziaria che commenta la vicenda attraverso il segretario Cisl Fns Lazio, Massimo Costantino. La necessità di un cambiamento nell’intero sistema penitenziario non è più rimandabile: «È urgente un radicale ripensamento dell’intero sistema penitenziario che rischia il collasso. Il sovraffollamento nel carcere di Latina attualmente è al 155%, previsti 77 ma presenti 118 detenuti e la carenza degli organici, previste 132 unità di polizia penitenziaria ma attualmente ne risultano in servizio 120 amministrati, stanno compromettendo seriamente l’ordine e la sicurezza di tale sede».
Di questo passo non solo sarà impossibile garantire l’ordine all’interno del sistema carcerario ma sarà altrettanto utopico pensare che non ci saranno altre morti.