Latina, omicidio Moro. Rivelazioni del pentito: 3 arresti nel clan Ciarelli-Di Silvio
La svolta nella vicenda Moro: il contributo offerto dal collaboratore di giustizia
Omicidio Massimiliano Moro. Questa mattina, la Squadra Mobile della Questura di Latina, unitamente al Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma nei confronti di tre noti esponenti del clan Ciarelli-Di Silvio.
L’omicidio di Massimiliano Moro nel 2010
Essi sono indagati a vario titolo per la morte di Massimiliano Moro, omicidio commesso a Latina nel 2010.
Le indagini sulla morte di Moro portarono già, lo scorso mese di febbraio, all’arresto di quattro rampolli della malavita locale. I due sono accusati di aver fatto parte del commando che la sera del 25 Gennaio 2010 fece irruzione all’interno dell’abitazione della vittima, uccisa a bruciapelo con due colpi di pistola.
La svolta: le dichiarazioni del collaboratore di giustizia
Gli arresti di questa mattina scaturiscono da nuovi approfondimenti investigativi coordinati dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Gli arresti sono stati agevolati dal contributo offerto dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia.
Il dichiarante ha fornito, evidentemente con conoscenza diretta dei fatti, importanti elementi di prova sulle consorterie Rom e su alcuni fatti criminali avvenuti nella c.d. “Guerra Criminale”, fra i quali assume primaria importanza l’omicidio di Massimiliano Moro.
Secondo la nuova ricostruzione, quella sera, a poche ore dall’agguato subìto da Carmine Ciarelli, parteciparono all’esecuzione dell’omicidio rappresentanti di entrambe le famiglie, Ciarelli e Di Silvio.
Questo a conferma dell’avvio di un nuovo sodalizio. Un’alleanza che mirava a riaffermare con violenza il controllo del territorio a Latina, rispetto al tentativo di gruppi rivali, non di etnia ROM.