Latina, scandalo al Tribunale: emerge vasto sistema corruttivo
Mazzette sui fallimenti, spese pazze: la posizione del giudice Lollo e di alcuni commercialisti e’ molto delicata
Un vero e proprio sistema corruttivo, ben delineato e radicato, si era creato nella sezione fallimentare del Tribunale di Latina. Gli otto arresti effettuati ieri dalla Polizia di Stato hanno fatto emergere una realtà e un malcostume inquietante, al quale hanno preso parte persone all’apparenza insospettabili. Tra questi spicca senza dubbio il giudice Antonio Lollo, finito in manette dopo una serie di accurate indagini avviate dopo una segnalazione di dubbie manovre su un concordato preventivo di un consorzio.
Le accuse a carico degli arrestati sono molto pensati: i soggetti sono additati di aver pilotato le assegnazione automatiche dei fallimenti e con gli incarichi assegnati pilotato le procedure per ottenere vantaggi economici, con Lollo che avrebbe concesso incarichi ai consulenti liquidando parcelle più alte, con restituzione del 15% del totale. Come purtroppo capita ormai spesso di leggere, buona parte del denaro intascato da fallimenti truccati e aste veniva reimpiegato nelle spese pazze, nella fattispecie gioielli orologi di lusso.
All’interno di questo sistema corruttivo, un ruolo importante era rivestito dai commercialisti Massimo Gatto, Vittorio Genco e Marco Viola, al quale Lollo ha confessato, in una conversazione intercettata, che era meglio spendere soldi in orologi e gioielli piuttosto che in immobili, in quanto avrebbero destato sospetti. Anche la moglie del giudice, Antonia Lusena, è coinvolta ma avrebbe rivestito un ruolo meno preponderante, seppure gli inquirenti credono che fosse a conoscenza degli illeciti commessi dal marito, come del resto la suocera, indagata anche lei. Sarebbe stato accertato, infatti, che la donna custodisse in una cassetta di sicurezza ben 300mila euro, ritenuti frutto dell’attività illecita.
In base al resoconto delle indagini sembra che a un certo punto il giudice sospettasse che l’aria si stava facendo pesante, al punto da chiedere al sottufficiale della Guardia di Finanza, Roberto Menduti, di controllare sul sistema informatico della Procura se ci fossero dei fascicoli aperti. Per il finanziere è scattato il provvedimento di sospensione. Effettivamente, i sospetti di Lollo si sono rivelati fondati, dal momento che era da dicembre che lui e i suoi complici erano intercettati.