L’attacco hacker che ha preso di mira il Ced della Regione Lazio è in corso da almeno 24 ore. L’infiltrazione, che oltre a disattivare i dati del portale Salute Lazio ha bloccato la procedura della rete vaccinale, ha provenienza al di fuori dei confini nazionali. I pirati informatici sono ancora all’interno del sistema, e vi si sarebbero introdotti tramite il profilo di un amministratore di rete, attivando un “cryptolocker”, e chiedendo un ingente riscatto secondo l’ipotesi “ransomware”, un tipo di malware che limita l’accesso del sistema che infetta, sotto richiesta di pagamento per rimuovere le limitazioni.
Tuttora le prenotazioni per il vaccino nella Regione sono bloccate. Si apprende inoltre che gli agenti stanno indagando sulla richiesta di un ingente riscatto in bitcoin. L’infiltrazione informatica ha messo fuori uso il Centro Elaborazione Dati, il CED, che contiene dati. Non solo, a essere nel mirino sono le cartelle cliniche di 5,8 milioni d residenti. Il sistema gestisce la campagna vaccinale di tutta la Regione, che ha subito un brusco arresto alla soglia del 70% di persone adulte vaccinate.
È quanto finora è riuscita ad accertare la Polizia Postale, che assieme alla Procura di Roma, si sta occupando del grave attacco informatico ai danni della Regione e di tutti i cittadini. Anche a ora manca la circoscrizione dell’esatta area geografica dell’attacco, si è appreso che si tratta di un’infiltrazione dall’estero.
“Si tratta di un attacco terroristico a tutti gli effetti”, così commenta il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “il Lazio è vittima di un’offensiva criminosa, la più grande mai avvenuta sul nostro territorio nazionale – continua – gli attacchi sono ancora in corso. La situazione è molto serie e molto grave”. Da quanto si apprende, nella notte si sarebbe verificato un altro tentativo di attacco, stavolta respinto.
“Non è stata formalizzata alcuna richiesta di riscatto rispetto a quanto è avvenuto”, ha poi concluso Zingaretti in merito alle notizie emerse nelle ultime ore riguardo ad una richiesta di riscatto da parte dei pirati informatici.
La Presidente dell’U.Di.Con Regionale Lazio, Martina Donini, ha dichiarato che “non è al momento noto se i dati siano ‘solo’ stati bloccati sotto riscatto tramite ‘ransomware’ o se sono stati trafugati e finiti nelle mani di malintenzionati, ma urge chiarezza”. Donini mette poi in guardia, non soltanto su danni in termini di riservatezza; dal punto di vista economico questo attacco potrebbe rappresentare l’utilizzo fraudolento dei dati dei cittadini.
“Condanniamo con forza quello che è a tutti gli effetti un attacco terrostico, e in un momento così delicato come lo è quello della pandemia, nel quale la velocità nella somministrazione dei vaccini anti-Covid 19 è essenziale per salvare vite”.
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