Salute e Benessere

Lazio, D’Amato: obiettivo immunità di gregge in estate con 4 mln di dosi

 “Abbiamo detto che per noi è importante raggiungere nel più breve tempo possibile l’immunità di gregge con i vaccini che sono stati validati a livello europeo. Nel momento in cui sarà validato anche Sputnik lo prenderemo in seria considerazione. Noi stiamo lavorando affinché l’immunità di gregge la si possa raggiungere entro l’estate, con 4 milioni di vaccinazioni. Siamo pronti già portare la macchina a 60.000 vaccinazioni al giorno“. Così l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, a Radio Vaticana.

Cosa è l’immunità di gregge?

L’immunità di greggeimmunità di gruppo è quel fenomeno per cui, una volta raggiunto un livello di copertura vaccinale, per una determinata infezione, considerato sufficiente all’interno della popolazione, si possono considerare al sicuro anche le persone non vaccinate.

Il motivo è presto spiegato. Essere circondati da individui vaccinati e dunque non in grado di trasmettere la malattia è determinante per arrestare la diffusione di una malattia infettiva.

Per le infezioni più diffuse, contro cui si vaccina, è possibile considerare al sicuro l’intera popolazione quando almeno il 95% di essa risulta vaccinata.

Mito o realtà?

 Se si rinunciasse a tutte le restrizioni nel perseguire un’immunità di gregge’, esponendo cioè una popolazione al virus allo scopo di costruire un’immunità naturale, ci si potrebbero aspettare epidemie cicliche di Covid-19 anche di altri ceppi, forza lavoro fortemente ridotta per malattia e ancora morti. Lo indica una revisione di dati di riviste mediche internazionali e di ricerche universitarie, da quando la malattia è stata individuata a Wuhan in Cina nel dicembre 2019.

Responsabile del progetto il prof. Raina MacIntyre, a capo del Programma di ricerca sulla biosicurezza dell’Università del New South Wales. “L’immunità di gregge – scrive – è un mito. Ha una connotazione di eugenica”.
“Si avrebbe un forte aumento dei contagi con poco vantaggio a cui seguirebbe la necessità di più lockdown, perché il sistema sanitario sarebbe gravemente impattato”. “Si avrebbe metà della forza lavoro in malattia o quarantena e una massiccia insorgenza del virus negli ospedali, a spese di altri interventi e trattamenti”, conclude il professore MacIntyre.

(Zap/ Dire)

Redazione

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