Quarta tappa laziale per Goletta dei Laghi 2023 che oggi presenta i risultati delle analisi microbiologiche sulle acque dei bacini lacustri reatini: entro i limiti di legge, come lo scorso anno, ambedue i punti campionati dal team di volontari e di tecnici di Legambiente sui laghi del Turano e del Salto.
Oggetto dei monitoraggi della campagna, come di consueto, sono canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento causato da cattiva depurazione o scarichi illegali arriva nei laghi. Lo rende noto in un comunicato Legambiente.
I dati sono stati resi noti durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina, 22 luglio, sulle rive del Lago del Salto a Fiumata, in provincia di Rieti. Hanno partecipato: Giorgio Salvucci, presidente del “Circolo Legambiente Valli del Salto e del Turano”, Elisa Scocchera, portavoce Goletta dei Laghi; Nicola Riitano, responsabile scientifico regionale di Legambiente; Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio.
“Con grande soddisfazione, constatiamo i risultati positivi del monitoraggio effettuato sui due laghi reatini. Negli anni, non sono state riscontrate criticità nei punti campionati, il che è certamente un fatto positivo”, dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio.
“Va sottolineato che questi risultati non rappresentano lo stato generale di salute dei laghi – continua Scacchi – pertanto, continueremo a monitorare attentamente questi punti per mantenere alta l’attenzione su questi bacini lacustri e assicurarci che rimangano in uno stato ottimale”.
Durante l’evento, è stato presentato il rapporto di Legambiente Lazio, basato sui dati dell’Ispra, intitolato “Rischio geologico negli undici comuni dei laghi del Salto e Turano”, che analizza il rischio di frane nelle aree circostanti i due laghi. Nel complesso, i comuni che si affacciano sul Lago del Salto e del Turano comprendono 12,63 km² di aree a rischio di frana elevato e molto elevato, equivalente al 2,9% dell’intero territorio considerato.
In queste zone risiede il 5,5% della popolazione (7.159 abitanti), insieme a 525 edifici, 20 imprese e 6 beni culturali.
I comuni di Ascrea (con il 12,8% della popolazione esposta al rischio) e Petrella Salto (con il 9,2%) presentano le situazioni con il maggior numero di persone a rischio. Inoltre, si rileva che Ascrea (con il 14%), Marcetelli (con il 12,2%) e Varco Sabino (con il 12%) sono i comuni con il più alto numero di edifici costruiti in aree soggette a rischio frana.
“Sebbene le analisi dell’acqua dei Laghi Salto e Turano ci forniscano un certo grado di tranquillità, non possiamo essere altrettanto sicuri riguardo allo stato del rischio frane nelle Valli del Salto e del Turano”, afferma Giorgio Salvucci, presidente del Circolo Legambiente Valli del Salto e del Turano. “È essenziale esaminare attentamente le aree a maggior rischio di dissesti idrogeologici e pianificare interventi significativi per mitigare tali rischi.
Inoltre, è fondamentale dedicarsi alla pulizia degli alvei dei fossi e dei torrenti, nonché alla manutenzione dei muri a secco, che nel corso dei secoli hanno svolto un ruolo cruciale nella protezione dei territori montani.
Il nostro impegno in queste azioni è di vitale importanza per garantire la sicurezza e la stabilità di questi preziosi territori”, conclude il presidente di Legambiente Valli del Salto e del Turano.
(Com/Sim/ Dire)
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