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Lazio-Roma 1:2, i giallorossi si prendono il derby e la Champions

È stato un derby infinito, durato mesi e non è mancato nulla: il sorpasso della Lazio, il controsorpasso giallorosso, le polemiche e gli sfottò. Lo ha vinto la Roma, nonostante i biancocelesti abbiano disputato un girone di ritorno decisamente migliore rispetto a quello dei cugini. La sentenza, alla fine, la firmano gli uomini  che non ti aspetti: Iturbe e Yanga Mbiwa.

Il primo è stato spesso criticato per il rapporto tra la cifra spesa per il suo cartellino e i gol realizzati in stagione, ha dovuto sopportare i fischi dell’Olimpico, ha accettato tante panchine, ma stasera si è preso una grande rivincita sui suoi detrattori. Il secondo, difensore centrale che non ha mai avuto il vizio del gol, è entrato di diritto nella storia della Roma, segnando all’ 85’ la rete della vittoria.

La partita, come era ampiamente prevedibile, l’ha fatta la Lazio. Gli uomini di Pioli hanno iniziato bene, hanno gestito il possesso palla e hanno sfiorato il vantaggio dopo pochi minuti con Klose. Al 5’ infatti Torosidis sbaglia malamente un disimpegno, consegnando di fatto la sfera a Candreva che crossa in mezzo per Klose: il tedesco si lancia in tuffo, ma da pochi passi mette fuori con la testa.

Un errore imperdonabile, specialmente se commesso da un grande attaccante come Klose, che avrebbe messo subito in discesa la gara per la Lazio. Al 10’ sono ancora i biancocelesti a farsi vedere avanti, con Parolo che controlla dentro l’area e prova la girata con il sinistro, ma il suo tiro è troppo debole e De Sanctis riesce a bloccare senza problemi.

La Roma è nella sua metà campo, dove fa densità con tanti uomini posizionati dietro la linea della sfera nel tentativo di limitare gli spazi per gli attaccanti avversari. Manolas e Yanga Mbiwa riescono ad allontanare tutti i pericoli, grazie anche a un Felipe Anderson non particolarmente ispirato. Le rare ripartenze dei giallorossi sono affidate alla corsa e alla generosità di Florenzi, che in un paio di occasioni giunge sul fondo e crossa nell’area di Marchetti, dove però nessuno dei suoi compagni si fa vedere.

Totti gioca infatti in posizione troppo arretrata, e a Iturbe è richiesto un grande sforzo in fase di contenimento, che gli impedisce quindi di farsi trovare avanti nei pochi momenti in cui la squadra riesce a ripartire in contropiede. Nella prima frazione di gara non succede più nulla: nonostante il possesso palla, i biancocelesti non riescono a creare buone occasioni da gol. Mauri in particolare non riesce e giocare tanti palloni tra le linee, e Biglia non può inventare perché marcato a uomo da Nainggolan.

Il secondo tempo ricomincia con gli stessi 22 uomini in campo e, come in avvio di primo tempo, la Lazio sfiora subito il gol. Al 48’ è Basta a spaventare i giallorossi, quando si avventa su una corta respinta della retroguardia della Roma e prova a sorprendere De Sanctis con un bel diagonale al volo da fuori area, che termina di poco a lato.

Al 51’ Lulic ferma Totti con un fallo, i giallorossi protestano animatamente, chiedendo il secondo giallo per il bosniaco che però viene graziato da Rizzoli. Pioli capisce che non può rischiare di trovarsi in inferiorità numerica e sostituisce il numero 19 con Cavanda. Al 61’ arriva il primo cambio anche per la Roma, con Garcia che richiama uno spento Totti in panchina e mette dentro Ibarbo. Poco dopo trova spazio anche Pjanic che rileva Keita, apparso sofferente per un problema fisico.

Entrambi le sostituzioni si rivelano azzeccate, e la Roma comincia ad affacciarsi più spesso nella metà campo avversaria. Al 69’ il neoentrato Pjanic serve Florenzi con un bel pallone in area, ma la conclusione del numero 24 giallorosso viene deviata in corner da De Vrij. Sugli sviluppi del calcio d’angolo la palla arriva a Ibarbo, che è libero di calciare nel cuore dell’area piccola ma mette incredibilmente fuori con il sinistro, dimostrando ancora una volta che la freddezza sotto porta non è il suo punto forte.

I giallorossi però insistono, e trovano il gol al 73’ con Iturbe. Nell’azione del vantaggio della Roma è decisivo il contributo dei neoentrati: Pjanic libera Nainggolan con un bel colpo di tacco, il belga serve Ibarbo che entra in area, si allarga sulla destra e mette in mezzo la sfera per Iturbe, che da due passi batte Marchetti con il sinistro.

L’argentino esulta levandosi la maglia, prima di essere letteralmente sommerso dall’abbraccio dei compagni. Pioli allora fa uscire Mauri e Biglia per Djordjevic e Cataldi, nel tentativo di dare più peso all’attacco e maggior dinamismo al centrocampo. E la mossa si rivela azzeccata anche in questo caso, perché all’ 81’ è proprio Djordjevic a trovare il gol del pareggio. L’azione dell’ 1-1 nasce dai piedi di Felipe Anderson, che crossa dalla trequarti sul secondo palo, dove è appostato Klose: il tedesco di testa rimette in mezzo per il numero 9, che lasciato solo da Yanga Mbiwa non può davvero sbagliare e con la testa batte De Sanctis.

Il pareggio però dura solo quattro minuti, perché all’85’ Yanga Mbiwa si fa perdonare l’errore in marcatura in occasione del gol di Djordjevic, e segna il gol vittoria con un gran colpo di testa, pescando l’angolino alla destra di Marchetti su calcio di punizione battuto da Pjanic.

La Lazio prova l’assalto finale per cercare nuovamente il pari, ma nonostante i 5’ di recupero concessi dal quarto uomo non riesce a trovare il gol, e la partita termina quindi sul risultato di 1-2. Ma tra la delusione della Lazio e i festeggiamenti gli sfottò della Roma, il Derby infinto continua quindi anche dopo il novantesimo.

Al fischio finale esplode infatti la festa giallorossa: i calciatori della Roma si mettono in posa con la Curva Nord a fare da sfondo, e Totti si fa immortalare con una maglietta che reca la scritta “la grande bellezza”. Poi gli uomini di Garcia si spostano sotto la Curva Sud, per festeggiare con i propri tifosi. E anche qui gli sfottò agli avversari non mancano: Totti e Florenzi infatti indossano delle magliette con frasi in riferimento alle polemiche per lo spostamento della gara, che tanto aveva fatto discutere in questi giorni.

“Stai sempre a parlà, ora che te voi inventà” recita la scritta sulla maglia del capitano della Roma, mentre sulla t-shirt di Florenzi si legge “rigiochiamo anche domani”. Con il secondo posto ormai assicurato, la stagione della Roma finisce qui, e la gara contro il Palermo servirà solo per salutare i tifosi. Lo stesso discorso non vale però per la Lazio, che Domenica prossima è costretta ad ottenere almeno un pari per qualificarsi ai preliminari di Champions.

La sconfitta in finale di Coppa Italia e il derby perso potrebbero pesare sul morale dei biancocelesti in vista della sfida al San Paolo contro il Napoli, e Pioli dovrà essere bravo a lavorare sulla testa dei suoi giocatori per non buttare via quanto di buono fatto fin qui dalla Lazio.

Redazione

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