Lazio senza Mafie, firmato il Patto per la Legalità

Regione Lazio e parti sociali si impegnano a promuovere una cultura dello sviluppo basata su legalità e prevenzione infiltrazioni

Promuovere la legalità e lottare contro la criminalità e le mafie come dovere etico e morale, ma anche come condizione necessaria per il pieno sviluppo dei territori, a protezione della libertà degli operatori economici, della trasparenza del mercato e della concorrenza. È questo l’obiettivo del convegno "Legalità fattore di sviluppo e competitività del Lazio" che si è tenuto oggi nel Tempio di Adriano, a Roma, evento finale della quattro giorni "Lazio senza Mafie", organizzata dalla Regione Lazio e dall’Osservatorio Regionale sulla Sicurezza e la Legalità.

A conclusione dei lavori è stato siglato dagli assessori regionali allo Sviluppo Economico e Attività Produttive, Guido Fabiani, da quello alle Infrastrutture e Ambiente, Fabio Refrigeri, e dal presidente dell’Osservatorio Regionale sulla Sicurezza e la Legalità, Gianpiero Cioffredi e dalle associazioni categoria (Unindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confservizi, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni, Cna, Agci, Ance Federlazio, Legacoop, Casartigiani) il Patto per la Legalità e il Contrasto all’Economia Criminale. Un documento con il quale Regione e forze sociali del territorio si impegnano insieme ad avere un ruolo centrale nella creazione e nella diffusione di una cultura della crescita e dello sviluppo incentrata su legalità e prevenzione delle infiltrazioni criminali nel tessuto sociale e produttivo. 

Con il Patto per la Legalità e il Contrasto all’Economia Criminale la Regione Lazio si impegna a sostenere iniziative mirate, di aiuto e accompagnamento, rivolte alle vittime di racket ed estorsioni che denunciano i responsabili di tali reati, ad agevolare con meccanismi di premialità nei bandi regionali le imprese che scommettono sulla legalità e la responsabilità sociale, a promuovere l'opera di semplificazione e riforma della propria macchina amministrativa e a promuovere azioni di contrasto all’abusivismo commerciale e alla contraffazione. Dal canto loro le forze sociali firmatarie si impegnano a modificare i propri statuti e codici etici, inserendovi norme più stringenti per il contrasto dell’illegalità, e a mettere in campo servizi e progetti sui temi della legalità nei confronti dei propri associati, promuovendo presso di loro l’adozione di regole mirate a disciplinare la scelta responsabile dei propri partner, subappaltatori e fornitori.

"Creare le basi per tornare a crescere è oggi fondamentale e urgente – ha detto l’assessore Fabiani – e la promozione della legalità e della lotta ai comportamenti criminali costituisce proprio una delle condizioni più importanti per costruire un modello di sviluppo nuovo e solido per il Lazio. Il contesto ambientale in cui si ‘fa impresa’ incide in maniera cruciale sulla possibilità di innalzare la produttività, e di ritornare a crescere. È fondamentale, quindi, dire chiaramente che la legalità non può e non deve essere percepita come un ulteriore ‘costo’ di cui liberarsi, perché sarebbe solo un modo per scivolare lentamente in un'area grigia dove il rispetto delle norme si allenta e la leadership delle imprese criminali inesorabilmente si sviluppa".

"Confermare negli atti la volontà di un’azione positiva – ha detto poi l’assessore Refrigeri – è con questo spirito che sottoscrivo questo Patto. Il settore dei Lavori Pubblici può e deve dispiegare tutto il necessario per sostanziare ammodernamento ed opere. Al contempo, gli atti e le procedure funzionali alla costruzione di tale percorso devono sostanziarsi sempre in emersione e trasparenza, scevri da pregiudizi personali, e sempre a disposizione dell’autorità competente, laddove sia chiamata ad esaminare la dirittura di comportamenti amministrativi".

Secondo Gianpiero Cioffredi "la firma del patto per la legalità è fondamentale per tutelare e far crescere il sistema produttivo laziale che opera nella legalità. Il Lazio è la quinta regione per indice di presenza mafiosa, con 81 clan diffusi sull’intero territorio regionale; la seconda per operazioni finanziarie sospette con 9.188 segnalazioni pervenute alla Banca d’Italia per un valore stimabile di circa 10 miliardi. Dati che rischiano di inquinare seriamente il nostro sistema economico. Il Patto è ispirato al rispetto della legalità prima di tutto come valore etico e morale ma anche come fondamentale valore economico, in quanto condizione necessaria per il pieno sviluppo dei territori, a protezione della libertà degli operatori economici, del regolare svolgimento delle dinamiche imprenditoriali, della trasparenza del mercato, della sana concorrenza e della qualità delle condizioni di lavoro".

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