Le 10 parole del 2018 per cominciare a capire il 2019
di Massimo Persotti
Il nuovo anno è appena iniziato ma diamo ancora uno sguardo a quello appena salutato, scorrendo come veloci immagini o post le 10 parole che hanno rappresentato il 2018. Perché, in fondo, molte di esse saranno in un modo o nell'altro protagoniste anche del nuovo anno.
Acquarius
La nave dell'organizzazione non governativa internazionale SOS Méditerranée in collaborazione con Medici senza frontiere, diventa il simbolo della nuova gestione dell'immigrazione quando nel mese di giugno il Ministro Salvini blocca il suo approdo sulle coste italiane e lo sbarco dei 629 naufraghi provenienti dal Nordafrica. Un azzardo politico che unito ai continui rifiuti di Malta, all'indifferenza dell'Unione Europea, al controverso rapporto con le Ong, si scontra con un elemento morale non facile da digerire: "l’idea di far politica gettando sul tavolo verde vite umane" (Goffredo Buccini, la Repubblica, 11 giugno 2018).
Astori
La morte improvvisa e inspiegabile del calciatore della Fiorentina, il lutto del mondo del calcio (e non solo) italiano (e non solo), la malattia silenziosa, la ricerca della verità invocata dai genitori, il dolore insanabile. La scomparsa di Davide Astori resterà nell'immaginario collettivo come uno dei grandi drammi del calcio (da Superga, passando per Di Bartolomei e Scirea). A dispetto di una malattia, la cardiomiopatia aritmogena, che nel recente passato, aveva già colpito il nuotatore Dall’Aglio, i calciatori Morosini e Puerta e il giocatore di hockey Robinson. E almeno un centinaio di altri atleti sotto i 35 anni secondo l'Università di Padova.
Brexit
Dal referendum del giugno 2016 questa parola ricorre costantemente nel dibattito politico europeo anche come simbolo di un'Europa che per certi versi ha fallito. Il 29 marzo 2019 si dovrebbe completare il processo della Brexit con la fine di fatto dell'adesione del Regno Unito all'UE … ma il condizionale è ancora d'obbligo.
Cambiamento
"Oggi ci presentiamo a voi per chiedere la fiducia a favore non solo di una squadra di governo, ma anche di un progetto per il cambiamento dell’Italia", le parole di Giuseppe Conte pronunciate il 5 giugno di fronte al Senato. Cambiamento è stata la parola simbolo della diversità richiamata costantemente dal nuovo governo per prendere le distanze da chi ha amministrato il Paese prima delle elezioni dello scorso mese di marzo.
Manina
Una manina ha modificato il testo sulla pace fiscale arrivato al Quirinale, denuncia il 18 ottobre Luigi Di Maio. La manina è ormai parte del gergo della politica italiana. La prima volta la utilizzò Craxi nel 1990 dopo il ritrovamento di alcuni documenti appartenenti alle Brigate Rosse. Da allora, manina è sinonimo di complotto, di manovre nell'ombra. A cui non sfugge neppure la "Terza Repubblica".
Morandi
Fino all'estate scorsa, conoscevamo il Gianni nazionale ed era un piacere. Oggi è il nuovo ennesimo simbolo dell'incapacità italica di badare ad ambiente e opere pubbliche.
Netflix and co.
… dove per co. mettiamo Amazon, Dazn e tutte le altre piattaforme che permettono di fruire di contenuti video in streaming. Simbolo di una tv che non è più la stessa.
Reddito di cittadinanza, Quota 100 e Flat tax
Vale a dire, le parole chiave del nuovo governo M5S-Lega che su queste priorità di programma si è giocato credibilità e consenso. Fino al punto di rischiare una frattura con la Commissione europea e di non riuscire per tempo ad approvare la legge di bilancio. Il 2019 ci dirà se queste parole-chiave si tramuteranno realmente in provvedimenti efficaci.
Sovranismo
E' la parola della politica europea richiamata con sempre maggior forza da tutti quei partiti o movimenti che guardano con diffidenza se non con ostilità alle dinamiche e alle politiche dell'Unione Europea e invocano l'affermazione dell'identità nazionale e dei principi della sovranità popolare. Con le elezioni europee del prossimo mese di maggio, sapremo se le forze sovraniste saranno capaci di conquistare il Parlamento UE e di aprire una nuova stagione della politica dell'Unione.
VAR
Ha appena un anno di vita ma è ormai il grande protagonista della Serie A. Non c'è domenica che non venga invocato, temuto, osteggiato, interpretato … l'unica cosa certa: il segno che gli arbitri disegnano nel vuoto tornando al centro del campo dopo la visione delle immagini. Lì comincia l'attimo di terrore o speranza per calciatori e tifosi.