Categorie: Cronaca

Le donne si ribellano e Fibra non può cantare

Mara Maionchi avrebbe detto più o meno così: “Fabri Fibra per me è NO!”.

Sì, perché ancora una volta al rapper marchigiano è stata preclusa la possibilità di esibirsi sul palco del Concerto del Primo Maggio, la manifestazione canora organizzata a Roma, in Piazza San Giovanni, in occasione della festa dei lavoratori, che, al di là degli scenari politici del dietro le quinte, è una vetrina importante per i cantanti nostrani.

“Il Primo Maggio è ancora soggetto a certi schemi che in altri circuiti live non ci sono o comunque non ci sono più”, ha scritto su Twitter Fabri Fibra commentando la notizia della sua esclusione.
“Nemmeno quest'anno sarò su quel palco – ha continuato – mi sembrava strano. In effetti, l'invito entusiasta da parte di Marco Godano mi aveva sorpreso, era una bella novità. Invece poi non sono gli organizzatori che decidono chi suona in piazza”.

È stata la Cgil, infatti, a ritenere “inopportuna” la presenza di Fabri Fibra, all’anagrafe Fabrizio Tarducci, sul palco di Piazza San Giovanni.
Secondo il sindacato, il rapper sarebbe autore di testi misogini e discriminatori nei confronti delle donne.

Proprio Vincenzo Scudiere, segretario confederale responsabile dell’organizzazione, ha dichiarato che “a seguito di alcune segnalazioni si è ritenuto utile evitare la sua esibizione. Il concerto del primo maggio è basato sul rispetto delle persone. Senza togliere nulla alla libertà di espressione, la presenza di Fabri Fibra è sembrata inopportuna”.

Va bene, lo conosciamo tutti Fabri Fibra.
Sulla scena musicale dagli anni ’90, solo più recentemente ha ottenuto successo.

Ma il suo è un ambito musicale ancora inviso a molti italiani, abituati alla voce di Claudio Villa o a quella di Mina.
Le note del rap, molto più amate dagli americani della East e della West Coast, non appartengono al background musicale del Bel Paese, soprattutto per i contenuti.

Offri agli italiani Benigni in prima serata, e a lui sarà concesso dire ogni cosa. Regala loro un cd di Fabri Fibra, e te lo spediranno indietro senza troppi ringraziamenti.
Non conta, spesso, quel che si dice, ma chi lo dice.

Il rapper italiano è stato più volte oggetto di aspre critiche.
Alcuni ricorderanno il testo di ‘Mr. Simpatia’, edito nel 2004, in cui Fabri Fibra rivolgeva alla Chiesa cattolica e al Papa le sue opinioni.

Qualche anno dopo, nel 2006, anche il giudice Livia Pomodoro si era espressa contro Tarducci, ammonendo radio e reti televisive di non trasmettere le canzoni del rapper, con particolare riferimento a ‘Cuore di latta’, un testo sull’omicidio di Novi Ligure.

Eppure, i meno smemorati ricorderanno un’esibizione del 1991, firmata Elio e le Storie Tese, proprio sul palco del Primo Maggio. I 5 cantavano “Ti amo Ciarrapico, ti amo Ciarrapico”, chiaramente in modo ironico.
Di lì a pochi mesi sarebbe scoppiato il caso Tangentopoli, denunciato proprio dal gruppo musicale nel loro testo ‘Sabbiature’.
Anche Elio, in quell’occasione venne censurato.

Altri sono stati gli scandali che hanno avuto come protagonista Fabri Fibra e che hanno fatto parlare l’Italia intera, fino alla vicenda più recente.

L’Associazione ‘D.i.Re: Donne in Rete contro la violenza alle donne’ ha pubblicamente accusato il rapper marchigiano per i suoi testi, esortando con una lettera aperta le organizzazioni sindacali a revocare l’invito al cantante in occasione dell’edizione 2013 del Concertone.

Fibra si era difeso dall’accusa sottolineando che il rap racconta delle storie, in musica porta all’attenzione di chi ascolta delle realtà esistenti che spesso oggi in Italia ancora non si possono raccontare.
“La violenza contro le donne ha raggiunto in Italia proporzioni inquietanti. Tutti dobbiamo deprecarla come uno dei peggiori crimini che si possano commettere. Il rap, come il cinema, racconta delle storie, alle volte crude alle volte spensierate. Spesso le rime e il rap servono per accendere i riflettori dove c'è il buio”, ha commentato il rapper di Senigallia.

“Nei miei testi – ha continuato – forse non tutti ci leggono l'impegno politico o sociale necessario per eventi del genere. Nel 2013, per alcuni, il rap e i suoi meccanismi artistici sono ancora da interpretare e da capire fino in fondo. Qualcuno voleva che io suonassi e qualcuno no. Nonostante il tentativo non si fa nulla. Penso in ogni caso che i concerti siano una bella occasione per i ragazzi di vivere esperienze musicali reali. Ci vediamo comunque in tour quest'estate e quest'autunno”.

In seguito alla notizia dell’esclusione di Fabri Fibra, si sono scatenati molti volti noti del mondo dello spettacolo.

Jovanotti, sul suo profilo Twitter ha scritto: “Mi sembra assurda questa censura a Fabri Fibra da parte del minculpop dei sindacati. Fibra è un acceleratore di immagini, la sua è arte”.

Luca Bizzarri, del duo Luca e Paolo, ha commentato ironicamente: “Ecco, il problema per le donne dei sindacati italiani è Fabri Fibra. Oltretutto lui sarà disperato a dover rinunciare a cotal vetrina”.

Pierluigi Diaco, conduttore del Concertone ed. 1998, su Twitter ha sottolineato come “escludere Fabri Fibra” sia “una scelta patetica, ridicola ed ideologica”. “Con la censura a Fabri Fibra, il Concerto del Primo Maggio ha perso la sua libertà”.

Le donne della Cgil Cisl Uil precisano invece che non si tratta di una censura.
In una nota si legge che “le diverse libertà possono e debbono trovare luoghi diversi di espressione”.

E quindi se censura non può essere chiamata, allora diamogli il nome di ‘revisione della scaletta’, perché ovviamente il sindacato non vuole “togliere nulla alla libertà di espressione”.
Come potrebbe?
Il Concertone che da anni esibisce con orgoglio le battaglie per rivendicare una libertà di opinione e di espressione rubate agli italiani, non può intrappolarsi da solo. Non può scadere nel più banale vortice ideologico.
Il Primo Maggio è o non è la festa di TUTTI i lavoratori? È o non è qualcosa che riguarda tutti i disoccupati di questo secolo, tutti gli studenti senza lavoro, tutti i padri di famiglia disperati?

Perché invece, a ben guardare, il palco del Primo Maggio, da manifestazione canora si è presto trasformato in un palco esclusivamente politico, un trampolino di lancio per vecchie ideologie, accolte e acclamate dai sindacati, ossia da chi deve (o dovrebbe) difendere gli interessi di tutti i lavoratori, e che invece, parafrasando la massima del Marchese del Grillo, pretende di essere l’unica voce vera e autentica in un Paese che, ancor più oggi, per 1/3 è di sinistra, per 1/3 è di destra e per 1/3 non sa a chi credere.

Cari Elio e le Storie Tese, Fibra v’ha fatto scacco matto.
Il vostro ‘Complesso del Primo Maggio’ è durato il tempo di un fuoco di paglia, perché stavolta i sindacati l’hanno fatta grossa e, credendo di evitare a Fabri Fibra di potersi esibire, l’hanno lanciato in un vortice di notorietà che non si esaurirà presto.

E intanto il nuovo cd del rapper, ‘Guerra e Pace’, ha conquistato il disco d’oro.
Evidentemente la platea di ascoltatori italiani non la pensa come gli organizzatori del Concertone.

Redazione

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