Davvero una strana alleanza quella che si è palesata martedì scorso nel Consiglio comunale di Ciampino con l’intento di far cadere la Giunta del Sindaco Daniela Ballico. Alcuni consiglieri della maggioranza, anzi, di Fratelli d’Italia, il Partito della Sindaca, hanno deciso di votare contro l’assestamento di bilancio, facendo un bel regalo al PD. Un voto che rende vano tutto il lavoro di risanamento voluto dalla Sindaca e che appena poco tempo fa aveva visto il voto favorevole di quegli stessi consiglieri che avevano approvato il Bilancio riportato ad uno stato di salute impensabile fino a due anni fa.
Perché questo voltafaccia quando il bilancio comunale mostra finalmente un saldo fortemente positivo? Un mistero, che apre la strada a inquietanti interrogativi. Quando le cose sono inspiegabili, non c’è stata nessuna dichiarazione né prima né durante il voto in Consiglio che spiegasse il voto contrario della “banda dei quattro”, e quando le cose sono misteriose è doveroso porsi delle domande. Partendo innanzitutto dal “cui prodest?” e facendo appello, se necessario, anche alla fantasia. Ma la spiegazione potrebbe essere semplice, persino banale: l’interesse.
Questo voto fa cadere la Giunta ma danneggia soprattutto i cittadini di Ciampino. Le iniziative intraprese dalla Giunta Ballico sono state, in soli due anni, numerose e innovative, ma alcune hanno una portata che travalica gli schieramenti: il ripristino delle regole, che ha liberato l’amministrazione dagli interessi di singoli e gruppi; il riordino del territorio, devastato dalle scelte scellerate del passato.
Il recupero dei crediti del Comune (aree acquistate ma mai entrate realmente in possesso dell’Amministrazione, ingenti tributi mai reclamati in precedenza, grandi parti di territorio concesse tacitamente ai privati senza richiedere alcun corrispettivo); il riordino della viabilità, con importanti accordi conclusi o avviati con la Regione e con le Ferrovie dello Stato; infine l’acquisizione, dopo un trentennio di inerzia, del grande complesso immobiliare dell’IGDO per farlo essere il centro civico e amministrativo che manca da sempre a Ciampino. Per tacere delle tante cose promesse in campagna elettorale ai cittadini e ormai pronte per essere realizzate.
Che il Partito Democratico avrebbe fatto carte false per fermare il Sindaco era scontato. E questo spiega i brindisi festosi postati sui “social”. Il PD, che ha governato Ciampino per decenni, riducendolo alle attuali condizioni, non poteva certo permettere che la Sindaco Ballico, attuando il suo programma, dimostrasse che le precedenti giunte di sinistra erano state incapaci o addirittura conniventi con gli interessi dei privati. Non era altrettanto scontato che una parte della destra corresse in soccorso del PD proprio quando annaspando stava per essere travolto da un’Amministrazione che dimostrava di essere invece capace, onesta ed efficiente.
Il compito dei consiglieri comunali sarebbe quello di pensare al bene comune, ma è comprensibile che chi aveva fallito nel buon governo della città si impegnasse ad ostacolare persino le scelte migliori. Ma perché un gruppetto di consiglieri di maggioranza avrebbe dovuto decidere, all’improvviso e senza una spiegazione, di salvare il PD? E perché proprio in questo modo? Sui “social” qualcuno, dimostrando di conoscere poco la storia, ha postato: “alea jacta est”. Ma questa vicenda non ha nulla a che vedere con il gesto di Giulio Cesare sul Rubicone.
Semmai ha a che vedere, per l’imprevedibilità del silenzioso tradimento della parola data, con la congiura di Bruto e Cassio, sicari del grande condottiero romano. Dunque perché rendersi complici dell’affossamento di una esperienza tanto innovativa, travolgente ed entusiasmante? Invidia, interessi economici, visioni alternative, peraltro mai espresse?
Che l’azione della giunta Ballico desse fastidio a molti è un fatto. L’azione di risanamento nella trasparenza e nella legalità non piace proprio a tutti. Tanto meno quando, scoprendo il vaso di Pandora delle “singolari” scelte amministrative, comincia a chiedere conto pubblicamente del loro operato a una serie di personaggi che sul territorio sono molto noti. Insomma, possono essersi coagulati in questi anni, diversi interessi, che hanno accomunato singoli personaggi a prescindere dalla loro appartenenza politica.
Ma forse non è questa l’unica spiegazione. Anche se sarebbe molto triste scoprire che dietro una scelta così grave si nascondano piccoli, anzi meschini, interessi personali o famigliari. Ma quello delle ipotesi è un terreno scivoloso sul quale non ha senso avventurarsi. La verità, prima o poi, verrà a galla.
Il progetto di cambiamento voluto da Daniela Ballico finisce qui, sotto i colpi a tradimento del fuoco amico? Chi conosce il Sindaco dice che è improbabile. Daniela Ballico, che non ha mai smesso di stare tra la gente e di parlare con i cittadini, ha già detto che si rimboccherà nuovamente le maniche, per coinvolgere ancora più persone nel progetto di un sogno che a Ciampino può ancora avverarsi. E allora, come due anni fa, incalzerà gli avversari, facendo piazza pulita dei miseri accordi sottobanco e degli interessi inconfessabili, che danneggiano i cittadini, ma affascinano coloro che vedono nella politica lo strumento per sistemare i propri meschini affari.
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