Le nomadi di Valmontone vanno e vengono da Roma

A Valmontone escono poco per la questua. Nella Capitale, alle 8 del mattino già sono a lavoro intorno alla stazione Termini

Partono la mattina presto, a volte prendono i pullman sulla Casilina, altre volte salgono sui treni diretti a Roma. Sono le "nomadi" (o rom) che abitano a Valmontone, un gruppo di giovani donne, con vistose gonne colorate, inconfondibili tratti dei visi, che usano girare per le strade della città chiedendo l'elemosina negli esercizi commerciali e ai cittadini che incontrano sui marciapiedi.

A Valmontone escono poco per la questua; bisogna prestare attenzione, nel caso ci si imbatta in una di loro, sono pronte a tutto pur di racimolare soldi: usano i bambini per l'accattonaggio, una pratica illegale, vendono il proprio corpo, alla minima distrazione si avventano sulla preda ignara. Mentre nella Capitale, alle 8 del mattino già sono a lavoro intorno alla stazione Termini, prendendo di mira i bar e i locali pieni di persone intente a consumare la prima colazione.

Non perdono tempo e occasione per disturbare i clienti, neppure nei servizi igienici, ubicati spesso nei sottoscala: al riparo da rimbrotti del personale aspettano che l'utente esca dalla porta dei locali per allungare il braccio e chiedere "qualche spiccio, una monetina"

L'elemosina è una pratica che reca in sé una certa dignità se perseguita con animo retto. Ipotesi opposta alle ruvide abitudini rom.  Altre giovani nomadi preferiscono fermarsi nella Galleria della Stazione Termini, a presiedere i distributori automatici di biglietti, offrendosi con insistenza come aiuto a chi si avvicina per acquistare un biglietto, e pretendendo poi un'offerta secondo le loro richieste.

Non solo donne, anche uomini, che montano alla stazione di Valmontone sul treno proveniente da Cassino o Frosinone, studiano la posizione del controllore, e iniziano a distribuire fogliettini con su scritta una frase del tipo: "Sono un padre senza lavoro, ho i genitori malati, non ho soldi, per favore aiutatemi", dopo un paio di minuti torna raccogliendoli uno a uno sperando che qualcuno si impietosisca e lasci qualcosa.

Dopodiché fa lo stesso gioco in un diverso vagone, fino a qaundo scende e aspetta il treno nella direzione opposta, anche per eludere i controlli. Questo per l'intera mattinata, tutto il giorno avanti e indietro sino al ritorno a Valmontone, dove insieme con le donne occupano qualche locale abbandonato nei pressi della stazione ferroviaria.

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