Perché il Lazio non è mai stato identificato chiaramente con dei confini precisi, come le altre regioni d’Italia, con una propria unità di lingua, di storia, di cultura? Chi sono i laziali? Qual è la loro identità? Quando nascono i confini della regione Lazio come la conosciamo oggi?
Pochi abitanti del Lazio attuale conoscono le origini per cui venne fondata questa Regione che ingloba la Capitale d’Italia. Tutte le regioni italiane nei secoli hanno subito cambiamenti significativi nel loro assetto geografico, storico e culturale, purtuttavia anche in passato erano chiaramente distinguibili dal resto dei territori della penisola: si pensi alla antica Etruria poi Ducato di Toscana, al Triveneto, alla Sicilia, la Campania, lo stesso Piemonte che inglobava Liguria e Valle d’Aosta o la Lombardia. Ma nell’antichità il Lazio non lo si riconosce, semplicemente non esisteva.
Tutt’oggi non esiste un dialetto laziale univoco. Si parlano idiomi diversi a Viterbo e a Frosinone e ancora a Rieti. Mentre a Latina prevale una sorta di romanesco. C’erano le terre attorno a Roma, sempre influenzate dalla storia e dalla cultura di questa città nei secoli, ma non un’identità regionale. Così lo spirito dei suoi abitanti si confonde con quello della città ma soprattutto con quelli dei popoli protagonisti delle scorrerie e delle invasioni e migrazioni succedutesi nei secoli, caratteristica però, questa, che accomuna il Lazio a tutte le regioni italiane. Solo che altrove un idioma prevaleva sugli altri e c’era una identità precostituita che si fondeva con quello dei nuovi abitanti.
Ci potremmo chiedere infatti chi sono gli Italiani? Non certo i discendenti degli Etruschi, Longobardi, Sanniti, Volsci, e via dicendo. Ma un mix tra quelle popolazioni cui si aggiunsero le orde barbariche ma anche le migrazioni succedutesi nei millenni da nord e da sud, con fenici, arabi, persiani, unni, vichinghi, alemanni, svevi, franchi e francesi, normanni, spagnoli. Un mix di popoli e culture che Roma seppe sempre ridurre alla romanità e che in seguito alla caduta dell’Impero romano d’occidente si fusero nella nuova realtà che volle dare loro la Cristianità e l’Impero, sotto le dominazioni bizantina e longobarda. I romani erano rimasti, a sentire loro, solo quelli dell’Impero d’oriente, con capitale Costantinopoli, la nuova Roma. A Occidente erano sopraggiunti i barbari. Quindi chi sono i laziali? Cos’è il Lazio? Perché si chiama così?
Quello che noi oggi identifichiamo come Regione Lazio ha sempre subito e seguito le sorti prima di Roma e poi dello Stato Pontificio. I suoi confini non erano definiti come lo sono adesso e l’identità culturale si sfumava con quelle delle zone limitrofe dove, a parte Roma, prevaleva un’economia povera basata sulla pastorizia, l’agricoltura e con una popolazione tendenzialmente analfabeta. Fu attorno alla metà del 1400 che grazie a Flavio Biondo venne usato il nome Latium da cui derivò Lazio, per identificare l’area attorno a Roma. Biondo era uno storico e umanista rinascimentale. Per primo fu lui a coniare anche il termine Medioevo, e il primo ad analizzare i monumenti di Roma con un vero e proprio metodo archeologico.
Per quasi tutta l’età medievale il Latium storico infatti era una terra identificata mediante le denominazioni delle due subregioni che ne integravano il territorio: Marittima e Campagna e Terre di Lavoro che era più propriamente campana. La parte nord della regione, che corrisponde all’attuale provincia di Viterbo era chiamata Tuscia.
Bisognò aspettare l’avvento del fascismo, nel 1922, per cominciare a vedere nascere questa regione. Alla provincia di Roma venne aggregato nel 1923, il reatino, che apparteneva alla Provincia di Perugia fin dal 1861. Mentre con la soppressione della provincia Terre di Lavoro, nel 1927, le zone di Gaeta e Sora vennero staccate dalla Campania e annesse alla nuova regione. Ugualmente una parte del territorio abruzzese, facente capo ad Amatrice e Antrodoco, passò alla provincia di Rieti. Quindi il Lazio, come lo conosciamo adesso, nacque nel 1934 con le 4 province storiche, cui venne aggiunta la quinta: Littoria, poi cambiata in Latina dopo la caduta del fascismo. Nel giro di poco tempo la Regione arrivò a 17.200 km², la stessa estensione che ha oggi.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale molte zone del Lazio erano andate distrutte o avevano subito pesanti bombardamenti. Basti pensare a Cassino ridotta a un cumulo di macerie, oppure Formia e Gaeta che erano andate in gran parte distrutte, come tutte le città della costa, teatro dei cannoneggiamenti degli Alleati che dovevano sbarcare per liberare Roma. Intorno la Capitale furono pesanti i danni subiti da Colleferro, Palestrina, Cerveteri mentre Frascati era già stata rasa al suolo nel 1943. Insomma si dovette ricostruire quasi interamente il tessuto sociale ed economico della Regione, dopo la disastrosa eredità del fascismo e della guerra.
Ma la ricostruzione dette una fisionomia tutta nuova alla regione, grazie all’urbanizzazione conseguente alla ripresa economica. Affluirono a Roma e nel Lazio popolazioni prevalentemente dal centro e dal sud d’Italia. In particolare da Marche, Abruzzo, Campania, Calabria, che decretarono una crescita demografica mai vista prima. Tra il 1951 e il 1971 la popolazione del Lazio crebbe del 40%, contro la media del 14% del resto d’Italia. Questo dato è stato quello che ha segnato la caratteristica sociale del Lazio odierno. Una mescolanza di culture centro meridionali, che hanno cambiato in parte l’idioma, la società, l’economia e quindi la cultura di questa regione.
Oggi potremmo dire che i laziali sono i discendenti degli abitanti del centro sud italiano fusi con gli autoctoni romani e laziali che, però, erano una minoranza rispetto ai nuovi arrivati. Oggi se chiedete a 10 romani le loro origini familiari, scoprirete che le loro radici affondano per lo più nelle regioni circostanti, fino all’estremo sud, con arrivi anche dal centro nord, in particolare Toscana, Romagna, Veneto.
Lo sviluppo economico della Regione si incanalò soprattutto nel terziario e solo più limitatamente nell’industria, concentrata nel polo Pomezia – Latina, grazie alla Cassa del Mezzogiorno. Via via si riducevano gli addetti all’agricoltura delle province attorno Roma e si incrementavano gli addetti alla pubblica amministrazione e al commercio. Negli anni Settanta e Ottanta, anche la Valle del Liri ebbe un notevole sviluppo industriale grazie agli stabilimenti della Fiat. Così come si sviluppò industrialmente Cittaducale nella valle del Tevere. La città di Roma divenne anche un polo importante nel settore della comunicazione e dello spettacolo con l’avvento della Rai e di Cinecittà. I cittadini della Regione Lazio infine elessero per la prima volta i loro rappresentanti al consiglio regionale nel 1970.
Il Lazio ha una popolazione totale di 5.708.215 abitanti (Fonte Istat 2022). A Roma risiedono 2.759.242 abitanti secondo l’ultimo Bilancio demografico mensile anno 2022 ISTAT aggiornato al 31 luglio 2022. S’è verificato negli ultimi anni un lieve calo del numero totale di famiglie nella Regione rispetto agli anni precedenti e si è osservata una nuova distribuzione territoriale evidenziata da un aumento del numero delle stesse, nelle province di Viterbo, di Latina e Roma. Ossia il Lazio si spopola a vantaggio dell’area urbana e del nord della Regione. Attenzione però, la città di Roma tende a diminuire i suoi abitanti (con % dello 0,5 circa negli ultimi dieci anni) è l’area metropolitana che si incrementa.
Ma da dove arrivano gli abitanti che risiedono nel Lazio? Attraverso un’analisi dei cognomi più presenti si è potuto stabilire la provenienza regionale degli abitanti.
Il Lazio e Roma e la sua provincia, che corrispondono al 72.5% della popolazione della regione, rispecchiano la propria centralità anche nell’onomastica. Tra i 100 cognomi di più alto rango nel Lazio, ben 93 si collocano tra i primi 500 in Italia, e due soltanto sotto il rango 1000. Sono perlopiù tipi ben diffusi nel Centro Italia, e in alcuni casi anche nel Nord o nel Sud, vuoi perché si tratta di nomi di famiglia storicamente distribuiti in tutto il Centro-Nord (Rossi, Bianchi, Ferrari, Bruni, Leoni, Galli, Neri, ecc.), vuoi perché giunti a Roma attraverso intensi processi migratori dal Meridione, quali Russo, De Luca, Romano, Esposito, Conte, Greco, Santoro, Leone, Marino, Bruno. Pochi nomi di famiglia superano nel Lazio il 50% del totale nazionale, come Felici, Bonanni, Fabrizi. Mentre Proietti è l’unico a varcare il 70% del totale nazionale. In sostanza i cognomi presenti nel Lazio non hanno una connotazione regionale, appartengono per lo più ad altre regioni. Rossi è il cognome più diffuso e lo è anche in tutto il Paese. La disanima sarebbe vasta e non possiamo affrontarla qui ma vi posso assicurare che quasi tutta l’Italia è presente a Roma e nel Lazio, a torto o a regione, la vera centralità del Paese.
Con questa ricostruzione non pretendo di essere esaustivo di tutte le problematiche connesse e sicuramente tra i lettori ci saranno attenti e preparati cultori della materia che sapranno integrare quanto scritto e riportato, per dare un contributo di chiarezza e veridicità al tutto. Mi scuso fin da ora per possibili omissioni o errori, dettati dal caso e non dalla mia volontà.
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