Categorie: Cronaca

Le stragi americane e lo squallore dei politici che speculano sul dolore

Parce sepulto. Perdona chi è seppellito. È questo il primo pensiero che invade la mente dopo la doppia strage che ha insanguinato, ancora una volta, gli Stati Uniti d'America.

30 morti, due terzi dei quali in un supermercato texano (compresi alcuni bambini), gli altri dieci in un locale in Ohio. Nel primo caso il killer è stato catturato, nel secondo ucciso.

Particolarmente odioso, se risulterà confermato il movente, è il primo atto delittuoso, compiuto a El Paso, città di confine a maggioranza ispanica. L’assassino, il ventunenne Patrick Crusius, americano di origine britannico-irlandese, aveva scritto un manifesto contro l’immigrazione ispanica sullo stesso forum di suprematisti usato da Brenton Tarrant, l’autore del massacro nelle moschee di Christchurch.

“Loro sono quelli che istigano” ha affermato, “e non io che sto semplicemente difendendo il mio Paese dalla sostituzione etnica e culturale portata da un’invasione”.

L’Fbi sta indagando per crimine d’odio, mentre il Presidente Donald Trump ha condannato la sparatoria definendola un atto di codardia. I Democratici U.S.A., invece, hanno perso l’ennesima occasione per tacere, attaccando i Repubblicani per le loro politiche sull’immigrazione e il controllo delle armi.

Ora, parliamoci chiaro. Si può essere d’accordo o meno con le politiche del tycoon. Ma affibbiare a The Donald la responsabilità del delitto non è solo pretestuoso, è del tutto ridicolo. Per esempio perché i pazzi ci sono sempre, a prescindere dal colore di un’amministrazione. Per dire, l’eccidio di Columbine – il peggiore della storia americana – è avvenuto sotto la presidenza del dem Bill Clinton.

La verità è che niente e nessuno può giustificare un omicidio, figuriamoci uno plurimo. E speculare su una carneficina per attaccare gli avversari è semplicemente squallido.

Per questo, torniamo a dire, perdona chi è seppellito. E perdona anche i vivi, perché (spesso e volentieri) non hanno davvero idea di quello che fanno.

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Mirko Ciminiello

È nato a Rimini nel 1985 e vive a Roma, dove si è laureato in Chimica (triennale) e Chimica Organica e Biomolecolare (specialistica) a "La Sapienza", in Scienze della Comunicazione (triennale) e Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione (magistrale) a "Roma Tre". Giornalista, attore per hobby, collabora con l'associazione "Pro Vita e Famiglia" ed è autore di 9 libri, di cui due in inglese.

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