La CNN americana riporta un contributo di un medico oncologo gastrointestinale della prestigiosa Cleveland Clinic Foundation in Ohio, dove si parla negli ultimi tempi di un forte aumento del numero dei casi di cancro tra gli adulti sotto i 50 anni e con una grande componente delle classi di età 20-30 anni.
Il cancro è tipicamente una malattia degli anziani e ha classicamente una genesi multifattoriale per fattori eredo familiari e genetici e per fattori ambientali e stili di vita (obesità, sedentarietà, tabagismo, etilismo, radon, inquinamento delle falde idriche, air pollution).
Il trend di crescita delle neoplasie sotto i 50 anni è datato almeno tre decadi, ma sembra che ci sia una accelerazione negli ultimi tempi, almeno la sensazione è questa negli ospedali. Naturalmente gli statistici ci daranno auspicabilmente a livello istituzionale le risposte più chiare e in tempi accettabili, ma a livello di territorialità questo si vede già abbastanza chiaramente (Caserta, Taranto).
Tuttavia, l’ interrogativo che ci poniamo è se la infezione pandemica da Sars Cov 2 e la relativa vaccinazione con farmaci genici a base di mRNA, abbia giocato o continui a giocare un ruolo di primaria importanza (oncogenesi virale) o se questo dato è indipendente dalla pandemia Covid-19. In fondo sappiamo molto poco a livello scientifico sull’effetto della introduzione di farmaci a base di mRNA nel nostro organismo per via parenterale, per difetto di dati sperimentali di ampio respiro.
Troppi larghi studi epidemiologici saranno necessari per stabilire un chiaro nesso di causalità del cancro tra i giovani con questo fattore, ma di sicuro come medici abbiamo ben chiaro a mente il principio sacro della Medicina di Esculapio e dei Greci del Neminem laedere e del Primum non nocere. Soprattutto quando ci troviamo di fronte a farmaci come i vaccini che non sarebbero mai stati sottoposti a completi studi sulla loro genotossicità né sugli animali, né sugli esseri umani.
Le fasce di età giovanili, tipicamente in età lavorativa, se si ammalano di cancro sono una pugnalata al cuore del sistema sociale occidentale. Soprattutto nelle nazioni che hanno organizzazioni pubbliche di welfare oppure che hanno estesi piani assicurativi. Inoltre, occuparsi delle cure oncologiche di sempre più persone giovani, ci priverebbe a lungo della loro contribuzione doverosa all’apporto lavorativo della società, oltre che esporrebbe a costi giganteschi sia economici che umani (famiglie, figli). Una mina gigantesca sotto tutto il sistema. Bisogna ragionarci sopra molto approfonditamente con mente libera e una indipendente ricerca della Verità. Ma il tempo stringe.
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