Legge 104, nessun licenziamento se durante il giorno vai a spasso: è un tuo diritto | Ecco la sentenza che cambia tutto
Vai a spasso sereno e tranquillo, con la 104 lo puoi fare: ecco perché
La Legge 104, che risale al 1992, è finalizzata a garantire il rispetto dei diritti e della dignità umana della persona disabile all’interno di ogni ambito della sua vita quotidiana, dalla società al lavoro e vuole prevenire e rimuovere tutte le circostanze che minano alla sua autonomia o alla sua inclusione piena e libera.
Possono usufruire di questa legge le persone che hanno una minorazione fisica, psichica o sensoriale comprovata da una commissione medica e anche chi svolge il ruolo di caregiver, cioè il genitore, il figlio, il coniuge o chiunque si prenda cura della persona con disabilità.
Sono varie le agevolazioni proposte dalla Legge 104 e vanno dalle detrazioni fiscali del 19% e dell’Iva agevolata al 4% per l’acquisto di supporti tecnici e informatici, per l’acquisto di veicoli e mezzi del genere. Inoltre, le agevolazioni riguardano anche l’inserimento nel mondo del lavoro, la rimozione delle barriere architettoniche e l’integrazione scolastica.
Oggi, però, vi sveliamo un dettaglio che in pochi conoscono: si può usufruire dei vantaggi della Legge 104 anche se di giorno si va a spasso e si dedica al proprio tempo libero. Ecco perché.
Legge 104 e tempo libero, di giorno puoi goderne
Come spiega anche il sito brocardi.it, la Cassazione ha ritenuto del tutto illegittimo il licenziamento di un lavoratore che, in congedo biennale con la Legge 104, assisteva la madre solo di notte, mentre di giorno si dedicava ad altre attività. Il caso risale al 5 dicembre 2017 e la sentenza è la numero 29062: l’azienda presso cui era assunto il lavoratore, in congedo biennale per la cura della madre inferma affetta da Alzheimer, aveva scoperto mediante un investigatore privato che l’uomo di giorno non si prendeva cura della donna ma si dedicava ad altro, dedicandole già tutte le notti.
La Cassazione, però, ha accettato il ricorso dell’uomo: anche se il lavoratore, che aveva spostato la residenza a casa della madre per fruire dei benefici della Legge 104, di giorno era assente da quella casa, di fatto di notte le dedicava tutto il suo tempo. La donna, infatti, soffriva di insonnia notturna e aveva tendenza alla fuga, per cui il figlio doveva obbligatoriamente stare sveglio tutta notte per monitorarla.
Le conseguenze dopo la Cassazione
Il comportamento del lavoratore, che dopo le notti dedicate alla madre a casa sua probabilmente di giorno si dedicava al proprio riposo, è stato ritenuto compatibile con i requisiti della Legge 104 e con le finalità dell’assistenza.
Di conseguenza, la Cassazione ha stabilito che il congedo straordinario non deve precludere a chi ne beneficia come caregiver di prendersi cura di sé stesso e di dedicarsi anche alle proprie esigenze personali.