Nel giorno della commemorazione di tutti i defunti giunge alla nostra redazione una lettera da parte della famiglia di una defunta:
Gentile direttore, mi rivolgo alla vostra testata per segnalare quanto avvenuto alla mia famiglia nelle scorse settimane. Il 23 ottobre c.a. viene a mancare mia madre, dopo anni di sofferenze. Io e alcuni miei famigliari viviamo ad Anagni in provincia di Frosinone, mentre la maggior parte dei nostri familiari vivono in Toscana, ma decidiamo per il rito funebre da svolgersi ad Anagni, presso la parrocchia di San Giuseppe in località Osteria della Fontana. Mia madre è morta in un clinica di lunga degenza nel cassinate. Per organizzare il rito funebre abbiamo parlato più volte con un sacerdote straniero appartenente a un'altra parrocchia, ma disponibile per il rito dal momento che il parroco della chiesta scelta era impossibilitato.
Il rito era stato fissato per le 10 del mattino e, nel nostro percorso da Cassino ad Anagni abbiamo più volto telefonato al parroco per annunciare il nostro arrivo con la salma. Giunti in chiesa poco prima delle 10, troviamo l'altare spoglio, le luci spente e il sacerdote che arriva circa venti minuti dopo. La liturgia non è stata celebrata come si sarebbe dovuto, il motivo non lo sappiamo, ma la mia famiglia e io siamo veramente costernati per l'accaduto, perdere un genitore, seppure malato è un lutto dal quale non ci si riprende mai. Doverlo salutare in questo modo, senza benedizione, senza luce, senza preghiere, arrivando in ritardo al cimitero del Verano, dove è avvenuta la sepoltura, e non capirne i motivi è qualcosa che non ci fa ritrovare la pace.
E' come se avessimo fatto un torto alla nostra mamma. Ma perché, mi domando, nella chiesa cattolica avvengono questi fatti, come è possibile che un sacerdote celebri la messa in questo modo, o meglio non celebri, dopo che c'era stato un accordo sulla celebrazione del funerale. Come è possibile che una parrocchia rimanga incustodita per intera giornata dopo tutto quello che si sente in giro dei furti Sacrilegi? Alle nostre richieste in questa direzione, c'è stato detto che avrebbero rimediato a questa mancanza con una celebrazione per l'ottavario. Ma a noi questo non interessava, i miei fratelli come gran parte della mia famiglia, non vive qui e non sarebbe potuta tornare dopo pochi giorni.
Ho voluto rendere nota questa lettera per far sapere neanche da morto si può trovare la pace meritata, persa a causa della malattia.
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