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Libri: “Shakespeare Aenigma” di Stefano Reali: il mistero del bardo e l’ipotesi di John Florio

La figura di William Shakespeare, universalmente riconosciuto come il più grande drammaturgo di tutti i tempi, continua ad affascinare storici e letterati. Tuttavia, al di là delle sue celebri opere, la sua vita personale rimane avvolta in un’aura di mistero, tanto che da più di un secolo si discute su una controversia destinata a dividere studiosi e appassionati: Shakespeare era davvero l’autore dei suoi capolavori?

L’ipotesi che William Shakespeare, il modesto figlio di un guantaio di Stratford-upon-Avon, non abbia scritto le opere che portano il suo nome, è una teoria che circola da più di un secolo, trovando nuovi sostenitori tra studiosi, scrittori e registi. In questo contesto, emerge il romanzo storico “Shakespeare Ænigma” di Stefano Reali, un’opera che indaga con precisione e cura narrativa il fitto intreccio di intrighi, inganni e ambizioni che potrebbero celarsi dietro la figura del Bardo.

L’Ipotesi John Florio: un poeta nascosto nell’ombra

Nel romanzo di Reali, il sospettato numero uno dietro la maschera di Shakespeare è John Florio, un intellettuale anglo-italiano dal profilo enigmatico e straordinario. Florio, nato da una famiglia italiana esiliata in Inghilterra per motivi religiosi, è stato un lessicografo, poeta e traduttore di grande fama alla corte elisabettiana. La sua padronanza del linguaggio, la sua vasta conoscenza della letteratura e la sua familiarità con le corti europee sembrano combaciare perfettamente con l’autore degli immortali drammi shakespeariani.

Ma perché Florio avrebbe scelto di nascondersi dietro il nome di Shakespeare? Cosa avrebbe guadagnato da questa sorta di invisibilità letteraria? Reali propone una spiegazione che sposta la questione dal piano puramente artistico a quello politico e sociale. La scelta di nascondere la sua identità potrebbe essere stata motivata dalla necessità di proteggere se stesso e le sue opere in un periodo di forte censura politica e religiosa. L’Inghilterra del XVI secolo era un luogo di grande instabilità, dove ogni forma di dissenso era aspramente punita, e Florio, di origini italiane e collegato a figure controverse come Giordano Bruno, potrebbe aver visto in Shakespeare una comoda facciata per diffondere le sue idee senza correre rischi.

Gli intrighi di Corte e la complicità di Marlowe, Bruno e Cervantes

Il romanzo di Reali va oltre la semplice biografia di Florio e intreccia la storia con altri grandi nomi del tempo, proponendo un’ipotesi affascinante: la creazione delle opere di Shakespeare sarebbe stata parte di un intrigo internazionale, una macchinazione che coinvolge personaggi influenti come Christopher Marlowe, Giordano Bruno e persino Miguel de Cervantes. Florio, in questa rete di relazioni, sarebbe stato parte di un gruppo di intellettuali e dissidenti che utilizzava il teatro e la letteratura come veicoli per diffondere idee pericolose o sovversive, nascondendo messaggi rivoluzionari sotto le spoglie di drammi apparentemente innocui.

Giordano Bruno, il filosofo eretico, con la sua teoria dell’infinito e la sua visione radicale del cosmo, avrebbe influenzato non solo il pensiero di Florio, ma anche quello di Shakespeare stesso. La loro amicizia e i loro comuni contatti con le corti europee potrebbero aver gettato le basi per un complesso gioco di propaganda culturale, destinato a sfuggire alle strette maglie della censura elisabettiana.

E cosa dire di Christopher Marlowe, il drammaturgo rivale di Shakespeare, morto in circostanze misteriose nel 1593? Secondo alcune teorie, Marlowe potrebbe non essere morto, ma aver simulato la propria scomparsa per continuare a scrivere sotto il nome di Shakespeare. Reali intreccia questi personaggi in una rete di alleanze e tradimenti, alimentando l’idea che l’identità del Bardo sia il risultato di una sofisticata manipolazione collettiva.

La truffa letteraria del secolo?

L’idea che William Shakespeare non sia l’autore dei suoi lavori non è nuova, ma Reali, con “Shakespeare Ænigma”, aggiunge un livello di complessità e mistero che affascina il lettore moderno. Florio, Marlowe, Bruno e Cervantes diventano complici in quella che potrebbe essere la più grande truffa letteraria della storia, un inganno così ben orchestrato da resistere per secoli, fino a diventare una delle più grandi leggende del mondo della letteratura.

Secondo questa teoria, la figura di Shakespeare sarebbe stata costruita e alimentata per ragioni politiche, trasformandosi in uno strumento di potere. La capacità di Florio di manipolare le parole e di creare mondi fantastici attraverso la letteratura avrebbe permesso a lui e ai suoi colleghi di esercitare un’influenza nascosta sulla società, utilizzando il teatro come mezzo per veicolare messaggi profondi e sovversivi.

Shakespeare: un nome, tante domande

Sebbene la teoria di Florio come il vero Shakespeare non sia universalmente accettata, offre un punto di vista intrigante su una delle questioni più dibattute nella storia della letteratura. Chi era davvero William Shakespeare? Un genio autodidatta o una semplice pedina in un gioco molto più grande? La verità, come spesso accade, potrebbe trovarsi in un equilibrio delicato tra mito e realtà.

Il romanzo di Stefano Reali, con le sue dieci anni di ricerche storiche, offre non solo una narrazione avvincente, ma anche un importante contributo alla comprensione di un’epoca storica in cui l’arte, la politica e il potere erano intimamente intrecciati. “Shakespeare Ænigma” non è solo un mystery letterario, ma un’opera che mette in discussione le nostre certezze e ci invita a riflettere sul potere delle storie e sull’identità di chi le racconta.

Il mistero di Shakespeare rimane irrisolto, ma come sottolinea Reali, forse la vera domanda non è chi ha scritto le opere di Shakespeare, ma perché qualcuno ha scelto di non rivendicarne la paternità.

Sabato 7 Settembre alle ore 19, nel corso della rassegna “Incontri all’Imbrunire”, nei giardini del Circeo Park Hotel a San Felice Circeo, Stefano Reali presenterà il suo libro con il conduttore Francesco Vergovich e l’ideatore della rassegna, giunta alla 23° edizione, Gianluigi Superti.

Francesco Vergovich

Giornalista, conduttore radiofonico. Costruisce la sua carriera su Radio Radio attorno ad alcune personalità brillantissime della nostra epoca ai quali sarà sempre grato: Nantas Salvalaggio, Marco Guidi, Gianni Melli, Roberto Gervaso, Giampaolo Pansa, Oliviero Beha, Giampiero Mughini, Mario Tozzi. Dal 2013 è Direttore di "RomaIT" e de "Il Quotidiano del Lazio".

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