Nunzia Alessandra Schilirò , la vicequestore sospesa per essere intervenuta a Roma il 25 settembre del 2021 sul palco nella manifestazione “No green pass” è stata formalmente licenziata. Allontanata per avere espresso le proprie idee in quell’occasione e in modo recidivo in tutte le sue successive dichiarazioni. Per avere sostenuto i portuali di Trieste in sciopero, sgomberati con gli idranti mentre recitavano il rosario.
Candidata con Italexit di Paragone come capolista al Senato nel Lazio, in Campania, in Veneto e in Piemonte, dopo avere appreso di non avercela fatta, malgrado i voti pari all’1,7, è stata anche raggiunta dalla comunicazione del licenziamento dalla Polizia di Stato. Nunzia, Nandra per gli amici, è una guerriera e non si lascerà intimidire. Impossibile spuntare le armi della sua fede verso la giustizia. Per la salvaguardia della Costituzione su cui ha giurato, la Schilirò non può arretrare.
“E’ arrivato il fatidico giorno – dichiara – dopo aver rifatto i conteggi delle elezioni ed essersi assicurati che avessi perso, mi hanno inviato la destituzione, al quinto provvedimento disciplinare. In sintesi sono stata licenziata per avere esercitato l’articolo 21 della Costituzione che ribadisce la libertà di pensiero e di parola. Questa sarebbe la democrazia. Faccio fatica a sentirmi ancora italiana, mi sento apolide. Non mi riconosco più in questo Stato e in quello che vedo attorno a me, anche perché i poliziotti del G8 di Genova che sono stati condannati con sentenza passata in giudicato, lavorano ancora.
La Cassazione in quella sentenza scrisse che quei poliziotti lesero l’immagine dell’ Italia nel mondo. Eppure oggi sono ancora in servizio. Bene. Ma come mai zero indulgenza per chi ha soltanto parlato in libertà? Alcuni sono stati promossi con incarichi importanti. Io a loro dire sarei andata contro i doveri di un poliziotto. E’ come asserire che un poliziotto sia uno schiavo poiché non ha il diritto di partecipare a una manifestazione, di salire sul palco e dire come la pensa.
D’accordo, mi hanno presentata con la mia qualifica, ma tutti sapevano chi fossi perché ero stata ospite in diverse trasmissioni televisive e avevo risolto casi che avevano avuto un’eco mediatica. Avevo ricevuto diversi premi per questo. Ero anche entrata a far parte del Pontificio Consiglio della Cultura della Consulta Femminile, anche se oggi non ne faccio più parte, cosi chiariamo anche questo. Ora sono proprio curiosa di sapere cosa diranno i miei detrattori. Mi hanno sempre accusata di far parte del sistema che invece si accaniva contro di me. Malgrado questo non ero creduta da alcuni dissidenti. Voglio anche vedere cosa s’inventeranno ora che sono stata pure licenziata.
Io ho abbracciato una missione per il bene mio e del mio Paese e continuo ad essere ottimista. Forse la vita vuole darmi una seconda occasione, lo scopriremo. Malgrado l’ingiustizia subita, non ho versato neppure una lacrima. Sorrido e continuo a lottare per i valori in cui credo”.
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