La nostra intervista all’infettivologo dell’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma, Mauro Zaccarelli, sul quadro dei contagi da Covid-19, vaccini e anticorpi monoclonali.
“Per quanto riguarda la situazione generale, nell’ultimo mese i nuovi casi nel mondo sono crollati. Da 700-900mila al giorno siamo passati a 250mila la giorno, un calo sensibile che ha riguardato un po’ tutti i paesi. Dal Sud America, Usa, Europa e Asia. In Italia i casi sono scesi e si sono stabilizzati intorno ai 10mila al giorno. Però i decessi continuano ad essere molti, 400-500 al giorno.
Questo grave numero è dovuto all’accumulo di positivi nei mesi precedenti, pazienti che si sono aggravati anche in ospedale.
La situazione sta complessivamente migliorando per un mix di questi fattori: provvedimenti restrittivi in tutto il mondo, la suddivisione in zone rosse e arancioni in Italia che ha funzionato. Anche i vaccini hanno dato il loro contributo. Al di là delle polemiche sono già milioni le persone vaccinate, anche se alcune solo con prima dose. La prima dose offre già una buona copertura anticorpale.
In Italia sono state vaccinate 2 milioni e 200mila persone, di esse 700mila complete della seconda dose. Tutte queste persone sono state vaccinate con la formula Pfizer.
Dovrebbero arrivare altri marchi come AstraZeneca, il più economico perché europeo. Su questo vaccino ci sono state tantissime polemiche in quanto inizialmente la ditta aveva presentato dati solo su persone al di sotto dei 55 anni. Qundi meno a rischio rispetto agli anziani di sviluppare una sindrome grave. L’efficacia di AstraZeneca rispetto a Pfizer e Moderna è relativamente ridotta, intorno al 60%. Tuttavia sono stati resi noti altri risultati dai quali risulta più alta, intorno all80%.
Nei pazienti più giovani l’efficacia è poco più alta, ma sufficiente per una vaccinazione di massa. AstraZeneca è anche meglio tollerato, presenta meno effetti collaterali. Si attende che venga approvato dalla comunità europea e si dovrà valutare se questo vaccino è in grado di dare una immunità di gregge. Probabilmente sì, ma ci vorrà più tempo di quanto ne sarebbe servito vaccinando tutti con Pfizer e Moderna. La copertura temporale di AstraZeneca inoltre è più breve, dopo alcuni mesi potrebbe già non essere più sufficiente.
“Gli anticorpi monoclonali sono la controparte del vaccino perché vanno utilizzati su pazienti che hanno già contratto il virus e che sono gravi o immunodepressi. Disponiamo di due kit di anticorpi monoclonali che potranno essere utilizzati in seguito agli esiti degli studi in corso.
Qui allo Spallanzani abbiamo utilizzato su due pazienti immunodepressi il kit Regeneron, due tipi di anticorpi monoclonali americani che hanno dato risultati contrastanti negli studi. Si tratta di terapia compassionevole, ossia con farmaci che stanno per essere approvati, utilizzati su pazienti gravi.
Queste persone hanno ricevuto supporto da questi anticorpi e sono migliorati. Gli anticorpi monoclonali hanno contribuito a migliorare il loro quadro clinico ma non sono indicati per tutti e per coloro che possono sviluppare autonomamente anticorpi. Un altro kit che probabilmente entrerà in uso è il kit di anticorpi monoclonali dell’azienda Lilly con sede a Latina“.
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